I consiglieri Giuseppe Regalbuto, Salvatore Lupo, Francesco Spedale, Filippo Crapanzano e Giovanni Russo hanno presentato al presidente del Consiglio, Massimo Greco, una mozione nella quale si annunciano proposte per utilizzare i 30 dipendenti della Multiservizi che dal primo luglio saranno posti in cassa integrazione. Per discutere dell’argomento i firmatari del documento chiedono la convocazione di un consiglio urgente. I consiglieri motivano cosi le loro proposte nel testo che si riporta di seguito: “ Dal 1 luglio circa 30 dipendenti della Società “Multiservizi” saranno posti in cassa integrazione in quanto la Provincia di Enna, per esigenze di bilancio non è più in condizioni di garantire l’occupazione di tutti i 92 dipendenti della suddetta società che pur essendo partecipata alla Multiservizi non ha ancora venduto le quote rimaste. Sia la Provincia che i comuni del circondario sono quasi tutti privi di personale operaio. Perché non ricorrere a questi 30 cassaintegrati? La soluzione è molto semplice e mi auguro che il Presidente Monaco e tutti i Sindaci cui hanno la residenza i suddetti operai siano sensibili a tale problema di carattere sociale di cui tutti gli altri Enti locali hanno fatto ricorso. Primo: i comuni dovrebbero acquistare le esigue quote rimaste alla Provincia in modo di assumere gli operai residenti nel proprio territorio così come vuole la legge. Secondo predisporre dei progetti per questi disoccupati intraprendendo un percorso di riqualificazione professionale utile ai fini di un rientro nel ciclo produttivo, con dei lavori socialmente utili, il cui costo per finanziare tutti i progetti sarà, l’80% sostenuto dal Fondo sociale europeo, la parte rimanente sarà a carico della Regione con il fondo di solidarietà, mentre il Comune, pagherà soltanto l’assicurazione contro gli infortuni, in applicazione delle legge 223/1991 e successive modifiche e integrazione. Gli operai potrebbero essere impiegati in varie attività quali cantonieri, necrofori, custodi dei cimiteri, autisti, messi operai e manutentori del verde pubblico, figure che attualmente mancano in tutti gli enti locali. Importante sottolineare che i lavoratori in caso di rinuncia perderebbero il trattamento di disoccupazione e verrebbero cancellati dalla lista. C’è anche un altro elemento che dovrebbe eliminare dubbi e perplessità: i lavoratori continuerebbero a ricevere il sussidio dell’Inps, il Comune si accollerebbe i costi dell’assicurazione obbligatoria ma potrebbe anche integrare il trattamento economico delle maestranze, una volta accertato l’impegno e l’efficacia delle prestazioni svolte. «Nessuna amministrazione della Provincia di Enna finora ha mai fatto ricorso alla normativa vigente in materia».
La legge di riferimento è la 223/1991 e la 468 dell’1 dicembre 1997, riguardante la revisione della disciplina sui lavori socialmente utili. L’articolo 7, in particolare, prevede l’utilizzo diretto dei «lavoratori titolari del trattamento straordinario di integrazione salariale di disoccupazione». Il comma 1 stabilisce che le amministrazioni pubbliche possono svolgere «le attività che hanno per oggetto la realizzazione di opere e la fornitura di servizi di utilità collettiva», mediante l’utilizzo dei lavoratori percettori di trattamento previdenziale, residenti nel comune. È una soluzione a costo zero per gli Enti locali, che credo possa essere accolta positivamente da chi al momento non sta lavorando e vorrebbe invece rendersi utile, e che nello stesso tempo potrebbe dare enormi benefici all’Ente Provincia e ai Comuni che, purtroppo, non sono in grado di assicurare molti servizi, con gli attuali uomini e mezzi”.
CASSA INTEGRAZIONE PER 30 DIPENDENTI DELLA MULTISERVIZI. PRESENTATA UN MOZIONE PER IL LORO UTILIZZO NEGLI ENTI LOCALI.
