Nei giorni scorsi a Cervia (RA) il Laboratorio di Ingegneria Sanitaria Ambientale dell’Università degli Studi di Enna “Kore”, nella persona della Dr.ssa Rosa Termine, ha presentato lo studio “Aedes albopictus (Skuse, 1894) nel bacino del lago di Pergusa, Sicilia Centrale, Italia” al Meeting Internazionale organizzato dalla Regione Emilia Romagna, che rappresenta la più importante manifestazione italiana in questo campo. L’esperienza del monitoraggio della Zanzara Tigre al lago di Pergusa, iniziato per la prima volta in Sicilia nel 1999 e finanziato dalla Provincia Regionale di Enna, rappresenta un fiore all’occhiello per l’Ente gestore. La nostra Università ha anche avuto la possibilità di promuovere la Riserva Naturale del lago di Pergusa, facendola conoscere nei suoi peculiari aspetti e destando interesse tra i convenuti. Il Convegno dal titolo “Malattie emergenti trasmesse da vettori: il rischio da zanzare Aedes” ha permesso il confronto e lo scambio di esperienze non solo tra diverse Regioni italiane ma anche tra varie realtà internazionali quali Croazia, Albania, Serbia, Grecia, Svizzera, Francia, Spagna, U.S.A., India e Singapore, permettendo anche approfondimenti per l’individuazione di eventuali criticità e percorsi di affinamento del sistema di monitoraggio delle zanzare. Sono state anche presentate le iniziative del “Centro Europeo di controllo delle malattie”, l’Agenzia della Comunità Europea che ha sede in Svezia.
Il tema centrale è stato l’introduzione della Zanzara Tigre, quale specie esotica, in nuovi areali geografici anche sulla spinta dei cambiamenti climatici e della globalizzazione in atto. Come altre specie invasive, la Zanzara Tigre si caratterizza per la grande adattabilità ai nuovi ambienti e la capacità di occupare stabilmente una nicchia ecologica competendo con altre specie preesistenti, al punto da essersi oggi anche in Italia massicciamente insediata negli ambienti urbanizzati.
La sua elevata antropofilia unita alla capacità vettoriale ne fanno una specie chiave nella trasmissione di arbovirus di interesse sanitario. Queste due caratteristiche sono fattori cruciali nel determinare il rischio epidemico e richiedono la messa a punto e l’adozione di idonei sistemi di valutazione ed eventualmente di riduzione del rischio, anche alla luce dello sviluppo, in Europa, di focolai di malattie a trasmissione autoctona da Zanzara Tigre, come ad esempio l’epidemia di Chikungunya in Romagna del 2007 o i casi di Dengue registrati nel Sud della Francia e in Croazia nel 2010.
Il Piano per la sorveglianza e lotta alla Zanzara Tigre, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e rimodulato dopo l’epidemia di Chikungunya del 2007, si sta evolvendo puntando all’ottimizzazione del rapporto costi-benefici e all’acquisizione di conoscenze fondamentali per la partecipazione attiva di tutti i soggetti pubblici e privati nelle azioni di contrasto alla zanzara.