MONS. MICHELE PENNISI SUL PELLEGRINAGGIO CONFRATERNITE DELLA DIOCESI DI PIAZZA ARMERINA

Carissimi Confratelli e Consorelle,  oggi con voi che rappresentate  le confraternite della  diocesi di Piazza Armerina celebriamo questa Eucaristia in questo  magnifico duomo, chiesa cattedrale di Monreale. Oggi sabato della settimana di Pasqua siamo alla vigilia della Domenica della Misericordia, istituita dal papa Giovanni Paolo II, che domani sarà proclamato beato. In questa Eucaristia innalziamo al Padre il nostro grazie per il dono che ci ha fatto di Giovanni Paolo II , solerte promotore di libertà e di solidarietà, infaticabile e coraggioso costruttore di giustizia e di pace, ma soprattutto innamorato di Gesù Cristo Redentore del Mondo,testimone coraggioso della fede e della speranza e araldo della misericordia divina. Tra i fatti del Pontificato di Giovanni Paolo II c’è da ricordare la sua presenza ed il suo insegnamento in diverse occasioni confraternali, sia in Vaticano che altrove. Erano 3 secoli che non accadeva in modo così intenso.
In occasione del il giubileo internazionale delle confraternite Giovanni Paolo I I il 1 Aprile 1984 disse: “ mi è caro soffermarmi con voi a considerare il valore delle Confraternite a cui appartenete.
Le finalità delle Confraternite si possono riassumere in tre parole: culto, beneficenza, penitenza.
a) Esse hanno avuto anzitutto cura del culto di Dio, di Gesù, di Maria (specialmente col santo Rosario), dei santi, specie dei patroni locali, delle anime del Purgatorio, per le quali facevano abbondanti suffragi. Un particolare impegno hanno posto, nella commemorazione dei misteri della passione e morte di nostro Signore durante la Settimana Santa, con processioni e rappresentazioni di grande efficacia spirituale.
b) La beneficenza è stata poi praticata secondo gli insegnamenti della Chiesa proposti nelle opere di misericordia spirituale e corporale. Essa si è tradotta anche in gesti di solidarietà sociale, …svolgendo un ruolo decisivo per consolidarsi della solidarietà e della fratellanza cristiana, per la fusione delle classi sociali, per l’attuazione di opere assistenziali, specialmente ospedaliere, e non di rado di opere pubbliche.
c) La penitenza ha fatto pure parte degli scopi delle Confraternite, che intendevano curare la formazione e il perfezionamento morale dei propri associati, e implorare la divina clemenza in tempi di gravi calamità naturali o di decadimento dei costumi.
Ma al di là di questi scopi specifici, vi era un motivo più profondo da cui i fedeli erano mossi ad associarsi: “per il santo timor di Dio e per amore di Cristo”!
Cristo chiama gli uomini alla fede, alla carità, alla speranza; e tra coloro che lo seguono, sceglie i discepoli e gli apostoli ai quali affida il compito di testimoniare, predicare e attuare nel mondo il suo Vangelo.
Questa scelta si attua anche per coloro che si riuniscono nelle Confraternite per svolgere la loro attività, in forme antiche e nuove, nel triplice campo tradizionale del culto, della beneficenza, della penitenza e per accentuare, secondo le indicazioni del Concilio Vaticano II , l’impegno apostolico delle loro associazioni. Nella storia delle Confraternite esistono non pochi precedenti di tale destinazione all’apostolato.
Oggi l’urgenza dell’evangelizzazione esige che anche le Confraternite partecipino più intensamente e più direttamente all’opera che la Chiesa compie per portare la luce, la redenzione, la grazia di Cristo agli uomini del nostro tempo, prendendo opportune iniziative, sia per la formazione religiosa, ecclesiale e pastorale dei loro membri, sia in favore dei vari ceti nei quali è possibile introdurre il lievito del Vangelo.
A questo scopo apostolico può e deve servire anche l’imponente patrimonio artistico accumulato dalle Confraternite nei loro Oratori e Chiese; la grande quantità di abiti, insegne, statue, crocifissi  con cui le Confraternite intervengono a funzioni e processioni sacre; l’incidenza che ancora oggi le manifestazioni delle Confraternite possono avere non solo nella sfera della pratica religiosa, ma anche nel campo del “folklore” ispirato alla tradizione cristiana: tutto può e deve servire all’apostolato ecclesiale, specialmente liturgico e catechistico.
Il 14 maggio 1989 in occasione del pellegrinaggio nazionale delle confraternite italiane disse:”
“Il Signore affida a voi, laici cristiani, in comunione con tutti gli altri membri del Popolo di Dio, una grande responsabilità nell’impegno urgente e grave della nuova evangelizzazione.  Si tratta non solo di portare per la prima volta il Vangelo, che è parola di vita e di salvezza, ai popoli che ancora non lo conoscono o lo conoscono poco, ma di farlo riscoprire a quei popoli che, pur educati alla scuola delle verità di fede, hanno in gran parte perduto il senso soprannaturale della vita.  A voi laici è affidato il compito di contribuire alla animazione cristiana del mondo con la vostra incisiva presenza nella società e con la significativa partecipazione alle attività proprie dell’ordine temporale, perché queste siano ispirate sempre più ai principi del Vangelo.
