“GLOBALIZZAZIONE E INTERCULTURA” È IL TEMA DEL SEMINARIO CHE SI È TENUTO PRESSO LA FACOLTÀ DI SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE DELL’UNIVERSITÀ KORE.

Nell’aula Montessori, gramita in ogni ordine di posto, protagonista dell’incontro è stato il prof. Agostino Portera, professore ordinario di Pedagogia Generale e Interculturale, direttore del Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Verona. I lavori sono stati introdotti dalla Prof.ssa Marinella Muscarà, presidente della facoltà di Lingue e Culture Moderne della Kore, che ha presentato alla platea la figura del prof. Portera, con particolare riferimento agli studi condotti sul campo e alle sue numerose pubblicazioni, fra le quali spicca “Globalizzazione e Pedagogia Interculturale”. Il prof. Portera ha esordito nel suo discorso definendosi un “emigrante”, in quanto siciliano, nato a Porto Empedocle, trasferitosi poi nel nord dell’Italia, e un viaggiatore. “Importanti –ha detto- sono state le mie prime esperienze all’estero, prima fra tutte quella in Germania, dove ho lavorato come psicoterapeuta”. E proprio riferendosi all’esperienza tedesca, Portera ha definito la nostra come “una società che si preoccupa più di curare i pazienti che di prevenire, nel senso che si da molta più importanza alla ricerca di una soluzione solo dopo che i problemi si sono manifestati nell’individuo”. Nell’analisi socio-economica sull’Italia e in generale, del resto d’Europa, Portera, ha posto l’accento su alcune fasi storiche molto importanti per il futuro degli esseri umani: prima fra tutte, la Rivoluzione Industriale del XIX secolo, “che ha stravolto –ha sottolineato-completamente la vita delle persone e ha sancito lo spostamento dalla campagna alle città; e poi l’avvento della Tecnologia digitale, che ha cambiato il nostro modo di stare insieme e di comunicare; infine, quando si parla di globalizzazione, non si può non fare riferimento  alle ormai numerose occasioni di commercio, di viaggio e di comunicazione su scala mondiale, che hanno influito in maniera decisa sugli orizzonti culturali  e sulle strategie economiche”. Quindi, Portera è passato successivamente ad analizzare la società da un punto di vista culturale, denotando come ci si trovi ormai di fronte a società multietniche. “Il termine –ha spiegato- è ben diverso da quello spesso utilizzato, e cioè multirazziale, in quanto non sono mai esistite delle razze umane; il termine fu infatti coniato per dividere gli uomini dagli uomini e giustificare così una serie di atti violenti, dalla cosiddetta “civilizzazione” degli indigeni, a partire dalla scoperta dell’America, alle violenze sugli ebrei e gli slavi perpetrate durante il periodo nazifascista dai tedeschi per elogiare la purezza della loro razza, definita “ariana”; da ciò deriva il fatto che il termine che meglio denota le differenze culturali e sociali tra gli esseri umani  è “etnia”.  A seguire si è sviluppato un dibattito con gli studenti e i docenti presenti in aula.
Pietro Lisacchi