Non intendo entrare nella polemica alimentata su taluni organi locali di stampa dall’Avv. Mario Alloro, a seguito della revoca del suo incarico quale Dirigente del Consorzio ASI di Enna, poiché ho il sospetto che tale polemica assuma più i contorni di una disputa politica e, come tale, non si addice al ruolo di Commissario Straordinario da me ricoperto presso lo stesso Ente. Tuttavia, unicamente per onore della verità, non posso esimermi dal fare talune essenziali precisazioni sull’esatta svolgimento dei fatti, tendenziosamente descritti dall’interessato. In primo luogo non risponde al vero il fatto che l’Avv. Mario Alloro abbia appreso solo dalla stampa la sua rimozione dall’incarico di Dirigente Generale dell’ASI di Enna.
Io stesso mi sono preoccupato di comunicarglielo la mattina stessa in cui mi accingevo ad adottare la relativa delibera e dispongo della prova documentale a supporto di tale affermazione.
Devo, peraltro, sottolineare come – fino ad ora – mi fosse del tutto ignoto l’incarico di segretario provinciale di un partito politico ricoperto dall’Avv. Alloro, il quale non si è mai preoccupato di darne formale notizia al Consorzio ASI ed alle relative gestioni commissariali (comprese quelle che mi hanno preceduto).
Questa circostanza assume una gravità di assoluto rilievo, in quanto lo stesso Avv. Alloro, così facendo, ha occultato l’incompatibilità maturata a suo carico tra l’incarico di Dirigente Generale dell’ASI e il ruolo di vertice localmente ricoperto in un partito politico, in palese violazione del principio sancito dall’art. 52 del D.Lgs n. 159/2009 (Riforma Brunetta), pienamente applicabile in Sicilia per via del rinvio dinamico alla legislazione nazionale operato dal quadro normativo regionale in materia di pubblico impiego.
Ma fatta questa premessa, che da sola consente di apprezzare la scarsa sensibilità al rispetto delle regole da parte dell’Avv. Alloro (che sarà oggetto di approfondimento nelle sedi opportune), non si può rilevare che mala fede e farneticazione nella totalità delle dichiarazioni del suddetto Avv. Alloro, pur comprendendo, dal punto di vista strettamente umano, il suo attuale stato di verosimile costernazione personale.
Bisogna subito sgombrare il campo da qualsiasi ipotesi di complotto da egli adombrata a suo carico: è stato revocato il suo incarico di Dirigente Generale del Consorzio unicamente a causa della incapacità professionale e dai pessimi risultati di gestione da lui conseguiti nel 2009, secondo quanto evidenziato nell’ambito dei documenti di valutazione dirigenziale del Consorzio per lo stesso anno, a me pervenuti dalla precedente gestione commissariale.
Forse quello che l’Avv. Alloro ancora oggi rifiuta concettualmente, in forza del suo trascorso, è l’idea di essere stato valutato negativamente. Ma le procedure che a ciò hanno condotto sono frutto di un iter amministrativo (interno al Consorzio) di assoluta trasparenza ed imparzialità, oltre che di assoluta garanzia per il valutato.
Per i non addetti ai lavori, la procedura di valutazione appena richiamata ha coinvolto, infatti, ben tre organismi del Consorzio: il Commissario Straordinario (che ha formalizzato i singoli addebiti), il Nucleo di Valutazione (che ha analizzato le risultanze gestionali/amministrative e le controdeduzioni fornite dell’interessato) e, in ultimo, il Comitato dei Garanti (che ha assicurato la revisione complessiva del procedimento di valutazione).
Preciso al riguardo che tutte le fasi inerenti alla suddetta valutazione negativa dell’Avv. Alloro erano state già definite durante la precedente gestione commissariale (ossia quella della D.ssa Francesca Martinico che, secondo l’interessato sarebbe stata oggetto di ingiustificate ritorsioni da parte dell’Assessore Venturi), sulla scorta della azione di risanamento dei conti intrapresa da parte del primo Commissario Straordinario Alfonso Cicero, il cui operato ha trovato pieno conforto nella sentenza del TAR Sicilia, che lo scorso giugno ha rigettato il ricorso proposto contro il commissariamento dell’ASI, decretato alla fine del 2009 da parte dell’Assessore delle Attività Produttive Marco Venturi.
Non ritengo meritevole di replica l’illazione espressa dall’Avv. Alloro, con la quale si individua la mia nomina a Capo di Gabinetto dell’Assessore Venturi quale ricompensa per la rimozione operata nei suoi confronti da Dirigente Generale dell’ASI. La mia storia personale e professionale, da sempre improntata al contrasto di ogni forma di illegalità e di condizionamento affaristico/ mafioso, è lontana anni luce da questa volgarità intellettuale e dall’habitus mentale di chi ancora oggi nella Pubblica Amministrazione ritiene conseguibile un miglioramento della propria posizione attraverso la mercificazione illecita del proprio modus operandi.
Concludo con l’auspicio che al più presto l’Avv. Alloro, al di là dei suoi roboanti e propagandistici proclami, interessi l’Autorità Giudiziaria competente in ordine alle tesi da lui sostenute nelle sue dichiarazioni diffuse a mezzo stampa. Ciò, affinchè possa essere pubblicamente acclarato la valenza delle sue dichiarazioni, nonché l’azione di calunnia e di diffamazione operata in danno della mia immagine personale e della mia integrità professionale, per salvaguardare le quali intraprenderò, senza esitazione, le adeguate iniziative legali a tutela.
Nicola Tarantino