E stato chiuso il tesseramento per l’anno 2010 con un saldo dell’anagrafe degli inscritti di circa 3200 tesserati. Si è proceduto alla istituzione della consulta dei segretari di circolo convocata diverse volte in occasione della organizzazione dell’iniziativa nazionale del “porta a porta”, dei referendum sulla permanenza dell’appoggio del PD al governo Lombardo, in occasione della organizzazione della delegazione ennese alla manifestazione nazionale contro il governo Lombardo, per l’organizzazione della delegazione all’assemblea dei segretari di circolo a Roma e a Catania e per l’organizzazione della raccolta firme contro il Governo Berlusconi. Si sta procedendo alla organizzazione della Conferenza delle donne e in questo fine settimana una delegazione ennese ha partecipato alla riunione della conferenza nazionale delle donne democratiche. Stiamo avviando il tesseramento 2011 ed abbiamo rispettato l’impegno preso di riaprire la federazione provinciale per dotare il partito di una sede fisica. E’ di già pronto il sito internet del partito che metterà in rete l’attività e le esperienze politiche, organizzative ed amministrative del partito e dei circoli, nei prossimi giorni riunione della consulta dei segretari per definire il percorso.
La segreteria Provinciale ha proceduto inoltre in questi mesi ad incontrare tutti i direttivi di circolo ad eccezione di quello di Assoro, già calendarizzato per i prossimi giorni e lo spaccato che esce è quello di un partito vivo e vitale.
La segreteria Provinciale ha partecipato, inoltre a diverse riunioni della segreteria regionale e dell’esecutivo su problemi politici ed organizzativi.
Abbiamo nella sostanza celebrato un congresso pienamente legittimo ed oggi completiamo l’iter congressuale con l’elezione della direzione provinciale e nei prossimi giorni con la nomina dell’esecutivo ed il conferimento degli incarichi di lavoro.
Il partito ha retto bene e dobbiamo lavorare tutti per renderlo sempre più forte e coeso, ripensando in questo quadro ad una nuova politica delle alleanze che, partendo dalla consapevolezza della grande forza del nostro partito, sia capace di unire tutte le forze disponibili in un grande impegno per il rilancio della nostra realtà territoriale, seguendo il percorso già indicato a livello nazionale dalla prospettiva del Nuovo Ulivo.
In questo senso nei giorni scorsi abbiamo proceduto ad un incontro con i socialisti con i quali si è concordato sulla necessità di unire tutte le forze disponibili in un grande impegno per il rilancio della nostra realtà territoriale, ripensando ad una nuova politica delle alleanze che, partendo dalla consapevolezza della grande forza del PD, sia capace di unire tutte le forze disponibili in un grande impegno per il rilancio della nostra realtà territoriale, candidandoci, sin d’ora quale forza alternativa per il governo della nostra provincia.
La coalizione di centrodestra, nei vari livelli di responsabilità, ha dimostrato infatti per intero la propria incapacità di governo, registrando addirittura in provincia di Enna una vera implosione, che ha generato, dopo una serie infinita di rimpasti, una giunta tecnica, asfittica e priva del necessario sostegno di una maggioranza politica ed amministrativa.
Nei poco più di due anni appena trascorsi, da quando cioè il centro destra è stato chiamato dagli elettori a governare la nostra provincia, ci è toccato assistere ad una totale assenza di qualsiasi progettualità politica ed amministrativa, in grado di dare risposte alla grave crisi economica che, nel nostro territorio, amplifica i suoi devastanti effetti a causa del deficit strutturale ed infrastrutturale di una Provincia, che resta, purtroppo, saldamente ancorata agli ultimi posti nelle graduatorie economiche e di crescita nazionali.
Un’Amministrazione incapace persino di gestire l’ordinaria amministrazione, che ha assistito, inerte al susseguirsi di così violente aggressioni nei confronti del nostro territorio, che non hanno riscontro nella storia recente della nostra realtà istituzionale.
Non finiremo mai di denunciare gli scippi ai quali abbiamo dovuto assistere.
Gli oltre 130 milioni di euro, suddivisi in tre annualità, concessi alla nostra Provincia dal Governo Prodi in seguito alla decisione di non realizzare il ponte sullo Stretto di Messina (almeno non prima di aver dotato la Sicilia di infrastrutture degne di un paese civile) sono stati ridotti dal Governo Berlusconi, con il decreto legge 112/2008, ad una sola annualità pari a circa 40 milioni di euro. Con l’ulteriore beffa determinata dalla susseguente delibera CIPE del Dicembre 2008, con la quale questa stessa annualità è stata spalmata sino al 2012. Ciò ha comportato che, per il completamento della viabilità provinciale programmata, occorrerà attendere oltre il 2012.
