FERDINANDO SCILLIA, PRESIDENTE DEL COLLEGIO DEI RETTORI DI ENNA SULLE MANIFESTAZIONI RELIGIOSE DELLA SETTIMANA SANTA A ENNA

Descrivere la Settimana Santa di Enna, senza considerare la storia della città e i fatti che hanno determinato secoli di tradizioni, può sembrare semplice, specie se ci si limitasse solamente all’elemento folkloristico. Infatti, non si può ignorare il ruolo delle Confraternite che vantano origini antichissime e una tradizione notevole, esse proliferano durante il 1600 e soprattutto, quando Castrogiovanni, oggi Enna, viveva la dominazione spagnola, sotto la quale furono importati usi e costumi. La Spagna, infatti, dominò in Sicilia per oltre 300 anni, dagli inizi del XV secolo alla pace di Utrecht avvenuta nel 1713; durante questo dominio, in Sicilia, fiorirono numerose ‘confradias’ da cui il nome di confraternite, a esso si devono anche i numerosi privilegi conferiti dai sovrani spagnoli e di norme talvolta minuziose anche sul vestiario o sul posto da occupare in determinate processioni. Non a caso, infatti, gli archivi vicereali e reali di Palermo, Napoli e Madrid, annoverano imponenti carteggi riguardanti le confraternite, molte delle quali, in seguito ai privilegi regali, si fregiavano dei titoli di Venerabile, Alta, Regale, Nobile. Il vestiario del confrate deriva da quello spagnolo, esso è formato in linea generale da un camice bianco, da un cingolo ai fianchi, da uno scapolare, da una mantella (in dialetto ennese mantiglia dal termine spagnolo ‘mantillas’), dai guanti e da un cappuccio con la visiera (abbassata durante le processioni della Settimana Santa) e da una corona di vimini in testa. Le insegne che i confrati portano in processione, secondo un preciso ordine tradizionale, sono le croci, le insegne, i lunghi lampioni, chiamati in dialetto ‘blannuna’ dal vocabolo “spagnolo”‘blandon’, cioè ceroni. Ogni confraternita ha il proprio emblema e colore della mantella che la distingue l’una dall’altra. A capo delle singole confraternite era eletto il più anziano cui era conferita la carica di Rettore, ottenendo così il titolo di Governatore, Procuratore, Monsignore e faceva parte di diritto del Civico Senato. Nel XVI e nel XVII secolo le confraternite si limitavano prevalentemente a compiti assistenziali, prestando la propria attività presso ospedali e ricoveri.
Le Confraternite sono nate, oltre che per promuovere culto, principalmente come opere di pietà, di carità, di assistenza e volontariato. Nel 1740 esistevano a Castrogiovanni otto collegi, otto compagnie, diciassette confraternite e un’arciconfraternita; oggi ne sopravvivono solo quindici (quattordici confraternite e un’arciconfraternita). La loro costituzione varia dal 1261 al 1973.
Confraternita del SS. Salvatore (1261), Confraternita di S. Maria la Nuova (1408), Confraternita di S. Giuseppe (1580), Arciconfraternita delle Anime Sante del Purgatorio (1615), Confraternita della SS. Passione (1660), Confraternita del SS. Sacramento (1935), Confraternita di Maria SS. Immacolata (1754), Confraternita di Maria SS. Del Rosario (1932), Confraternita di Maria SS. Di Valverde (1935), Confraternita dello Spirito Santo (1800), Confraternita di Maria SS. Delle Grazie (1934), Confraternita del Sacro Cuore di Gesù (1839), Confraternita di Maria SS. Della Visitazione (1874), Confraternita di Maria SS. Addolorata (1875), Confraternita del SS. Crocifisso di Pergusa (1973). Da quest’anno c’è pure la neonata confraternita di Sant’Anna.
Le finalità di tali aggregazioni, oggi, nell’era del terzo millennio tendono anche a promuovere la dignità della persona umana mediante l’impegno concreto ottenuto nelle forme e nei modi necessari, per la rimozione di situazione di bisogno e di emarginazione, individuali e collettive.
A distanza di circa cinquecento anni, la Settimana Santa Ennese ci fa ancora rivivere, in tono di mestizia, quel fascino particolare della celebrazione dei riti che precedono la Pasqua. Un po’ in tutta la Sicilia, la Settimana Santa è caratterizzata da processioni simili a quella di Siviglia: i Misteri, gruppi statuari della Passione di Gesù, sfilano tra Giovedì e Venerdì Santo a Trapani, Erice, Caltanissetta, Ragusa Ibla e in altri paesi più piccoli. A Enna invece accade qualcosa di originale che non si riscontra altrove: un’infinità di personaggi che ordinati e composti percorrono le vie della città per l’intera Settimana Santa.
