Prendendo spunto dalle dichiarazioni rese a Catania dal Segretario Generale della CG I L, Susanna Camusso, e dall’intervento del Segretario di quella Camera del Lavoro provinciale, Angelo Villari, il professor Salvo La Porta ha detto: – Le considerazioni della Camusso, al di là di qualsiasi appartenenza di parte, ci sembrano accorate e non ci possono lasciare insensibili; esse sono valide per tutta la realtà della nostra Regione e della nostra in particolare, in considerazione del fatto che, purtroppo, da molto tempo la Provincia di Enna viene considerata “ periferia della periferia di Catania”. La costante, proditoria, predeterminata espoliazione del territorio ennese di tutto quanto ne costituisce l’individualità ne è la riprova! E veramente una dolorosa realtà dovere constatare, spesso da impotenti, che “ 4 giovani su dieci, non hanno né cercano lavoro e non studiano”, condannati ad un’agonia sociale, conseguenza di uno scoramento, triste preludio allo sbandamento ed al disimpegno politico e sociale.
A fronte delle difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro, giovani e non più giovani affidano le loro speranze alla possibilità di un’ occupazione nei “centri commerciali” che, come dice Villari, risulta povera e non garantita, “fatta di contratti a tempo determinato a 600 euro al mese, per lo più frutto di rapporti clientelari”.
Basterebbe per avere la controprova dare uno sguardo alla mega struttura di Dittaino e chiedersi quanti posti di lavoro siano stati realmente assegnati, in quale modo, per quanto tempo e quali siano gli effetti e le ripercussioni reali sull’economia provinciale.
Come siano stati assegnati quei posti lo sappiamo tutti e non riusciamo neppure a scandalizzarci!
Un attento esame, però, dobbiamo farlo. Quante sono le botteghe che , a causa di quel fortissimo impatto, hanno dovuto chiudere i battenti? E ancora, cosa faranno i lavoratori quando sarà conclusa quell’esperienza?
Un contributo alla soluzione del problema potrebbe essere dato gratuitamente da un’esperienza cara al consigliere provinciale Maurizio Abbate di Villarosa: la possibilità di valorizzare adeguatamente gli antichi mestieri, che poggiando sull’originalità, la professionalità e l’intelligenza dei nostri giovani, potrebbero costituire il volano per il riscatto della nostra economia