LA CASA CIRCONDARIALE DI ENNA SARA’ INTITOLATA ALL’ASSISTENTE CAPO, UCCISO DALLA MAFIA, LUIGI BODENZA.

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La casa circondariale di Enna sarà intitolata all’assistente capo della polizia penitenziaria Luigi Bodenza, ucciso il 25 marzo del 94 da due sicari della mafia, a Gravina di Catania. Lo ha deciso il capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria su sollecitazione dell’associazione “Polizia Penitenziaria e Operatori Case Circondariale Luigi Bodenza”. E’ stato proprio il presidente dell’Associazione, Biagio Nicosia, ispettore capo in forza al reparto di Enna che da sempre lavora per onorare la memoria dell’agente. “Più volte ci siamo rivolti alle istituzioni locali per chiedere l’intitolazione di un luogo al nostro collega morto mentre esplicava il suo dovere – dice il presidente Nicosia – Cosi abbiamo scritto direttamente al dipartimento che, con il suo capo, Franco Ionta, ha dato l’ok per l’intitolazione della Casa Circondariale di Enna, città di cui Bodenza era originario e dove ancora abitano i fratelli e la madre”. Bodenza fu ucciso nella notte tra il 24 e il 25 marzo del 1994 a Gravina, mentre stava rientrando a casa, dopo aver terminato il turno di servizio presso la Casa circondariale di Catania. L’assistente capo della Polizia Penitenziaria fu affiancato da un’auto al cui interno si trovavano due sicari della mafia che lo uccisero sparandogli numerosi colpi d’arma da fuoco. Nel 2004 in occasione del decennale della morte di Luigi Bodenza è stata costituita “l’Associazione Polizia Penitenziaria Operatori Case Circondariali “Luigi Bodenza”, composta da operatori degli istituti penitenziari di Enna, Piazza Armerina. Catania e Palermo e da rappresentanti della società civile, che in questi anni ha sempre promosso iniziative in memoria del collega,  riconosciuto “Vittima del Dovere” e al quale il Ministero dell’Interno ha conferito la Medaglia d’Oro al Merito Civile alla memoria.
Al poliziotto penitenziario ucciso dalla mafia sono stati già intitolati la caserma del penitenziario di Caltagirone e il campo sportivo della Casa Circondariale di Siracusa
Luigi Bodenza, primogenito di altri due fratelli, nasce a Enna il 26 settembre ‘44. Luigi frequenta le elementari e, in seguito, s’iscrive all’avviamento professionale e, ottenuta la licenza, comincia a lavorare a Enna come apprendista idraulico. È molto scrupoloso nello svolgere il lavoro assegnatogli, apprendendo subito i segreti del mestiere. Proprio per questa sua capacità professionale viene assunto da una ditta del Nord che a Enna si era aggiudicata la gara per l’impianto idraulico nei nuovi padiglioni ospedalieri.In seguito, il giovane Luigi parte per Milano dove svolgerà il lavoro di saldatore specializzato all’Alfa Romeo fino al momento del servizio militare. Ottenuto il congedo, ritorna a Enna e decide di partecipare a un concorso per entrare nel Corpo degli Agenti di Custodia. Superati gli esami e il corso di addestramento, come primo incarico, è assegnato alla Casa circondariale di Capraia, un’isoletta dell’Arcipelago Toscano. Dopo un paio d’anni ottiene il trasferimento a Catania, dove conosce una giovane di Gravina. Si chiama Rosetta e dopo pochi mesi decidono di sposarsi, nascono Paola e Giuseppe. Anno dopo anno, finalmente arriva il ’94, una data molto importante per la famiglia Bodenza perché, dal 1 luglio, Luigi andrà in pensione e avrà molto tempo in più da dedicare alla moglie e ai figli.
La mattina del 24 marzo, fra la gioia e la commozione, Luigi chiama Rosetta in cucina e le mostra un documento in cui è scritto che il giorno prima la direzione del carcere aveva espresso parere favorevole affinché la famiglia Bodenza potesse utilizzare a tempo indeterminato l’ultima cabina in riva al mare, presso il lido balneare catanese riservato alla Polizia Penitenziaria.
L’assistente capo della Casa circondariale di piazza Lanza, che dopo poche settimane sarebbe andato in congedo, quella mattina non immaginava però che un tragico destino lo attendeva nella stessa notte e che la sua vita sarebbe stata spezzata per sempre dalla mano assassina dei killer al soldo della mafia.

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