L’aggregarsi è proprio della natura sociale dell’uomo. E un diritto inalienabile. Anche in questo campo è l’unione che fa la forza. Le confraternite sono associazioni di laici tra le più antiche. L’impegno da esse svolto lungo il corso dei secoli, sotto le forme più varie, in particolare nel campo dell’assistenza al prossimo, è una realtà nota a tutti che torna a loro onore e che fa ben sperare per il futuro. L’opera delle confraternite in Italia e in Europa, soprattutto quando non esisteva affatto l’assistenza pubblica, è stata quella del buon samaritano. Esse sono chiamate anche oggi a continuare questa forma specifica di solidarietà di fronte alla totalità dei bisogni umani. L’apporto dei fedeli alla costruzione della città terrena deve essere però contrassegnato dallo spirito evangelico che vede nell’uomo bisognoso un fratello che soffre, anzi il volto stesso del Cristo, venuto in questa terra a condividere i drammi e le angosce degli uomini.
Cari fratelli e sorelle, le vostre confraternite sono state le avanguardie di quel meraviglioso movimento dei laici, che è uno dei segni dell’autenticità dello Spirito. In questo giorno solenne, in cui la sacra liturgia ricorda la discesa del Dono per eccellenza, che è lo stesso Spirito del Padre e di Gesù, mentre ringrazio il Signore, e invito anche voi a farlo, per il bene compiuto col suo aiuto, vi rinnovo il mio compiacimento e il mio incoraggiamento a ben continuare nella vostra benemerita opera. Vi saluto tutti, cordialmente, cari rappresentanti di ogni singola confraternita e vi esorto caldamente ad aprire con generosità la mente ed il cuore per accogliere una larga effusione del Dono divino. Scenda su voi una nuova Pentecoste perché ciascun membro delle vostre confraternite e dei vostri sodalizi si rinnovi interiormente e riprenda un nuovo cammino di testimonianza evangelica.
In occasione dell’Anno santo c’è stato poi Giubileo delle Confraternite  il 18 giugno 2000.
In quest’anno pastorale  siamo chiamati a riscoprirci figli dello stesso Padre, fratelli in Gesù Cristo , membri attivi della Chiesa come comunione  di persone che si sentono corresponsabili dell’annuncio e della testimonianza del vangelo.
Le confraternite come le altre aggregazioni ecclesiali sono esperienze significative per l’azione educativa della Chiesa, che richiedono di essere sostenute e coordinate.
Nelle confraternite  si sperimenta la ricchezza di autentiche relazioni fraterne,  ci si  forma all’ascolto della parola di Dio e al discernimento comunitario e  si matura la capacità di testimoniare con efficacia il Vangelo nella società.
La Parola di Dio ci mostra il fondamento della nuova evangelizzazione, che si basa sulla certezza  che Gesù Cristo è risorto.
Il racconto degli Atti degli Apostoli ci mostra come nessuna intimidazione rallenta la testimonianza di Pietro e di Giovanni che hanno fatto l’esperienza dell’incontro con Gesù risorto.
Essi , che durante la passione si sono allontanati da Gesù  e hanno dubitato della  sua resurrezione  annunziata loro dalla Maddalena , ora dopo la Pentecoste predicano con franchezza il vangelo senza aver paura delle minacce degli uomini e saranno disposti a donare la vita per Gesù cristo, da cui ricevono la missione , che ancora oggi prosegue nella chiesa, di predicare il vangelo a tutti.
L’annuncio della risurrezione  di Cristo dalle  donne  è arrivato   agli  Apostoli ed anche a noi  attraverso una catena di testimoni autorevoli.  Come successore di Coloro che lo videro vivente in mezzo a loro sento forte l’imperativo di  trasmettere la gioia che pervase il cuore dei Dodici e di confermare  la fede della Chiesa a me affidata, perché alimenti il fuoco della sua carità verso il mondo e vivifichi la sua speranza nel compimento delle promesse di Dio.
L’annuncio che Cristo è risorto, al cui ritmo batte perennemente il cuore della Chiesa, ci da la garanzia che i nostri peccati sono perdonati, le nostre lacrime sono asciugate, la nostra solitudine esistenziale è superata, la nostra noia mortale è vinta.
Per intercessione di Maria SS., Madre della Chiesa, Vi auguro che ognuno di voi risponda alla vocazione   alla santità, che il Signore ha dato a ciascuno per  diventare testimoni  gioiosi e coraggiosi di Cristo,  attraverso una vita a vissuta nella fedeltà agli impegni del battesimo e nella comunione ecclesiale.