COMUNE DI ENNA: BOTTA E RISPOSTA TRA IL CONSIGLIERE BIAGIO SCILLIA E L’ASSESSORE SAVARESE

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Le affermazioni riportate sui quotidiani secondo cui: “.. Scillia ha contestato l’iniziativa dell’amministrazione comunale di voler realizzare un nuovo canile…” e le dichiarazioni di replica dell’Assessore Savarese impongono qualche considerazione. L’oggetto delle mie ultime esternazioni e della nota personalmente indirizzata al presidente della terza commissione concerne la modalità di svolgimento dei lavori all’interno della stessa e per la cui problematica il presidente ha avviato le opportune fasi di concertazione di cui si darà riscontro.  Il canile comunale fungeva solo da esempio. Nulla aveva a che fare con la validità del lavoro dell’amministrazione su questo specifico oggetto, né tantomeno sull’importanza del problema.  Sul punto, tuttavia, ritengo adesso di dover fare chiarezza. In primis, l’iniziativa del canile comunale non appartiene all’amministrazione ma al consigliere Cesare Fussone, da sempre impegnato al raggiungimento di questo importante traguardo.
Iniziativa che io sposo totalmente e che non ho mai contestato ritenendola fondamentale per l’avvio di un processo costruttivo nella città di Enna.
Mi preoccupa, invece, che l’assessore Savarese si sia sentito in dovere di puntualizzare il suo impegno sul canile acquisendone anche una paternità che non gli appartiene. Sarebbe auspicabile che lo facesse nelle opportune sedi magari abbandonando la demagogia e mostrandoci il lavoro espletato sin ora.
Se, infatti, come lui afferma “siamo nella fase di reperimento delle risorse” certamente avrà già completato tutto l’iter preliminare di redazione del progetto, di analisi dei costi, l’eventuale variazione del piano regolatore, l’iter per l’inserimento nel piano triennale delle opere pubbliche e quant’altro.
E allora che metta la commissione competente ed il singolo consigliere in condizione di visionare tutta la documentazione attestante quanto dallo stesso affermato, che produca lo stralcio di una richiesta di preventivi, lo studio di fattibilità realizzato, l’analisi dei costi e dei benefici che ha condotto, le richieste di finanziamento inoltrate e quant’altro necessario a farmi abbandonare l’idea di un sistema politico basato sulla sterile demagogia e ad avviare un processo di politica condivisa che metta in condizione tutti gli operatori di potere fornire il proprio contributo.

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