I riti della Settimana Santa iniziano la mattina della Domenica delle Palme con la rappresentazione dell’entrata di Gesù a Gerusalemme, nel pomeriggio dalla Chiesa di Montesalvo muove il Collegio dei Rettori, istituito nel 1714, composto di tre rappresentanti d’ogni Confraternita (Rettore e due membri del Consiglio di amministrazione) che in ordine di precedenza si reca al Duomo dando così inizio alle ore di adorazione (in dialetto ‘l’ura’). L’ora d’adorazione delle quindici confraternite inizia Domenica delle Palme fino a Mercoledì Santo; le confraternite muovono dalla propria chiesa d’appartenenza per giungere al Duomo nelle ore e nei giorni stabiliti. Giovedì Santo nelle Chiese parrocchiali la consueta lavanda dei piedi, la serata è interamente dedicata ai ‘sepolcri’ con l’esposizione dell’Eucaristia e con l’allestimento di rappresentazioni artistiche. Il momento culminante dei riti della Settimana Santa è quello del Venerdì Santo, quando nel primo pomeriggio, tutte le confraternite si riuniscono al Duomo per iniziare la solenne processione.  In un’aura di commosso silenzio e raccolto misticismo fra i riverberi di luci tremolanti, le quindici confraternite, disposte secondo l’ordine delle precedenze, stabilito dall’anzianità di costituzione, con le visiere abbassate, che coprono i volti, precedono le ‘Vare’ del Cristo Morto e dell’Addolorata. Più di 2500 confrati partecipano al lungo e variopinto corteo funebre che si snoda sulle ‘basole’ consumate di antichi percorsi della città per arrivare alla Chiesa del cimitero ex Convento dei Cappuccini dove è impartita ai confrati e ai fedeli la solenne benedizione con la croce reliquiario contenente una Spina della Corona di Gesù Cristo. La processione, quindi, ritorna al Duomo.
Le manifestazioni della Settimana Santa proseguono la Domenica di Pasqua con la festa della Risurrezione nella chiesa del SS.Salvatore, nel pomeriggio la cerimonia detta a ‘Paci’, quando tra due ali di folla, e un festoso suono di campane, nella piazza adiacente al Duomo, le statue del Cristo risorto e della Madonna portate a spalla dai confrati s’incontrano trionfalmente e vengono portare all’interno del Duomo per rimanervi esposte alla venerazione dei fedeli per una settimana. Il sabato successivo la ‘Festa di Maria Santissima la Nuova’ e l’indomani, detta domenica in Albis, la Confraternita Collegio del SS. Salvatore, il Collegio di San. Giuseppe e la confraternita dello Spirito Santo, con il Vicario Foraneo della città e i fedeli, si recano in processione nei pressi del Castello di Lombardia, dove, dalla sommità della Rocca di Cerere, è impartita la solenne benedizione dei campi, auspicio di un fecondo raccolto. Si ritorna al Duomo e sostando in Piazza Mazzini si da vita alla tradizionale e ultima cerimonia, che conclude i riti della Settimana Santa, detta ‘la Spartenza’ in cui la Confraternita Collegio del SS.Salvatore e il Collegio di San. Giuseppe ritornano in possesso dei rispettivi percoli (del Figlio Risorto e della Madre) e li riconducono nelle proprie chiese d’appartenenza, a simboleggiare il necessario distacco per la conclusione terrena della missione di Cristo che ritorna Padre.
Proprio attraverso quanto sopradescritto la Settimana Santa di Enna, costituisce uno degli elementi fondamentali che permettono di capire le origini e la cultura parti integranti del patrimonio della nostra Città. Questo rito nasconde avvenimenti e storie che a distanza di tempo ci fanno rivivere la Passione e Morte di nostro Signore Gesù Cristo.
La compattezza, il rispetto, il silenzio, il rumore dei lenti passi, il dolore delle processioni e la religiosità caratterizzano e distinguono la Settimana Santa Ennese da tutte le altre manifestazioni d’Italia e in particolare dell’Isola.
Colonna sonora di un’atmosfera così emozionante sono le note solenni delle tradizionali marce funebri composte per lo più da musicisti Ennesi ispirati da questi avvenimenti, sono riusciti a trasmettere, attraverso la musica, le loro emozioni e sentimenti, completando, con un tocco quanto mai appropriato, il quadro finale che si presenta a quanti per la prima volta si affacciano a questo spettacolo.
I riti della Settimana Santa hanno come elemento fondante la religiosità e il rispetto delle tradizioni che ci sono state tramandate nei secoli. Obiettivo primario è quello di tramandare questo patrimonio religioso, storico culturale alle generazioni future.
La manifestazione, pertanto, merita la divulgazione e la pubblicizzazione del patrimonio religioso e tradizionale ennese in tutte le sue manifestazioni, facendola assurgere a un’importanza regionale e nazionale, con lo scopo di diffonderne i contenuti religiosi, spirituali e culturali, fornendo una nuova ’immagine della Città di Enna e con essa della Sicilia, senza sottacere il ritorno economico- turistico per la maggiore presenza nel territorio di quanti vi partecipano per la prima volta o ritornano, affascinati dalla cultura tradizionale religiosa di Enna.
La Settimana Santa a Enna ha lo scopo di celebrare e trasmettere riti di notevole suggestione non solamente per i cattolici ma anche per tutta la popolazione civile interessata allo studio degli usi e dei costumi delle genti, come riprova il notevole interesse dimostrato dall’afflusso di visitatori stranieri e italiani che si verifica da Domenica di Palme, a Domenica di Pasqua.

Il Presidente del Colleggio dei Rettori
Dr. Ferdinando Scillia