La CNA di Enna pubblica i dati di un’indagine effettuata sulla regolarità dei pagamenti dei contributi INPS da parte di imprese artigiane, commerciali e dei servizi in tutta la provincia. L’indagine è stata effettuata in relazione alla prossima applicazione (1° luglio) della norma nazionale che ha sensibilmente modificato gli istituti dell’accertamento e della riscossione coattiva di imposte, oneri previdenziali, multe, tariffe pubbliche, da parte dell’Agenzia delle Entrate, con l’introduzione dell’espropriazione forzata tramite le “ganasce fiscali” o ipoteca degli immobili. Inoltre l’indagine è servita alla CNA come strumento utile anche per verificare, con dati alla mano, l’incidenza che ha in provincia di Enna l’applicazione delle norme che bloccano il rilascio del DURC, Documento Unico di Regolarità Contributiva, a danno di quelle imprese che hanno pendenze con l’INPS, INAIL o Cassa Edile che subiscono, come effetto immediato, l’impossibilità di poter partecipare a gare pubbliche, stipulare contratti, ricevere pagamenti dalle pubbliche amministrazioni, accedere a finanziamenti e contributi.
Il presidente della CNA Tonino Palma nel presentare i dati dichiara: “Dall’indagine da noi effettuata risulta che tra 1500 imprenditori artigiani e commercianti, presi in esame per l’anno 2010, regolarmente iscritti all’anagrafe tributaria e con regolare posizione IVA, non parliamo quindi di economia sommersa, evasori totali o soggetti sconosciuti al fisco, 597 ovvero il 42,10% non sono più in grado di versare regolarmente i propri contributi INPS e di questi 394, pari al 66%, non hanno versato neanche una rata. Risulta quindi, per effetto delle norme vigenti, che più di due imprenditori su cinque, a causa delle difficoltà economiche attuali, rischia di vedere bloccati i propri mezzi aziendali, ipotecata la propria casa o di non essere messo in condizioni di operare con le pubbliche amministrazioni, di poter ricevere finanziamenti e contributi. Questo dato messo a confronto con quello degli ultimi 5 anni, presenta un andamento crescente che proprio nel 2010 ha la sua punta massima con un più 10% rispetto al periodo precedente. E’ da considerare inoltre che notoriamente Enna è sempre stata una delle provincie più virtuose a livello nazionale, ovvero quella che aveva la percentuale più bassa di imprenditori che non pagavano i contributi INPS, tanto è vero che agli inizi del 2000 la percentuale dei non paganti si attestava intorno al 14%.
Il direttore Giuseppe Greca aggiunge – “Se si prendono poi in esame i dati INPS dei vari comuni, ci sono situazioni ancora più allarmanti, quali quelli relativi al comune di Pietraperzia che registra un numero di imprenditori non in regola pari al 57,50% Nissoria 56,76, Piazza Armerina 53,17% e Barrafranca 50%, quindi abbiamo aree con più di 1 imprenditore su due che non può pagare i contributi, mentre al di sotto della media ci sono i dati relativi ai comuni di Cerami, Assoro e Troina che si attestano tra il 22% e il 29%. E’ vero che viene offerta, a coloro i quali la richiedono, la possibilità di dilazionare le somme dovute, ma dalla nostra indagine risulta che la stragrande maggioranza dei soggetti che hanno concordato la rateizzazione, ha problemi anche a pagare le stesse rate.”
Il presidente della CNA Tonino Palma continua: “Se consideriamo che questi dati sono parziali e non tengono conto di altri imprenditori che hanno in atto contenziosi con il fisco, con l’INAIL o che hanno ricevuto cartelle esattoriali per multe o per tasse locali, la situazione risulta veramente allarmante. E’ evidente che non possiamo più andare avanti così, non si può chiedere soltanto alle imprese di sostenere l’economia quando queste sono già state portate al collasso, non si può chiedere soltanto agli imprenditori di mantenere i propri impegni mentre lo stesso Presidente del Consiglio da anni annuncia inutilmente la riduzione delle tasse, già due anni fà, dall’assemblea nazionale della CNA, dava per fatta la riduzione dell’IRAP, inoltre da tempo proclama a vuoto interventi per il Sud ma di contro, ad oggi, registriamo inesorabilmente l’aumento della pressione fiscale che ha raggiunto la quota del 57 % del reddito prodotto da ogni impresa, assistiamo alla sottrazione dei fondi FAS destinati alla Sicilia che invece vengono utilizzati per la copertura di spese a favore delle regioni del Nord, e, nel tentativo di colpire gli evasori, vengono emanate norme che contengono metodi medievali di riscossione coattiva che nella sostanza danno il colpo di grazia alle imprese in difficoltà. Agli imprenditori non si può più chiedere di avere fiducia in un Governo Regionale che ha promesso l’introduzione del federalismo fiscale, che ha promosso le Zone Franche Urbane, che ha annunciato la pubblicazione di bandi, tra cui quello che introduceva il credito di imposta, ma solo come fumo negli occhi, poiché, aggrovigliato su stesso, non riesce a mettere in circolo i fondi messi a disposizione dalla Comunità Europea, blocca anche i bandi pubblicati e non mantiene gli impegni assunti quali il finanziamento delle ZFU, misure nelle quali rientrerebbe il territorio di Enna e che potrebbero certamente favorire una ripresa economica. Se a tutto questo aggiungiamo che da un lato gli enti locali, con la scusa della scarsezza dei trasferimenti, ritardano nei pagamenti e non mettono in atto neppure quelle misure minime che consentirebbero alle imprese di poter operare tranquillamente e dall’altro lato le banche, adottando criteri sempre più stringenti, impediscono di fatto l’accesso al credito, non vediamo come gli imprenditori possano garantire il mantenimento dei propri impegni nei confronti del fisco o dell’INPS, quando di fatto è messa a dura prova la sopravvivenza stessa delle loro imprese. I dati provenienti dalla Camera di Commercio sulla diminuzione del numero di imprese e dalla Banca d’Italia sull’aumento della disoccupazione al 14,7% non fanno che confermare la nostra analisi e la nostra preoccupazione. Non ci sono più le condizioni per poter lavorare serenamente e il problema coinvolge tutti, senza imprese non c’è occupazione, non c’è reddito, non c’è pace sociale, per questo la CNA, nei prossimi giorni, promuoverà una serie di incontri con gli imprenditori, con le altre associazioni di categoria, con le forze sindacali, istituzionali e politiche per una mobilitazione generale a difesa delle ragioni delle imprese e del lavoro e per chiedere con forza:
1) La riforma del fisco e la riduzione della pressione fiscale sulle imprese da subito a partire dall’IRAP;
2) La revisione dei meccanismi di riscossione coatta modificando subito le norme in modo sostanziale che dovrebbero partire dal 1° luglio;
3) L’approvazione ed avvio di un Piano Straordinario per il Lavoro attraverso piccoli interventi da attivare con cottimi fiduciari in tutti i Comuni con investimenti consistenti di Regione ed Enti locali;
4) Il mantenimento degli impegni da parte della Regione per la emanazione dei bandi sospesi e l’attivazione della fiscalità di vantaggio a sostegno delle imprese esistenti e dell’occupazione”.