CNA / RESTAURO – SOSPENSIONE DEL BANDO

Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha segnalato che sulla G.U.R.I., serie concorsi, del 30/11/2010 sarà pubblicato un Avviso che dispone la sospensione della procedura di selezione pubblica per il conseguimento delle qualifiche professionali di Restauratore di beni culturali e Collaboratore restauratore di beni culturali,  lo comunica Angelo Scalzo  responsabile Regionale e Presidente Provinciale  dell’unione Artistico e Tradizionale della CNA, in attesa che si realizzi l’iter parlamentare necessario alla revisione dell’art. 182 del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Sono state dunque accolte, continua Scalzo,  le richieste che CNA ha più volte proposto per la revisione del Codice dei beni culturali e per sospendere e modificare la disciplina di qualificazione che presenta alcune caratteristiche discriminatorie nel riconoscimento delle qualifiche ed alcuni aspetti critici che porterebbero ad una eccessiva chiusura di un mercato fondamentale per il rilancio della nostra economia.
Giudichiamo positivamente la decisione di sospendere il bando, continua Scalzo,  ma sicuramente non ci possiamo fermare né tantomeno cullarci che la guerra è stata vinta, poiché è comunque necessaria la qualificazione del settore, CNA è da sempre contraria a sanatorie di sorta ed è dunque, adesso più che mai, utile l’indizione di un tavolo tecnico, con il coinvolgimento delle parti sociali, al fine di rivedere gli aspetti critici della disciplina e giungere, nel breve termine, ad una effettiva riqualificazione del settore.
Le nostre azioni politiche andranno dunque avanti, conclude Scalzo,  per il riconoscimento dei diritti fondamentali delle imprese e delle persone che studiano e lavorano per la tutela e la conservazione del nostro patrimonio, il più importante patrimonio storico-artistico al mondo. Adesso, oltre alla revisione della disciplina a partire dall’art. 182 del codice dei beni culturali, sono necessari maggiori investimenti in un settore finanziariamente depauperato. CNA chiede dunque, oltre ad un tavolo di discussione con le parti sociali per la revisione dell’intera disciplina,  anche maggiori investimenti raddoppiando in due anni la spesa sostenuta nella tutela del nostro patrimonio.