Tuttavia ad oggi non una sola strada di quelle programmate è stata ancora appaltata con la conseguenza che l’intera rete viaria provinciale è quasi completamente inutilizzabile e l’unico provvedimento adottato dall’Amministrazione provinciale è quello di emettere esclusivamente ordinanze di chiusura che, se correttamente rispettate, impedirebbero, quasi totalmente il transito nell’intera rete. Attendiamo ancora l’avvio dei lavori della PANORAMICA per la realizzazione della quale non vengono ancora liberati i fondi della Protezione civile in quanto non viene ancora sottoscritto l’APQ trasporti.
I continui e reiterati tagli di trasferimenti, dai 2 milioni e cinquecentomila euro del 2008, ai circa 4 milioni e settecentomila euro in meno nel 2009, per arrivare ad una ulteriore riduzione del 30% nel 2010 e, come se tutto ciò già non bastasse, si prevedono ancora tagli per il 50% dei trasferimenti nel 2011. Di questo passo appare scontata ed ineluttabile la dichiarazione di dissesto finanziario dell’Ente Provincia.
L’edilizia scolastica, registra anch’essa un pericoloso deficit. Quasi nessun istituto risulta infatti a norma, e, di fronte a tale situazione, abbiamo appreso che il Ministero delle Infrastrutture, nel quadro dei finanziamenti destinati ad interventi urgenti per la messa in sicurezza del patrimonio scolastico in Sicilia, ha previsto interventi per svariati milioni di euro in favore di 133 istituti siciliani, escludendo completamente la Provincia di Enna. Di contro apprendiamo del finanziamento di 13 progetti per 1.250 mila euro per la dispersione scolastica e la cultura della legalità.
E che dire, poi, del fallito tentativo di sottrarre alla Provincia la sua Università, portato avanti con supina complicità dallo stesso Presidente Monaco, mediante l’istituzione di un fantomatico quarto polo pubblico del centro Sicilia, che avrebbe raggiunto il grande risultato di spostare l’asse decisionale nella Provincia di Siracusa.
Tutto ciò senza dimenticare la gravissima incapacità di gestire eventi in grado di dare una proiezione internazionale al nostro territorio, spezzandone l’atavico isolamento, come, ad esempio, il rientro della Venere di Morgantina. nessuna azione è stata posta in essere dall’Amministrazione né in termini di adeguamento del sistema viario e di riqualificazione urbanistica di Aidone, né tantomeno in relazione agli interventi di ristrutturazione della chiesa di S. Domenico che avrebbe dovuto accogliere la statua tant’è che è ormai certo che la statua verrà ospitata negli angusti locali del museo regionale di Aidone. Iniziativa PD
Si procede invece alla liquidazione sistematica di tutte le realizzazioni messe in essere dal centro sinistra. In questo senso la liquidazione del CESIS e la vicenda MULTISERVIZI sono emblematici.
LICEI LINGUISTICI
PASCQUASIA
Nella sostanza si sta verificando ciò che da tempo sosteniamo. Il centro destra non riesce a rappresentare una vera alternativa alle politiche di sviluppo messe in atto dai governi di centro sinistra che negli ultimi anni si sono succeduti. Un vuoto di idee e di elaborazione politica che si traduce anche in una incapacità di incidere sulle scelte strategiche e di sviluppo della nostra Regione.
Una Regione guidata da un Governo le cui continui liti interne hanno, in pochi anni portato al ribaltamento della maggioranza venuta fuori dalle urne siciliane, con Lombardo che governa con il sostegno del Partito Democratico in Sicilia ed è, al contempo, forza politica alternativa al PD.
A nessuno può sfuggire come tale contraddittoria situazione politica, che da molti mesi attraversa la Regione Siciliana, abbia negativamente inciso sull’elaborazione ed attuazione di una politica di sviluppo dei territori regionali, che pure sarebbe stata, e lo è tutt’ora, indispensabile per l’avvio di una stagione di riforme e di interventi finalizzati a risolvere i diversi punti di crisi.
