I risultati del referendum di Mirafiori sono sintomatici della grave situazione di crisi, che attanaglia il nostro Paese ed evidenziano una notevole sensibilità dei Sindacati, che fuori da qualsiasi logica demagogica si schierano a difesa del posto di lavoro. “ In Sicilia, la disoccupazione è oggi pari al 18%, un dato preoccupate e ancora più allarmante se si fa riferimento al mondo giovanile, che fa registrare un tasso di disoccupazione pari al 44%, di poco inferiore a quello femminile che si attesta al 50%”. Si aggiunga che capita sempre più spesso che ultracinquantenni perdano improvvisamente il lavoro e non sappiano dove e come trovarne un altro. La crisi crescente ha investito anche i settori più forti e consolidati come quello dell’industria, costretta a licenziamenti significativi, o del pubblico impiego come la scuola, dove solamente nello scorso biennio sono stati tagliati oltre 7000 posti di lavoro.”
I dati relativi alla nostra Provincia sono chiarissimi e netti all’attenzione di politici ed amministratori, che quotidianamente sono costretti a confrontarsi con questa drammatica realtà, della quale sempre più spesso anche il Consiglio Provinciale è costretto a prendere atto.
Il Ministro Sacconi, commentando i risultati del referendum di Mirafiori non esita a ribadire , così come aveva già proposto il Segretario Generale della Cisl Bonanni all’ultimo meeting di C.L. a Rimini, l’opportunità di coinvolgere i lavoratori della Fiat nell’indirizzo e nel controllo di quella Società. Proprio come avviene da tempo in Germania. La domanda è : perché solo i lavoratori della Fiat? Non si potrebbe provare anche con le altre realtà aziendali?
La nostra Provincia, piccola per territorio e modesta per il numero delle imprese, potrebbe già fare la propria parte in maniera agevole, convocando i sindacati e i rappresentanti degli imprenditori per approfondire le problematiche che affliggono la nostra economia e comprendere esigenze e priorità al fine di individuare nuove, utili strategie per il rilancio delle aziende e predisporre un piano strategico per il lavoro e lo sviluppo. La seconda Commissione di Consultazione e Studio, potrebbe da subito mettersi, è il caso di dirlo, al lavoro per offrire spunti di riflessione al Consiglio ed alla giunta Provinciale”