OPERAZIONE “FIUMEVECCHIO” TRATTE IN ARRESTO DIECI PERSONE APPARTENENTI A CLAN MAFIOSI OPERANTI A CATENANUOVA E DINTORNI.

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Le indagini del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Enna coordinate  dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta hanno preso avvio a seguito di due gravi fatti di sangue, significativi del delinearsi di una nuova possibile guerra interna alla criminalità organizzata e tesa alla definizione dei nuovi assetti mafiosi nel comune di Catenanuova: •    il tentato omicidio avvenuto il 20 febbraio 2007 in cui è rimasto gravemente ferito il pregiudicato Prospero RICCOMBENI di anni 40; •    l’uccisione a colpi di Kalashnikov di PRESTIFILIPPO CIRIMBOLO Salvatore di anni 47 – c.d. “Strage di Catenanuova” – avvenuta in data 15 luglio 2008 ;

nella stessa occasione  rimasero ferite altre cinque persone di cui una in maniera particolarmente grave.  Le attività sin qui svolte hanno consentito di individuare dieci persone responsabili a vario titolo dei reati di cui agli artt.416 bis codice penale (associazione a delinquere di stampo mafioso). I soggetti arrestati sono:
1.    PECORINO Giuseppe, di anni 69, residente ad Agira, imprenditore agricolo, pregiudicato,
2.    LEONARDI Salvatore, di anni 45, pluripregiudicato in atto detenuto presso la Casa di Reclusione di Carinola (CE);
3.    RICCOMBENI Prospero, di anni 39, disoccupato, di Catenanuova, in atto residente a Milano, pluripregiudicato;
4.    CICERO Agata, di anni 45, di Catenanuova, moglie di LEONARDI Salvatore (l’unica ammessa al regime degli arresti domiciliari);
5.    PASSALACQUA Filippo, di anni 31, di Catenanuova, pluripregiudicato;
6.    PRESTIFILIPPO CIRIMBOLO Maurizio, di anni 32, di Catenanuova, allevatore;
7.    MAVICA Antonino, di anni 46, pluripregiudicato,  in atto detenuto presso la Casa Circondariale di Agrigento;
8.    GIRASOLE Giuseppe, di anni 51, di Catenanuova, meccanico;
9.    GRASSO Massimo, di anni 31, di Catenanuova, operaio;
nonché solo per il reato di cui agli artt.2 e 7 Legge 895/67, così come modificati dagli artt. 10, 14 legge 497/74 e 7 legge 203/91, (detenzione e porto abusivo di armi da fuoco).
10.    GALATI MUCCILLA Salvatore, di anni 49, residente a Maniace (CT) allevatore.
Le investigazioni, svolte senza l’aiuto di alcun collaboratore di giustizia in un contesto ambientale totalmente omertoso e di difficilissima penetrabilità, hanno rivelato gli sviluppi degli assetti  mafiosi a Catenanuova negli anni successivi a quelli in cui era la famiglia di Cosa Nostra di Enna facente capo a LEONARDO Gaetano, a controllare il territorio per il tramite prima di LEONARDI Salvatore, arrestato nel 1998, poi di MAVICA Antonino e RICCOMBENI Prospero, arrestati  nel 2002 per associazione mafiosa e condannati con sentenza definitiva.
Dagli elementi acquisiti è emerso che RICCOMBENI Prospero, dopo essere tornato in libertà successivamente alla predetta condanna, riprese il controllo del territorio ma ad un certo punto, malgrado fosse un uomo d’onore di Cosa Nostra, ebbe bisogno anche dell’appoggio del clan “CAPPELLO” di Catania  per gestire le attività illecite.
RICCOMBENI, nel 2007, fu sostituito, per imposizione del clan “CAPPELLO”, con PRESTIFILIPPO CIRIMBOLO Salvatore a causa della cattiva gestione degli “affari mafiosi”  del RICCOMBENI, che per tale motivo era stato fatto oggetto di un tentato omicidio.
PRESTIFILIPPO CIRIMBOLO Salvatore si rivelò  ancora meno affidabile di RICCOMBENI, non  corrispondendo alcune somme di denaro dovute ai “catanesi”; per questo venne eliminato nel corso della cosiddetta strage di Catenanuova e sostituito con Filippo PASSALACQUA, persona di sicura affidabilità per i catanesi.
Quest’ultimo è infatti anche legato alla figlia di SALVO Giuseppe, ergastolano, ristretto presso il carcere di Opera (MI)), considerato esponente di spicco del citato clan “Cappello” di Catania.

Con PRESTIFILIPPO CIRIMBOLO Salvatore prima e con PASSALACQUA Filippo poi, il territorio di Catenanuova si venne a trovare sotto il controllo mafioso di un gruppo autonomo da Cosa Nostra e strettamente legato al clan “Cappello” di Catania.

A questo gruppo si era unito anche l’uomo d’onore MAVICA Antonino,  che per questo divenne oggetto di un progetto di ritorsione concepito da LEONARDI Salvatore del quale è stata impedita l’attuazione.

Particolare cenno merita in ultimo la figura di CICERO Agata, moglie di LEONARDI Salvatore, già detenuto da oltre 13 anni, che risultata essere la persona attraverso la quale quest’ultimo ha continuato a mantenere i rapporti con gli altri affiliati rimasti liberi.  Da ultimo CICERO Agata era stata incaricata dal marito di una serie di iniziative volte ad riorganizzare Cosa Nostra ennese ed annientare la presenza dei “catanesi” e dei loro alleati, in particolare di quelli del clan Cappello, nel territorio di Enna, ritenuta intollerabile dal LEONARDI.

Gli arrestati sono stati tradotti presso diverse carceri dell’Isola ed alcuni presso le carceri dei luoghi ove sono stati rintracciati. Per la CICERO Agata il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Caltanissetta ha disposto la misura degli arresti domiciliari.