IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO PROVINCIALE MASSIMO GRECO SU PARALISI ATO RIFIUTI

“La strategia utilizzata da molti Sindaci di disertare le riunioni dell’organo assembleare della società d’ambito “EnnaEuno”, nel tentativo disperato di sfuggire dalle proprie responsabilità non solo è autolesionista ma contribuisce non poco a peggiorare un contesto già caratterizzato da politiche emergenziali sia regionali che locali. In tale contesto, appare utile ricordare che la società d’ambito è uno strumento di gestione di un servizio attribuito in forma associativa e collettiva in capo a tutti gli enti locali dell’ambito ottimale, con modalità avente natura e carattere obbligatorio, per via dell’avvenuto commissariamento emergenziale della Regione Sicilia e degli enti locali in materia di rifiuti e, pertanto, eventuali obiezioni sul costo

  complessivo del servizio possono essere sollevate nel contesto dell’organo assembleare di cui ogni Comune fa parte obbligatoriamente. I conflitti che sorgono tra la società d’ambito “EnnaEuno” ed i Comuni che ne fanno parte nella qualità di soci, non possono che trovare la loro composizione attraverso la mediazione politica esplicabile all’interno degli organi dell’organizzazione sovraccomunale; fermo restando che alla fine è la maggioranza che decide, e che i provvedimenti dell’organizzazione sovraccomunale – se adottati nel rispetto del procedimento di formazione della volontà degli organi collegiali, ed indenni da vizi di legittimità – risultano vincolanti anche per la minoranza. Infatti il componente di un organismo collegiale, qual’è l’assemblea della società d’ambito, è in un rapporto di immedesimazione con l’organo di appartenenza che, nonostante la pluralità dei suoi componenti, costituisce un centro unitario di imputazione degli atti adottati. Le volontà dei singoli Sindaci soci assumono rilevanza solo nell’ambito dell’iter di formazione della decisione collegiale, ma non sono idonee a differenziare la posizione dei dissenzienti (come pure degli astenuti o degli assenti) una volta che la manifestazione di volontà si sia espressa in forma unitaria secondo il voto della maggioranza.

Tale comportamento appare altresì insensato e privo di prospettiva se si considera che la nuova normativa regionale conferma l’esercizio delle funzioni di gestione integrata dei rifiuti obbligando i Sindaci a costituire una nuova società consortile di capitali con caratteristiche e modalità di funzionamento identiche a quella attuale”.