“La ripresa non c’è o è così leggera che il settore dell’artigianato e delle piccole e medie imprese in provincia di Enna ristagna al punto che circa il 35% dei 3 mila e 500 imprenditori è indietro con i pagamenti dei contributi Inps”. Il grido d’allarme a gran voce viene dalla responsabile provinciale della Confartigianato Rosa Zarba che, preoccupata, sottolinea quello che potrebbe avvenire dal 2011. “Attualmente assistiamo –dice Zarba- alle continue difficoltà delle aziende del nostro territorio, molte delle quali rischiano la chiusura o il fallimento, anche perchè a partire dal primo gennaio prossimo, le somme dovute all’Inps, in base a quanto recita l’articolo 28 del Decreto legislativo n. 78 del maggio 2010, non verranno più recuperate attraverso l’emissione di un avviso bonario e l’eventuale iscrizione a ruolo, ma attraverso la notifica di un ‘avviso di addebito’ avente subito valore di titolo esecutivo, tale quindi da consentire all’Inps l’espropriazione forzata, ovvero il pignoramento del beni dell’impresa inadempiende. Sarà una vera tragedia perchè questo comporterà ulteriori aggravi per quelle imprese, e sono tante, che non riusciranno a pagare entro il termine perentorio di 60 giorni dalla data di notifica dell’avviso, alle quali graveranno eventualmente relative sanzioni, interessi che si aggirano all’incirca dell’8% e quant’altro come l’espropriazione forzata dei mezzi. In questo momento –conclude Zarba-, il Governo dovrebbe ragionare sul problema derivato dalla crisi, prima di ricorrere a provvedimenti così drastici e penalizzanti per le imprese”. Parole condivise anche dal segretario regionale Salvatore Puglisi: E’ da due anni che le imprese dell’ennese, e del mezzogiorno in generale, soffrono per la mancanza di lavoro, le quali per far fronte alla crisi si sono fortemente indebitate. Le aziende non chiedono propriamente un aiuto, ma una comprensione su una crisi che li sta colpendo violentemente. In tutto il territorio provinciale la crisi è imperante: l’edilizia è praticamente immobile e di conseguenza tutto l’intero comparto che ruota intorno ad essa. Sotto il profilo occupazionale la situazione si sta esasperando e le imprese sane devono anche affrontare temi annosi come la concorrenza sleale di imprenditori senza scrupoli. Il decreto legislativo del maggio scorso acuirà sicuramente il disagio delle aziende e di riflesso alle famiglie poiché, in mancanza di liquidità ampie, l’imprenditore pensa a pagare gli stipendi prima dei contributi”.
Giacomo Lisacchi