I deputati regionali del Pd, Elio Galvagno e Salvatore Termine, hanno presentato qualche settimana fa, al presidente della Regione e all’assessore regionale all’Energia, una interrogazione, dove chiedono “quali siano i motivi e le ragioni che avrebbero, ad oggi, precluso l’attivazione dell’impianto del “Centro Intercomunale di Raccolta Differenziata dei Rifiuti” di Gagliano Castelferrato. Un impianto che fa il il tris con quello di Compostaggio, avviato ma non ancora a regime, di Dittaino e con quello delle isole ecologiche di Enna, mai messo in funzione e già fuori uso perchè vandalizzato. Tre opere, costate alla collettività circa 12 milioni di euro, con le quali si dovrebbe provare a ridisegnare, dando così una svolta al perdurare
della crisi che dura da sei anni, il sistema della raccolta dei rifiuti della nostra provincia. L’impianto di Gagliano, per il quale i due deputati del Pd chiedono l’apertura, è lambito da un movimento franoso del terreno che ha causato danni enormi alla strada. L’impianto, cofinanziato dalla Comunità europea, costato 4.281.893 euro, è stato collaudato nel 2008. In una prima fase doveva essere messo a beneficio delle popolazioni dei comuni di Agira e Gagliano e, successivamente, da estendere a tutti i Comuni della zona nord della Provincia. Il sistema progettuale del Centro di raccolta, già brevettato per le sue innovazioni, è unico nel suo genere in Sicilia e anche nel resto d’Italia. Intanto, non possiamo non porci la domanda: se il movimento franoso malaguratamente dovesse interessare direttamente l’impianto, chi risponderà delle conseguenze e dei danni subiti?
Giacomo Lisacchi