A Enna, dove la città in questi giorni è in ginocchio a causa dei rifiuti sparsi ovunque per lo sciopero dei netturbini, succede, purtroppo, anche questo: un gruppo di cittadini, nonostante paghino la tassa rifiuti molto elevata, senza però ottenere un servizio efficiente, come ad esempio la pulizia delle strade, per farlo si organizzano privatamente. “E’ da tempo –ci confidano alcuni cittadini, ai quali avevamo promesso di non diffondere la notizia per paura che gli venisse proibito -che ci tassiamo ogni mese per fare pulire privatamente da un operaio tre volte la settimana le strade del nostro quartiere. Non abbiamo altra scelta se vogliamo mantenere un minimo di decoro nella zona che abitiamo, considerato che ormai abbiamo dimenticato quando è passato l’ultima volta un netturbino per spazzare”. Che Enna è una delle città più sporche della Sicilia, è la denuncia che ormai fanno tanti cittadini. “La strada dove è ubicata la nostra Redazione, uffici come la Motorizzazione e l’ingresso laterale dell’Asp –via Sen.A.Romano– è da anni che non viene spazzata”, ha denunciato qualche mese una testata giornalistica on line di Enna. “Pur pagando bollette salate –ha scritto invece in una lettera al sindaco Gaetano Vicari del Comitato dei cittadini- perché i cittadini non possono avere anche il diritto di avere il servizio della pulizia della città efficiente”? Non solo. I cittadini di questo quartiere, del quale non riveliamo il nome (almeno questo), provvedono a spese loro anche per la pulizia delle caditoie. “A Enna – dichiara il presidente del Centro studi “Antonio Romano”, Mario Orlando,- la pulizia delle caditoie è un un optional. Tantissime caditoie versano in cattive condizioni e i rifiuti che si accumulano al loro interno contribuiscono a bloccare il flusso di acqua piovana. Che inevitabilmente risale dai tombini o scende molto più lentamente. Non si può intervenire solo in maniera straordinaria quando succede qualche danno e mai con azioni periodiche. Questa regola deve cambiare. Insomma, la pulizia delle caditoie non deve essere effettuata solo per le emergenze, ma con interventi regolari che vanno fatte almeno due volte l’anno e in ogni caso prima del periodo delle piogge”.
Giacomo Lisacchi