IL PRESIDENTE PROVINCIALE DELLA CNA TONINO PALMA CHIEDE MOBILITAZIONE GENERALE PER UN FISCO PIÙ GIUSTO E PER UN PIANO STRAORDINARIO PER IL LAVORO.

Si è riunita venerdì sera la Direzione Provinciale della CNA di Enna per esaminare gli effetti che la crisi e le nuove norme sull’accertamento e sulla riscossione coattiva avranno sulle imprese in Sicilia ed in particolare in provincia di Enna. Alla fine della riunione la Direzione della CNA ha ritenuto indifferibile la proclamazione di una mobilitazione generale per un fisco più giusto, per sistemi di accertamento e riscossione che tengano conto dello stato di crisi in cui versano le aziende e per una Fiscalità di Vantaggio in grado di colmare il divario di sviluppo tra Nord e Sud.  Il Presidente della CNA Tonino Palma a tal proposito ha inviato ai rappresentanti delle altre associazioni, dei sindacati, delle istituzioni e della politica la seguente lettera aperta:
“Cari amici, colleghi, rappresentanti delle Associazioni, dei Sindacati, delle Istituzioni e della Politica della Provincia di Enna, da tempo sosteniamo, inascoltati, che la crisi economica e congiunturale che sta coinvolgendo tutto il paese, ha nel nostro territorio effetti e ripercussioni ben più gravi, che si intrecciano con problemi cronici mai risolti, inefficienze, ritardi, mancanza di infrastrutture, una classe politica distratta, rissosa e poca attenta ai bisogni del mondo imprenditoriale.
Purtroppo adesso la situazione si è ulteriormente aggravata, siamo in un momento in cui per effetto della mancanza di commesse, del calo dei consumi, della scarsa circolazione di denaro, del blocco degli appalti e dei ritardi delle pubbliche amministrazioni, le imprese non reggono più sotto il peso di un prelievo fiscale ormai diventato insostenibile che ha raggiunto nel suo complesso una percentuale pari al 68,6%, (dato diffuso dalla Banca mondiale), che pone l’Italia al primo posto in Europa, dove la media è del 44,2%, e di un  costo fiscale relativo al lavoro, del 42,8%, contro una media europea del 34,2%.
Dalle rilevazioni fatte dal nostro Consorzio Unifidi, risulta che l’80% dei finanziamenti richiesti dalle imprese riguarda esigenze di circolante e consolidamento di vecchi debiti e solo il 20% nuovi investimenti.
Questo conferma il fatto che le imprese oggi non hanno più liquidità per far fronte neppure ai costi di gestione, si trovano a dover scegliere se pagare i fornitori, i dipendenti o i propri contributi previdenziali, e, come risulta dai dati da noi diffusi qualche giorno fa, circa il 50% degli imprenditori della nostra provincia, con punte in alcuni comuni del 60%, per poter sopravvivere, scelgono di pagare le forniture e i propri dipendenti e rinviano il pagamento dei propri contributi assistenziali all’INPS, nella speranza di rateizzare le somme e poterle pagare in futuro. A questo 50% bisogna aggiungere quelli che hanno problemi con il fisco, ricorsi pendenti per accertamenti, verbali, ecc., nonché quelli che hanno scoperture e debiti con le banche che non riescono più a coprire.
Non parliamo di gente sconosciuta al fisco o che tenta di ottenere vantaggi economici attraverso azioni evasive, ma di imprenditori regolarmente registrati all’anagrafe tributaria, che hanno redatto i propri bilanci, denunciato i propri redditi e che, loro malgrado, non sono più nelle condizioni di mantenere i loro impegni con il fisco e con gli enti assistenziali e previdenziali.
A causa di questa situazione di estrema difficoltà finanziaria e per effetto dell’introduzione del DURC (Documento sulla Regolarità Contributiva) e di sistemi medievali di accertamento e riscossione coattiva, messi in atto dal Governo, che entreranno in vigore a partire dal 1° luglio, la stragrande maggioranza delle imprese rischia nei prossimi mesi di vedere bloccati i propri mezzi aziendali, ipotecati i propri immobili, di non essere messa in condizioni di operare con le pubbliche amministrazioni, di non poter ricevere finanziamenti e contributi e, in base ad una nuova proposta di legge, di dover ritornare indietro i benefici già ottenuti per l’assunzione di nuovi dipendenti.
Ormai non ci sono più le condizioni per poter continuare a lavorare e il problema coinvolge tutti, non è possibile assistere passivamente alla chiusura delle imprese, senza imprese non c’è occupazione, non c’è reddito, non c’è equilibrio né pace sociale, non c’è futuro.
Per questo la Direzione Provinciale della CNA, facendosi interprete del diffuso stato di malessere delle imprese, per sensibilizzare l’opinione pubblica e il Governo, annuncia lo stato di mobilitazione di tutti gli imprenditori della provincia di Enna che saranno invitati a chiudere le proprie attività contemporaneamente per 1 ora, giorno 30 giugno, dalle 10,00 alle 11,00, sotto lo slogan “CHIUDO UN’ORA PER NON CHIUDERE PER SEMPRE”.
Alle 10,30 si prevede il concentramento in piazza Garibaldi per consegnare al Prefetto le chiavi dei laboratori e dei negozi nonché le cartelle esattoriali ricevute, inoltre ogni imprenditore invierà una cartolina alla Presidenza del Consiglio nella quale sarà rappresentato lo stato di grave disagio che stiamo affrontando e nello stesso tempo sarà chiesto che, per una volta, vengano messi da parte i proclami con effetti propagandistici, per dare spazio ad interventi concreti, rapidi ed efficaci per la ripresa economica del paese, partendo dalla riforma del fisco.
Con questa manifestazione vogliamo ribadire soprattutto che noi siamo contro l’evasione fiscale e contro ogni comportamento elusivo ed illegale, che vogliamo pagare le nostre spettanze, ma pretendiamo un fisco più giusto, in linea con gli altri paesi europei e che siamo contro tutte queste norme sanzionatorie che strozzano le nostre imprese con metodi eccessivamente penalizzanti, con oneri, aggi, interessi e penali proibitivi.
A questa manifestazione, che anticipa di un giorno quella indetta dalla Direzione Regionale della CNA nelle altre 8 province, la CNA di Enna invita tutte le parti sociali, i rappresentanti delle altre organizzazioni di categoria, dei sindacati, delle istituzioni e della politica locale, affinché, superando qualsiasi divergenza e divisione, si faccia fronte unico per chiedere con forza, a difesa delle imprese e del lavoro:
1)    La riforma del fisco e la riduzione della pressione fiscale sulle imprese da subito e senza indugi a partire dall’IRAP;
2)    La revisione dei meccanismi di riscossione coatta modificando subito le norme in modo sostanziale che dovrebbero partire il 1° luglio;
3)    L’approvazione ed avvio di un Piano Straordinario per il Lavoro attraverso piccoli interventi da attivare con cottimi fiduciari in tutti i Comuni con investimenti consistenti di Regione ed Enti locali;
4)    Il mantenimento degli impegni da parte della Regione per la emanazione dei bandi sospesi e l’attivazione della Fiscalità di Vantaggio a sostegno delle imprese esistenti e dell’occupazione”.

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