Ma, anziché porre in essere un programma di interventi seri ed organici a sostegno dello sviluppo e dell’occupazione, condiviso con le parti sociali, Lombardo pensa solo ad occupare, con puntiglio sistematico, posti di governo e sottogoverno. Ormai ha commissariato tutto: Enti, Aziende Sanitarie, Consorzi Industriali, Istituiti Case Popolari, Ipab, persino la giunta di governo è stata commissariata con un provvedimento di dubbia legittimità. Dall’insediamento ad oggi i soli consulenti nominati dal suo Governo sono 370 per una spesa di oltre tre milioni di euro.
Ciò avviene in un contesto di totale immobilismo che provoca, tra l’altro, il ritardo, quando non la perdita, delle risorse comunitarie della programmazione 2007/2013; risorse queste che se correttamente utilizzate potrebbero rappresentare un efficace antidoto alla crisi innescando processi produttivi virtuosi. Purtroppo ad oggi la Regione Siciliana sulla programmazione comunitaria 2007/13 ha certificato solo il sei per cento della spesa con il rischio sempre più concreto della perdita di circa un miliardo di euro di fondi comunitari.
Solo in materia di formazione professionale restituiremo quest’anno, circa 45 milioni di euro, con la perdita netta di centinaia di posti di lavoro per il mancato reimpiego. La stessa segretaria regionale della CGIL che notoriamente aveva concesso al Lombardo quater un’apertura di credito, parla chiaramente di un’azione di governo insufficiente ad evitare quella che ormai si configura come una catastrofe.
Un Governo che sbandiera ai quattro venti un’azione riformista che però, nella realtà, è inesistente. Mi chiedo, infatti, quali elementi di riformismo sono propri della riforma sanitaria approvata dall’Assemblea Regionale?
A me sembra si sia trattato solo di una serie di tagli indiscriminati alla spesa sanitaria, che nella nostra Provincia ha creato danni irreversibili con una riduzione drastica dell’offerta sanitaria che ha comportato il taglio di circa il 30% dei posti letto, e con l’attuazione della seconda fase del piano di rientro il tagli di ulteriori 900 posti letto per incassare la premialità di 500 milioni di euro dallo stato.
E di questi giorni la trasformazione dei presidi ospedalieri di Piazza Armerina e Leonforte, in PTA e quindi nella sostanza la trasformazione da ospedali in poliambulatori.
Nonostante le rassicurazioni del Manager si tratta di una norma assolutamente inadeguata ad una realtà provinciale, come la nostra, contraddistinta da una scarsa densità abitativa distribuita su una superficie, prevalentemente montana, paragonabile per estensione alla Provincia di Palermo. Dove sta il riformismo quando, l’unica eccellenza che ha prodotto questa riforma consiste nel triste primato della Sicilia, al secondo posto in Italia per decessi dovuti agli errori sanitari. La stessa Oasi di Troina, che da sempre ha rappresentato un centro di cura e ricerca di dimensione nazionale, si trova oggi a dover fronteggiare una crisi economica di gravissima entità in quanto, la Regione, non rispetta i trasferimenti previsti dalla convenzione che oltre a regolare i ricoveri ne riconosce l’importate funzione assistenziale. Su questo punto il Partito dovrà nel breve promuovere una manifestazione regionale a sostegno dell’attività e dei livelli occupazionali di questa importante realtà sanitaria.
E’ di questi giorni l’emergenza sanità con ospedali che registrano la chiusura di quattro sale operatorie su cinque mettendo a rischio le operazione d’urgenza sui neonati o l’episodio che a Siracusa un’ammalata di tumore debba attendere 90 giorni per una TAC.
Una riforma sanitaria risoltasi in un fallimento che ha spinto la CGIL e parte del PD a chiedere a gran voce la sua modifica nella manifestazione del 25 di questo mese.
Concorsi lottizzati – vicenda civico.
E che dire, poi, del riformismo di cui sarebbe colmo il Piano dei Rifiuti varato da questo Governo Regionale che contrappone, all’eliminazione dei rifiuti attraverso l’utilizzo di un sistema integrato imperniato sull’uso dei termovalorizzatori, la trasformazione della nostra Sicilia in un’enorme pattumiera. Il Piano rifiuti presentato al Ministero prevede, infatti, 15 nuove discariche e l’ampliamento di 14 delle esistenti E’ bene che si faccia, davvero, prima che sia troppo tardi e l’emergenza ci travolga, un piano sui rifiuti che funzioni.
E, in quest’ottica, la vicenda che ha riguardato, in questi giorni, la nostra splendida Valle del Dittaino è emblematica di come si pensi di portare i rifiuti laddove sarebbe veramente impensabile collocarli, seguendo una logica quasi “punitiva” dei territori.
