Enna. La bonifica e la possibile riapertura del sito minerario di Pasquasia le questioni fulcro della riunione straordinaria ed urgente dei tre consigli provinciali di Enna, Caltanissetta ed Agrigento, indetta su iniziativa del presidente dell’ organo ennese Massimo Greco che ha visto la partecipazione del presidente della Commissione Parlamentare Attività Produttive all’ Assemblea Regionale Siciliana, Salvino Caputo. Dall’ incontro è emerso che la protezione civile regionale dovrebbe farsi carico, già dalla prossima settimana, di un’ adeguata bonifica degli oli dielettrici fuoriusciti, mentre rispetto al risanamento dall’ amianto è possibile accedere a dei fondi europei ad hoc, oltre ad essersi registrata la disponibilità dell’ Italkali a riprendere le attività in considerazione della recente vittoria della causa contro la Regione Siciliana rispetto alla concessione estrattiva. “Tra gli obiettivi del partito rientra la valorizzazione delle potenzialità che la nostra terra offre – ha dichiarato in merito il coordinatore provinciale Pdl e deputato regionale Edoardo Leanza – quindi anche l’ attività estrattiva del sito di Pasquasia è un nostro obiettivo, in particolare per quanto attiene la situazione occupazionale, oltre che ambientale. Sul settore estrattivo, il partito sta inoltre lavorando ad un progetto inerente il territorio di Calascibetta e specificatamente il sito di Corvillo”.
Se riaperta la miniera potrebbe divenire una fonte economica importante, secondo uno studio Italkali, confermato da analisi regionali, si potrebbero estrarre carnallite e magnesio metallico, materiale che deriva dagli scarti di produzione e viene utilizzato nell’ industria aerospaziale, aeronautica e del fotovoltaico, per un valore quotidiano pari a ben ottocentomila euro.
Altrettanto interessanti i risvolti occupazionali, tra 1000 e 2500 i posti lavorativi che si creerebbero nel comprensorio delle tre province interessate.
<< Il nostro obiettivo – afferma il presidente della Commissione provinciale speciale per Pasquasia, Giuseppe Regalbuto – è quello della bonifica del sito ai fini della salute pubblica, ma col risultato finale di riaprire il sito per dare sviluppo al territorio >>.
Un’ azione urgente quella della bonifica, in particolare per quanto riguarda il pericolo di inquinamento delle falde acquifere << esiste una discarica di circa 800 mila metri cubi – prosegue Regalbuto – che potrebbe contaminare le acque che vanno a finire nei torrenti Salso e Morello >>.
Alessandra Leonora