IL CONSIGLIERE PROVINCIALE REGALBUTO (PDL) DIFENDE IL MANAGER DELL’ASP 4 E ATTACCA IL GOVERNATORE. “VA SFIDUCIATO LOMBARDO, NON BALDARI”

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«La sfiducia per la sanità e per i problemi che la nostra provincia presenta bisogna chiederla solo per il governatore Lombardo». Questa la reazione del consigliere provinciale del Pdl, Giuseppe Regalbuto, dopo che alcuni sindaci ennesi si starebbero attivando per chiedere la sfiducia al direttore generale dell’Asp 4, Renato Nicola Baldari, visto che un provvedimento stabilisce la chiusura dei reparti di Ginecologia e Ostetricia in alcune strutture ospedaliere del territorio. Un’azione contro il piano sanitario, che ha visto non solo comitati ma anche primi cittadini tra i quali quello di Leonforte, Pino Bonanno, il quale ha già fatto ricorso al Tar per fare annullare il provvedimento di chiusura dei due reparti in questione. A tutela dell’ospedale «Ferro-Branciforti-Capra» di Leonforte e del potenziamento delle strutture sanitarie sono i primi cittadini di Regalbuto (Gaetano Punzi) e di Agira (Gaetano Giunta), i quali hanno invitato il collega di Enna (Paolo Garofalo), che presiede il comitato provinciale, a chiedere la sfiducia del direttore generale. «Pur condividendo i pensieri dei sindaci per la salute pubblica il problema di questo disagio, la rimodulazione degli ospedali – afferma il consigliere provinciale Regalbuto – è da attribuire al governo Lombardo e se proprio vogliamo scendere nel particolare l’iter è stato iniziato dall’ex manager Francesco Iudica. Invito i sindaci a sfiduciare il governo regionale che, oltre a paralizzare il sistema sanitario, ci ha abituati ai commissariamenti dei vari enti non assumendosi alcuna responsabilità».
E sulla sfiducia al direttore generale dell’Asp 4, Regalbuto replica: «Elogio il lavoro dell’attuale manager, Nicola Baldari, il quale in un momento di confusione e di critica continua a lavorare per garantire la salute degli ennesi».
A sollevare Baldari dall’incarico non può che essere solo l’assessore regionale alla Salute, Massimo Russo, che glielo ha conferito, ma per i sindaci vuole essere un modo per interpretare un pensiero della comunità, di un territorio che dice no a un sistema sanitario che ha adottato determinati provvedimenti.

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