SABATO 19 MARZO 2011 LA VENERE DI MORGANTINA RITORNA AD AIDONE: ENTRO GIOVEDì 25 MARZO LA RICOSTRUZIONE DELL’AFRODITE A CURA DEI TECNICI AMERICANI DEL PAUL GETTY E DEL CENTRO DI RESTAURO REGIONALE.

DAL RITROVAMENTO, AL FURTO, AL RITORNO: La “Afrodite” o Venere di Morgantina fu trafugata nel sito archeologico nei pressi di Aidone (En), tra il 1970 e il 1980, verosimilmente in localita’ San Francesco Bisconti, area contrassegnata dalla presenza di sacelli arcaici (piccole aree recintate e senza coperture, situate intorno ad un altare) e da rinvenimenti di frammenti di statue in terracotta a grandezza naturale. Agli inizi degli anni ’80 la statua, tranciata in tra parti, fu venduta dal ricettatore ticinese Renzo Canavesi al londinese Robin Symes, che nel 1986 la rivendette al Paul Getty Museum.

L’accordo siglato a Roma, il 25 settembre del 2007, tra il ministero dei Beni Culturali, l’assessorato dei Beni culturali della Sicilia e il Getty ha concluso la lunga e complessa vicenda giudiziaria e diplomatica. Il museo americano ha riconosciuto la fondatezza dell’azione del Governo italiano grazie anche alle analisi che hanno dimostrato che il tufo dal quale la statua e’ stata ricavata proviene dall’area archeologica del fiume Irminio.

La Venere e’ alta 2,20 metri e si presenta con il corpo panneggiato e con tracce di pigmenti rossi, blu e rosa. Per le parti nude del corpo – viso e braccia – e’ stato utilizzato marmo bianco dell’isola di Paro.

Per l’uso di diversi materiali, la tecnica utilizzata e’ la “pseudo-acrolitica”, gia’ sperimentata in Magna Grecia e soprattutto in Sicilia, anche per la realizzazione delle metope del tempio E di Selinunte (450 a.C.)

Il rendimento del corpo e del panneggio rivela profonde influenze dello “stile ricco” e potrebbe essere stata scolpita in Sicilia da un artista attico della cerchia di Fidia. Essendo lavorata da tutti i lati la statua fu realizzata per essere esposta al centro di un ambiente, a tutt’oggi non identificato. Il confronto piu’ immediato con la Venere e’ quello con un’Afrodite dell’Agora’ di Atene (circa 410 a.C.) e tuttavia, dopo l’identificazione della statua, da parte degli esperti del Getty Museum come “Probably Afrodite” gli studiosi hanno riconosciuto in essa Demetra o Kore.

Campagne di scavo condotte negli anni ’80 dalla Soprintendenza archeologica di Agrigento, allora competente per territorio, confermarono oltre che a Morgantina, la presenza di un’area sacra in localita’ Cozzo Matrice, nei pressi del lago di Pergusa, dove le fonti storiche dello stesso periodo localizzavano il mitico rapimento di Kore da parte di Ades, dio degli Inferi.

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