In una nota inviata a S.E. il Prefetto di Enna, al Presidente della Provincia Regionale di Enna e all’Assessore all’Agricoltura della Provincia Regionale di Enna la Coldiretti di Enna manifesta la grave preoccupazione per l’esistenza delle imprese agricole zootecniche della Provincia di Enna a causa della riduzione, da parte dell’ASP di Enna dell’ordinaria attività nelle aziende zootecniche dell’intera provincia di Enna accumulando gravi ritardi nell’attività di profilassi vaccinale obbligatoria, prevista dalla normativa, propedeutica al rilascio dei certificati di “Stalla Indenne” e gravissimi ritardi, anche dovuti a farraginose procedure burocratiche, nel rilascio del passaporto (Mod.4), obbligatorio per il trasporto degli animali destinati sia all’allevamento che alla macellazione. Tale comportamento, infatti, sta causando la forzata permanenza in azienda di tutti i capi pronti per la vendita provocando un ingentissimo danno economico agli allevatori che per mantenere gli animali in stalla devono aumentare i costi di gestione senza alcuna speranza di un ricavo di ritorno dovuto ad un mercato immobile e poco remunerativo.
Delle 16.000 imprese iscritte alla Camera di Commercio di Enna il 40 % è rappresentato dalle aziende agricole – afferma il presidente di Coldiretti Enna, Francesco De Luca – costituendo un pilastro fondamentale dell’economia provinciale che occorre consolidare e sostenere con adeguate politiche di mercato semplificando inutili adempimenti burocratici snellendo i gravami che appesantiscono lo sviluppo del territorio.
Con il suo patrimonio zootecnico composto da circa 142.000 capi ovi-caprini e 65.000 capi bovini la provincia di Enna dimostra la propria vocazione agricola per salvaguardare la quale, la Coldiretti di Enna ha chiesto l’autorevole intervento del Prefetto di Enna, D.ssa Giuliana Perrotta affinché venga ripristinata la normale attività veterinaria consentendo agli allevatori di continuare a svolgere la propria attività imprenditoriale.
Considerato il grave stato di disagio e di forte tensione degli allevatori non è da escludere che potrebbero esplodere pubbliche manifestazioni.