Caro Sindaco Garofalo, abbiamo letto la Tua accorata protesta per la mancata considerazione del Comune di Enna nell’iniziativa, promossa dal tavolo unico di regia per lo sviluppo e la legalità di Caltanissetta, denominata “zona franca per lo sviluppo e la legalità”; crediamo che l’allarme che hai lanciato, in ordine al pregiudizio per il territorio ennese, sia giustificato dall’assoluta evidenza che un imprenditore posto di fronte ad una scelta tra Enna e Caltanissetta, ovviamente sceglierebbe Caltanissetta. Abbiamo però il dovere – e Tu da primo cittadino lo avvertirai certamente ancora più forte – di capire perché accade tutto ciò nella, per usare le Tue parole, “pluricommissariata Enna”, a differenza della “terra di sgravi e legalità” che è diventata Caltanissetta. Nessuno sa meglio di Te che, oggi, l’amministrazione comunale di Enna è governata da quel moncone del P.D. che ha per leader politico il senatore Crisafulli, interessato nel tempo da più inchieste giudiziarie, da quella lista civica che si riconosce nella leardership dell’onorevole Grimaldi, recentemente passato dal PdL a quella Forza del Sud fondata da Gianfranco Miccichè (il cui mentore politico è sempre stato quel senatore Dell’Utri già condannato per reati gravissimi in primo grado ed in appello) ed in qualche cuffariano più o meno sommerso. Tu stesso hai consolidato tale strana alleanza nominando commissari liquidatori ed ingegneri capo per appartenza politica, perfettamente rispondenti a quella logica. Ciò che la direzione politica provinciale ha prodotto nell’arco degli ultimi anni non è certo stato un modello di sviluppo né di legalità. Il Patto Territoriale ha portato nella nostra provincia svariati miliardi di vecchie lire che non hanno creato nessuna ricchezza al di fuori di quella regalata alla cricca politico-affaristica che l’ha gestita. La realizzazione degli A.T.O. ha portato al crollo economico-finanziario di quello che si occupa della nettezza urbana, la cui dissennata gestione ha portato alla vessazione della collettività ennese per l’esosità delle tariffe nonché ad un indagine penale da parte della Procura della Repubblica di Enna, tuttora in corso. Anche quello idrico è balzato recentemente agli onori della cronaca nazionale, essendo stato segnalato dal quotidiano Repubblica come pessimo esempio, mentre agli onori delle cronache locali vi sta da molto tempo avendo moltiplicato i costi e peggiorato il servizio. Il metodo di selezione del personale dell’A.T.O. idrico è quello stesso per il quale i vertici dell’A.T.O. rifiuti sono sotto processo penale. Il Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale, amministrato da due dei più significativi esponenti del P.D. Tuo e di Crisafulli, l’ex deputato Rabbito ed il segretario provinciale Mario Alloro, oltre ad avere “sviluppato” l’industria locale con l’abilità e la lungimiranza che è sotto gli occhi di tutti, è anch’esso franato sotto milioni di euro di debiti.
Siamo certi, Caro Sindaco Garofalo, che di questi fatti Tu sarai sommamente preoccupato, perché i debiti che non saranno risanati dalle società partecipate dal Comune, diventeranno debiti del Comune e dunque di ciascuno di noi !
L’Università Kore, presieduta – con garanzie di inamovibilità da fare invidia all’elezione papale – dal crisafulliano Salerno, frutto di una geniale intuizione quando nacque, è finita nella medesima logica clientelare ed antimeritocratica comune a tutte le altre esperienze sopra ricordate, tanto da essere responsabile dell’unica profanazione di cui vi sia ricordo, almeno negli ultimi tre millenni, del nome della Dea (i figli sono pezze e Kore, titolava irriverente un servizio giornalistico sulle assunzioni clientelari e familiari di cui la Kore è piena).
Siamo certi, Caro Sindaco Garofalo, che di questi fatti Tu sarai pienamente a conoscenza, essendo stato, nel recente passato, dell’università ennese prima studente poi ricercatore.
Come siamo certi, Caro Sindaco Garofalo, che Tu sarai pienamente a conoscenza, essendone stato autorevole dirigente per anni, della scarsa attenzione che il P.D. locale ha avuto ai temi della legalità nella scelta del personale politico, consentendo ed agevolando carriere politiche di uomini che hanno comprovati rapporti con ambienti malavitosi e di uomini che, per dirla con il Presidente della Regione, sono spesso preda di “eccitazioni indotte”. E quando qualcuno, troppo pochi per la verità, ha cercato di spostare l’attenzione su quei temi, il P.D. locale, con la segreteria di Vittorio Di Gangi, non ha trovato di meglio, anche con il Tuo silenzio, che cacciarli !
