17 SINDACI SU 20 DESERTANO INCONTRO CON CONFARTIGIANATO

Defezione di 17 sindaci su 20 all’incontro che si doveva svolgere ieri presso la sede di Confartigianato, sul tema della crisi che stanno attraversando gli artigiani e le piccole e medie imprese dell’ennese. All’invito hanno risposto soltanto i sindaci di Assoro, Pietraperzia e Leonforte inviando, rispettivamente, gli assessori Giuseppe Abbate e Paolo Di Marco e il capo settore Paolo Dottore. “Se è vero che riunire 20 sindaci in persona dell’intero territorio ennese è impresa difficile, è vero anche che i primi cittadini non hanno scuse: ci sono impegni che si possono rispettare inviando i propri assessori o dirigenti”. E’ quanto ha dichiarato il segretario regionale di Confartigianato, Salvatore Puglisi, in merito alla riunione dove

  si doveva discutere di Piani regolatori, cottimi fiduciari, Outlet, autorizzazioni per impianti di energia alternativa, bando della regione Sicilia riguante i finanziamenti per il recupero dei centri storici. “Disertando la riunione –ha sottolineato Puglisi-, alla quale partecipavano il presidente provinciale di Confartigianato, Mario Cascio, la presidente di “Donna Impresa”, Concetta Cammarata, e i presidenti comunali di Enna, Calascibetta e Valguarnera, Maurizio Gulino, Antonio Ferro e Cristofero Arena, questi sindaci dimostrano che sono molto distanti dalle vere problematiche dell’economia territoriale della nostra provincia. Noi, comunque, non ci scoraggiamo, li rinviteremo di nuovo affinchè insieme possiamo trovare soluzioni e risposte a un comparto insediato dalla crisi perdurante. Un comparto fatto di 3500 imprese che è la spina dorsale dell’economia del nostro territorio e che sostiene l’occupazione di circa 14 mila lavoratori. I Comuni- ha sostenuto ancora Puglisi- devono attenzionare le difficoltà e i problemi delle imprese locali, non possono dire “non è affar nostro”. Oggi l’artigiano è cittadino e impresa insieme, e in questa fase non produce ricchezza né per sé, né per i suoi collaboratori. Non possono non parlare, ad esempio, di una politica comunale che favorisca le imprese locali.  Piuttosto, serve attenzione alla risorsa umana, alle persone, perchè restino in loco e non se ne vadano, in cerca di lavoro altrove”.
Giacomo Lisacchi