CASARTIGIANI ENNA: NOVITA’ SUGLI APPALTI: 21 GIUGNO VOTAZIONE FINALE ALL’ARS

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Il sistema dei lavori pubblici in Sicilia  vive un momento di grande difficoltà sia per la mancanza di opere , si parla di poche decine di lavori a settimana, sia per il sistema di aggiudicazione dei lavori  che non ha funzionato. L’auspicata riforma siciliana   del 6 Agosto 2010, che doveva servire a superare il ribasso ormai standardizzato del 7,23 circa, non ha sortito gli effetti desiderati. Anzi ha causato effetti peggiori: ribassi intorno al 21% per i lavori sotto il milione di euro; ribassi fino al 50% per i lavori sopra il milione di euro.  Per ovviare a tali inconvenienti sta per approdare al voto finale  l’auspicata riforma  degli appalti. Le novità più importanti riguardano: l’aggiudicazione dei grossi appalti non più all’offerta più bassa ma a quella “economicamente più vantaggiosa”, l’istituzione di un “Fondo regionale per la progettazione” e un’attenzione in più verso quelle imprese che rispettano i contratti collettivi per il trattamento economico dei propri dipendenti.  Sono alcune delle novità introdotte dal disegno di legge che ridisegna il sistema degli appalti pubblici in Sicilia e che, dovrebbe essere votato nel testo definitivamente emendato il  prossimo 21 giugno dall’ARS. Una riforma che consta complessivamente di 27 articoli  e che prevede all’articolo 19 il sistema di aggiudicazione, valevole anche per le forniture. I criteri presi in esame per l’assegnazione dei lavori non saranno più soltanto economici, ma anche qualitativi: il 60% del punteggio finale assegnato a ciascuna impresa concorrente all’appalto deriverà, infatti, dall’offerta tecnica presentata. Nella valutazione di questa voce “almeno un quarto” del punteggio complessivo verrà attribuito “in relazione al costo del lavoro”. Il restante 40% verrà fuori dall’offerta economica (30%) e dai tempi di realizzazione dell’opera (10%). Il nuovo sistema dovrebbe porre un freno alla corsa selvaggia al ribasso, che spesso ha ripercussioni sulla sicurezza dei lavoratori e sulla qualità dell’opera. Resta la possibilità del ricorso al massimo ribasso, ma l’offerta vincente deve comunque essere la più vantaggiosa “sotto il profilo della qualità dei lavori realizzati e del rapporto con il prezzo a base d’asta”. Un’impresa sana che rispetta le norme sulla sicurezza, che garantisce i livelli salariali , che rispetta i contratti nazionali di lavoro, che paga i contributi e le tasse non può accettare simili ribassi, che si ripercuotono sulla legalità del sistema , oltrechè sulla  realizzazione dell’opera. E’ stato previsto a tal fine   un sistema di garanzia che mette al riparo la pubblica amministrazione ,in presenza di  ribassi superiori  al 30%. Nel caso in cui si verifichi questa eventualità l’impresa sarà tenuta a fornire, oltre alle fidejussioni assicurative, altre fidejussioni bancarie per almeno la metà della percentuale. eccedente. Novità anche sul fronte del prezziario unico regionale per i lavori pubblici: le linee guida saranno dettate dalla giunta regionale, su proposta dell’assessore per le Infrastrutture e la mobilità. Il prezziario resterà in vigore un anno prima dell’aggiornamento. A vigilare sul rispetto delle leggi sul lavoro ci sarà l“Osservatorio regionale dei contratti pubblici, di lavori, servizi e forniture”, cui  compete la raccolta delle informazioni relative all’intero ciclo di realizzazione dei contratti pubblici di lavori servizi e forniture (dalla programmazione dell’opera alla sua gestione, l’esperimento della gara di appalto, l’affidamento, l’esecuzione e il collaudo). Riforma necessaria per il comparto edile, commenta il Presidente di Casartigiani , Antonio Debole; ma tutto pensato ancora una volta per le grandi imprese , dimenticando le imprese artigiane e PMI ed i lavori sotto il milione di euro; per non parlare dei lavori cui possono partecipare le imprese artigiane (fino a 150.000,00). Da alcuni dei dati emersi dalla Relazione annuale 2010 dell’ Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, presentata ieri al Senato dal Presidente Giuseppe Brienza,102 miliardi, pari all’8% del PIL, è il valore complessivo del mercato degli appalti pubblici ed occupa quasi 1,5 milioni di persone. Di questi, 87 miliardi di euro sono riferibili a contratti di importo superiore a 150.000 euro.

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