Non Ti sarà sfuggito neanche che i principali attori economici provinciali non splendono di luce legalitaria vivissima.
E’ un fatto che i vertici della Camera di Commercio e di Confindustria siano stati citati da autorevoli fonti di informazione nazionale come soggetti aventi un ruolo in vicende all’attenzione della magistratura penale.
Al di là delle responsabilità penali che non tocca certo a noi accertare, forse ragioni di opportunità avrebbero consigliato una maggiore “sensibilità legalitaria” nelle designazioni, in linea con l’ammonimento del Procuratore Scarpinato, guarda caso, Procuratore Generale a Caltanissetta, per il quale è la politica che deve chiudere il cerchio virtuoso iniziato a tracciare da Camera di Commercio di Caltanissetta e confindustria nissena e che ha costituito quel modello Caltanissetta, noto in tutta la Sicilia.
Se si volesse cercare una sintesi di quel “modello Enna” che un tempo qualche illusionista pensava dovesse essere esportato, la sintesi sarebbe nel rapporto perverso allacciato tra politica ed economia, con continua alternanza e confusione di ruoli, tra politici e consulenti, tra Presidenti ed imprenditori e tra rappresentanti delle istituzioni e soggetti economici. Gli effetti del malato rapporto tra politica ed economia ennese sono stati la corruzione della politica e l’inquinamento dell’economia.
Un’ultima considerazione: un modello di sviluppo economico deve avere anche una cornice di vigilanza e controllo, affinche’ il denaro pubblico destinato all’iniziativa non faccia la fine che ha fatto il fiume di finanziamenti pubblici approdato ad Enna con il Patto Territoriale e la legge 488. E la Procura della Repubblica di Caltanissetta, con in testa il Procuratore Generale Scarpinato ed il Procuratore Lari, offre le migliori garanzie. La nostra locale Procura, invece, è afflitta da cronici problemi di personale e l’inchiesta più significativa, nell’ambito dei reati contro la pubblica amministrazione, quella del dissesto delle casse comunali, si avvia tristemente verso la prescrizione.
Come vedi, Caro Sindaco Garofalo, se qualcuno ritenesse che il tessuto politico-imprenditoriale ennese non è esattamente il più idoneo per esperimenti quale quello della zona franca della legalità, non gli si potrebbe dare del pazzo.
Piuttosto, saremmo interessati a sapere cosa hai fatto e cosa farai Tu, massimo rappresentante di una cittadinanza fatta di tantissimi ennesi onesti, per salvaguardarne le prospettive ed agevolarne lo sviluppo.
Forse non sai che la legge regionale del 2008 consente la costituzione di una zona franca per la legalità per ogni provincia ?
Perché non proponi e non guidi Tu un modello virtuoso, istituendo un tavolo unico di regia per lo sviluppo e la legalità di Enna, anzicchè piagnucolare se non Ti danno un posto nel tavolo di Caltanissetta ?
Perché non Ti batti per l’archiviazione veloce dei modelli rappresentati dagli A.T.O. ennesi anzicchè consolidare i vecchi rapporti con la nomina di un liquidatore dell’A.T.O. Enna Euno, perfettamente rispondente a quelle logiche spartitorie e lottizzatorie in cui sono prosperati quei maleodoranti carrozzoni ?
Perché taci sul fatto che importanti istituzioni locali sono governate da personaggi, a prescindere dalle loro vicende penali, troppo compromessi sul piano dei rapporti con la criminalità organizzata ?
Il vittimismo, Caro Sindaco Garofalo, non è un buon esercizio di amministrazione della cosa pubblica.
Fai il Sindaco, se vuoi e se puoi, ed affronta con coraggio la difficile prova che la Città è chiamata ad affrontare.
Associazione culturale Fendinebbia Associazione Enna in Movimento
RISPOSTA DEL SINDACO GAROFALO
Ho letto con attenzione la lettera aperta a me indirizzata dall’Associazione Culturale Fendinebbia e dall’Associazione Enna in Movimento che, a mia memoria, e per chi legge, sono rappresentate per la maggiore, da ex appartenenti al Pci e poi al Pds e infine ai Ds. Tra questi alcuni ex consiglieri comunali, ex assessori comunali, ex assessori provinciali, ex segretari provinciali di partito e così via, insomma gente qualificata che ha ideato, partecipato e contribuito alla vita politica degli ultimi dieci anni. Nel bene e nel male.