Per fortuna, questo pericolo sembra essere scongiurato, ma è di questi giorni la notizia della bocciatura dell’ampliamento della discarica di cozzo vuturo.
Ma registriamo anche il fallimento degli altri punti programmatici che il PD aveva posto come condizione per il sostegno.
Mi riferisco alla legge elettorale, ancora al palo, ma che in ogni caso risulta completamente diversa da quella originariamente proposta; dalla doppia scheda si è passati alla scheda singola che non eliminerà quell’effetto trascinamento per cui era stata originariamente proposta.
Ma mi riferisco anche alla legge di riforma del commercio alla quale il nostro partito aveva attribuito grande importanza politica quale rimedio contro la desertificazione dei piccoli esercizi commerciali, che risulta anch’essa al palo assieme alla legge di riforma delle ASI ed a quella di semplificazione amministrativa.
Non vorrei che l’unica riforma che porta a casa il PD sia quella della cancellazione delle Province Regionali.
Un’altra idea talmente strampalata e balzana che anche il nostro capogruppo all’ARS, Antonello Cracolici, ha dovuto, in una recente intervista richiamare – credo suo malgrado – alla realtà il Presidente Lombardo, ricordandogli come esistano delle difficoltà oggettive, a cominciare dal fatto che, ad esempio, la motorizzazione civile è organizzata per province. Le targhe vengono, infatti, attribuite per provincia, nonostante abbiano perso la sigla del capoluogo. E ancora la questione relativa all’eliminazione delle prefetture, con la derivante mancanza di coordinamento degli apparati, e l’eliminazione dei comuni capoluogo, fatta eccezione per le realtà metropolitane.
Se questo è il riformismo di Lombardo, fatto di continui proclami e provocazioni ad effetto, fatto di nomine e clientele che servono solo a mascherare un vuoto politico e di governo noi diciamo No grazie !! Noi non abbiamo scelto di stare con Lombardo; questa decisione è infatti frutto di ben due ribaltoni perpetrati negli Organismi di partito.
Il primo, è avvenuto allorquando abbiamo assistito al ribaltamento della linea politica, di contrapposizione al governo Lombardo, uscita vincente dal congresso regionale che ha visto prevalere la candidatura dell’attuale segretario Giuseppe Lupo, con il decisivo supporto di Bernardo Mattarella e dell’area “Bersani”.
Il secondo perché sono stati del tutto ignorati i “paletti” che l’esecutivo regionale del partito aveva posto come condizione “sine qua non”per sostenere il governo Lombardo, ovvero: discontinuità, programma concordato e rottura con il berlusconismo.
Nessuna di tali condizioni è stata mantenuta ed appare a questo punto necessaria una presa di coscienza collettiva, che coinvolga l’intero corpo del partito, che deve essere chiamato a decidere, definitivamente, sull’opportunità di continuare a supportare, sul piano politico ed amministrativo, tale governo.
vicenda politica alleanze considerati come parenti poveri
Gli iscritti, gli elettori, il popolo delle primarie, chiamati ad esprimersi con i referendum consultivi del 8 dicembre e del 9 gennaio hanno il diritto di vedere messa in atto la decisione, peraltro già assunta dagli organismi dirigenti di partito, di indire un “referendum” che sciolga, definitivamente questo nodo, dando o, negando, legittimità ad una scelta fondamentale per la prospettive politiche del nostro partito.
PIAZZA ARMERINA
E’ per questo che abbiamo deciso di procedere all’indizione di un referendum deliberativo
Infine vi chiedo un’impegno particolare nella raccolta delle firme per mandare a casa il Governo Berlusconi e contribuire così anche noi alla raccolta di 10 milioni di firme promosso da Bersani.
Siamo stanchi di imbrogli.
L’ultimo dei quali si chiama scossa all’economia. Ancora aspettavamo la grande riforma fiscale basata su due aliquote IRPEF promessa nel 2001 e mai realizzata che arriva la scossa economia articolata su due spot governativi. La riforma dell’art 41 della costituzione ed il piano sud.
Ancora il piano casa annunciato e promesso per ben tre volte dal 2008 ad oggi e mai realizzato.
Occorre mettere al centro del dibattito politico le parole sviluppo, lavoro economia crescita, integrazione ed abolire quelle ormai al centro della scena ed anche del ridicolo internazionale Rubi, papi, puttanaio bunga bunga.