PRC ENNA RISPONDE ALLA PRESA DI POSIZIONE DELLA GIOVANE ITALIA DI ENNA SUL PRESIDIO ANTIFASCISTA DEL 12 FEBBRAIO

“Storicamente, il movimento fascista ha avuto due volti: quello più tipicamente diciannovista, violento e armato, la cui eredità viene oggi raccolta da Forza Nuova, le cui esibizioni pubbliche si tingono sempre del sangue di migranti, gay e giovani studenti, picchiati senza pietà (vedi gli scontri di Piazza Navona a Roma nell’ottobre 2008), e quello dei cosiddetti “fascisti in doppiopetto”: i liberali fiancheggiatori dei fascisti ieri, e la maggioranza delle destre di La Russa, Gasparri e Calderoli oggi”.  E’ quanto dichiara Carmelo Albanese, della Segreteria provinciale del PRC, in merito alla presa di posizione della Giovane Italia di Enna sul presidio antifascista del 12 febbraio. “Prendiamo atto -continua Albanese- che degli sconosciuti facenti riferimento al movimento giovanile del Pdl di Enna non si distanziano di una virgola dai loro capi romani, mostrando senza vergogna non solo di non aver mai semplicemente sfogliato un libro di storia, ma addirittura di non curarsi nemmeno della cronaca politica quotidiana. Basterebbe semplicemente ricordare a costoro due momenti fondanti la storia d’Italia che hanno determinato quella “pacificazione nazionale” cui essi alludono: la Liberazione del Paese dalla barbarie fascista il 25 aprile 1945 e l’amnistia di Togliatti del giugno 1946. Questa storia, purtroppo, non la raccontano al Grande Fratello, ma bisogna leggerla sui libri. Quegli stessi oggetti rettangolari su cui storici e giornalisti impegnati e di serietà scientifica indiscussa hanno scritto parole di verità sulla complessa vicenda del confine orientale italiano (basterebbe a ciò citare studiosi del calibro di Collotti, Pupo e Spazzali). I nostri “berluscones” potrebbero però iniziare a mettersi in connessione con la democrazia italiana venendo con noi il 25 aprile prossimo a deporre, come facciamo ogni anno, una corona di fiori sulla tomba di Pompeo Colajanni, comandante partigiano nostro illustre concittadino”.
“Infine -conclude Albanese-, a proposito del 150° dell’Unità d’Italia, che ne pensano questi novelli figli della lupa delle prese di posizioni del ministro Bossi sul 17 marzo?