Per questo ho letto con molta attenzione. Perché la predica non viene da ignari personaggi della politica, ma da attori protagonisti con i quali ho condiviso parte del mio personale percorso politico, a volte in sintonia, a volte in contrasto.
Dalla lettura attenta, rilevo che gli stessi non sono stati così accorti nel leggere la mia nota data alla stampa, con la quale non “piagnucolavo” per non essere stato inserito nell’elenco dei comuni ricadenti nella “zona franco urbana della legalità”, ma mi incazzavo perché dopo avere legalmente partecipato ad un legale bando della Regione Siciliana, per essere inseriti all’interno di un legale elenco di legali comuni che si candidavano ad una altrettanto legale Zona Franco Urbana, e soprattutto dopo che la Regione Siciliana ha ritenuto valida e, quindi legale, la proposta fatta dalla Città di Enna, non si è avuta notizia di alcuna forma di finanziamento, mentre, per la ZFU della legalità (o di Caltanissetta?) pare ci sia la possibilità immediata di cassa.
Credo che la precisazione sia sufficiente per rispondere alla domanda che mi si pone.
Cosa farò io per salvaguardare le prospettive ed agevolare lo sviluppo di Enna? Continuerò a fare quello che posso, amici miei, ad esempio mi incazzo se non danno finanziamenti legali ad una città che considero legale, tanto quanto i suoi cittadini e soprattutto tanto quanto la Città e i cittadini di Caltanissetta.
Mi incazzo se mi lasciano depositato l’amianto a Pasquasia e faccio le ordinanze per garantire la sicurezza dei miei cittadini.
Mi incazzo se qualcuno pensa di smontare l’Università di Enna dove oggi possono frequentare tanti giovani ennesi e non solo, e portarsela a Siracusa o a Ragusa e la difendo come Sindaco e come cittadino.
Incarico l’Ingegnere Puleo di dirigere l’Ufficio Tecnico, ingegnere noto per le sue capacità e per la sua onestà, così come ho votato, insieme a tutti gli altri sindaci per il nuovo consiglio di liquidazione dell’Ato, composto da professionisti altrettanto capaci ed onesti.
Scrivo al Ministero della Giustizia per sollecitare l’arrivo di nuovi sostituti procuratori della Repubblica, per rinforzare un organico che, con professionalità e spirito di sacrificio, come ho avuto modo di dire più volte e anche nella nota inviata al Ministero qualche mese addietro, fa di tutto per garantire la giustizia e la legalità nel territorio ennese;
Inoltre parlo soprattutto con i giovani, per dire loro che questa città si appartiene a loro più che agli adulti; che si appartiene più a chi ha voglia di “fare”, pur rischiando di sbagliare, che a chi non riesce a far altro che sentirsi “nel giusto” dimenticando che la città, così com’è, è responsabilità di chi c’è stato: nel bene e nel male.
Penso di potere porre anch’io una domanda ai tanti ex consiglieri comunali, ex assessori comunali, ex assessori provinciali, ex segretari provinciali di partito e così via, insomma gente qualificata che ha ideato, partecipato e contribuito alla vita politica degli ultimi dieci anni, nel bene e nel male.
E la domanda è la stessa che mi è stata rivolta: oltre a stilare documenti in stile fatwa, dove chi è d’accordo con voi é “legale” e tutti gli altri sono “illegali”, che cosa avete fatto per salvaguardare le prospettive ed agevolare lo sviluppo di Enna?
Non è sufficiente gioire se trasferiscono gli uffici in un’altra provincia, non è sufficiente essere felici se al comune di Enna non arrivano finanziamenti, non è sufficiente gongolare per ogni problema in più che io e la Città dobbiamo affrontare.
Forse le due associazioni e i relativi associati devono ripensare l’idea di politica. Non è sufficiente tentare di infangare il Sindaco o le istituzioni.
La gente di Enna ha memoria lunga ed è attenta alle cose che succedono.
Se si vuole favorire l’impoverimento della città per potervi dare ragione, gli ennesi non saranno d’accordo. E io sto con la gente di Enna.
Questo è quello che voglio fare: stare con la mia gente.
A Caltanissetta andrò volentieri a prendere il caffè. E lo pago io, non me lo offrono.
Il Sindaco
Dott. Paolo Garofalo