La battaglia contro la scelta politica del Pd regionale di sostenere il Governo Lombardo a Enna viene combattuta a colpi di referendum. Referendum che si è svolto con la partecipazione di una sola anima del partito, quella che fa capo al sen. Crisafulli, mentre si sono astenute le altre due che fanno capo ai deputati regionali Elio Galvagno e Salvatore Termine. Quest’ultimo dichiara che “tre sono i punti sul quale discutere a proposito del referendum”. “Il primo –dice Termine- in un referendum c’è sempre chi è pro e chi è contro. In questo caso, ci troviamo di fronte ad una mono decisione e quel piccolo dissenso (3%) che è venuto fuori bisognerebbe verificare se è reale o no. Un risultato che non ha riferimenti in nessuna consultazione democratica
del mondo tranne in un regime passato che era quello di Saddam Hussein. Neanche nella Bulgaria di Ceausescu uscivano queste percentuali, perchè lì quanto meno avevano il pudore di mettere un 20% di dissenso come fatto fisiologico. Secondo punto –prosegue Termine-. Il referundum presenta delle anomalie, stando alle dichiarazioni di qualcuno all’uscita dal seggio: “Io non sono di questo partito, ma sono venuto a votare perchè sono contro Lombardo”. Ora, tutto si può fare tranne che la linea politica di un partito, in questo caso del Pd, venga determinata da persone ad esso estranee. Una anomalia straordinaria che se non fosse grave, potremmo dire di trovarci di fronte ad una forma di democrazia innovativa e moderna. Terzo punto. Al dissenso al Governo Lombardo non c’è una proposta politica. Perchè si potrebbe capire se il fautore del referenum avesse un’ipotesi diversa, ad esempio, come quella di costruire un’ alternativa a Lombardo, attraverso un rapporto con l’Udc, che non è quella di Cuffaro, con la Borsellino, con Orlando e la sinistra ecc. In questo caso, invece, il referendum è un si o un no senza proposta politica alternativa. E’ chiaro –prosegue Termine- che Lombardo è in grande difficoltà sul territorio per la crisi economica in atto, ma anche per il fatto che oggi non tira più il vecchio modo di gestione della Sicilia che era fatta di privilegi e di piccoli vantaggi. Per cui votare contro qualcuno ma non a favore di qualcosa in questa fase, in un Paese in cui prevale la distruzione più che la costruzione, è abbastanza facile”. Quali le conseguenze di questo referendum nel Pd ennese? “Nel Pd ennese si tenta a distruggere tutta quella che è stata una esperienza comune. Ogni passo va nella direzione di qualcuno, che in vista di probabili elezioni anticipate si vuole candidare anche per il prosieguo non lasciando ovviamente passi a nessuno. E se domani non venisse candidato, potrà sempre dire “sono stato escluso perchè ero contro Lombardo”.
Giacomo Lisacchi