Dopo un 2009 stabile, il 2010 fa registrare una lieve crescita di più 43 imprese iscritte al Registro. Sono stati infatti 934 le nuove imprese che nel 2010 si sono iscritte ed hanno avviato un’attività imprenditoriale nella nostra provincia a fronte di 891 che hanno deciso di chiudere l’attività. Sono 15.992 il totale delle imprese iscritte di cui 14.504 attive pari al 90,70%. Da evidenziare che delle 1.488 imprese non attive, 882 sono inattive, 211 con procedure concorsuali e ben 391 sono in scioglimento o liquidazione. Il settore più consistente rimane quello dell’agricoltura con 5.747 imprese iscritte pari al 35,93% sul totale delle imprese; segue il settore del commercio con 3.577 pari al 22,37%; l’artigianato con 3.481 pari al 21,77%.
Il settore delle costruzioni con 1.812 pari al 11,33% del totale delle imprese, anche per il 2010 si conferma un settore importante per l’economia provinciale.
Dall’analisi delle dinamiche interne nel saldo sulla nati-mortalità nei diversi settori si evidenzia una perdita di imprese nel settore dell’agricoltura con meno 159, nelle costruzione con meno 30, nell’artigianato con meno 36, mentre si registra un lieve aumento del commercio con più 19 sicuramente dovuto all’apertura delle unità locali presso l’outlet di Dittaino.
Analizzando la natura giuridica delle imprese si evidenzia un aumento con più 85 delle società di capitali e delle società di persone con più 14 mentre si registra una perdita di 83 imprese individuali.
NATURA GIURIDICA DELLE IMPRESE
Società di capitali n. 1.458 pari al 9,11%
Società di persone n. 1.236 pari al 7,72%
Imprese individuali n. 12.370 pari al 77,35%
Cooperative n. 725 pari al 4,53%
Consorzi n. 69 pari a 0,43 %
Altre forme n. 134 pari a 0,83%
I settori che registrano le maggiori cancellazioni nel 2010:
• Commercio n. 202
• Agricoltura n. 209
• Costruzioni n. 124
Il dato in se dell’anno 2010 è sostanzialmente positivo, dichiara il Presidente della Camera di Commercio Liborio Gulino, si conferma, in termini numerici, la tenuta del sistema imprenditoriale ennese ma che risulta economicamente fortemente indebolito per la pesantissima crisi in atto.
Il 2010 è stato caratterizzato fortemente per il crollo delle commesse, dovuto soprattutto all’assenza di lavori ed investimenti pubblici nel settore dell’edilizia e più complessivamente nel settore manifatturiero con la conseguente caduta dell’occupazione e dei consumi sia nella piccola che anche nella grande distribuzione. Crollo che ci ha fatto ritornare ai livelli del 1999. I consumi pro-capite tornano indietro ai livelli di dieci anni fa. Sono cambiati i comportamenti di spesa adottate delle famiglie per la riduzione del reddito disponibile dovuto al perdurare della crisi, meno sprechi e più attenzione al rapporto qualità-prezzo per contenere al massimo la perdita di benessere patita durante la crisi.
A pagarne le conseguenze maggiori non solo inevitabilmente il calo della spesa per le vacanze, ma è diminuita la spesa per i pasti in casa e fuori casa, la mobilità e le comunicazioni e soprattutto l’abbigliamento. Al contrario hanno tenuto la spesa per la salute e quella per gli elettrodomestici.
I tempi della ripresa, dice Gulino, nella nostra realtà appaiono sempre lontani, sia in termini di ripresa dei consumi ma soprattutto in termini occupazionali. Centinaia di piccole imprese sono state costrette, se non a chiudere l’attività, a licenziare le maestranze con una perdita notevole sia in termini occupazionali ma anche in termine di professionalità e competenze.
Occorrono azioni di sostegno all’economia ed alle imprese con interventi concreti.
Le piccole e medie imprese che rappresentano la quasi totalità delle imprese della nostra Provincia, sono il serbatoio occupazionale; difenderle e sostenerle significa difendere posti di lavoro e porre le basi per nuove opportunità di lavoro.