BARRAFRANCA: I CARABINIERI TROVANO 264 MOTORI DI PROVENIENZA ILLECITA, UNA MITSUBISHI ED UNO SCOOTER RUBATI.

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I militari della Stazione di Barrafranca, dipendenti dalla Compagnia Carabinieri di Piazza Armerina, unitamente ai colleghi della Stazione di Pietraperzia, dopo una settimana di indagini classiche consistite in osservazione e pedinamenti, hanno fatto irruzione in un capannone in muratura di metri 24 x 12 costituito da nr. 3 ingressi con porte metalliche di circa metri 4 sito a Barrafranca (EN) in Contrada Gammarera s.n.c. I militari operanti, coordinati sul posto dal Luogotenente Epifanio GIORDANO, Comandante dell’Arma a Barrafranca, nel capannone oggetto della perquisizione hanno rinvenuto:

?    Nr. 1 motoveicolo marca Honda modello SK300, di colore blu, (risultato oggetto di furto perpetrato a Gela nel 2010);

?    Nr. 1 scheletro autoveicolo marca Mitsubishi modello Colt, di colore nero, (risultata oggetto di furto perpetrato a Giarre nel 2009);

?    Nr. 264 motori di veicoli di varie marche e modelli, agganciati con cinture di sicurezza di veicoli, tutti già posizionati per marche e palesemente appartenenti a veicoli già marcianti;

?    Nr. 1 carrello portautensili da meccanico di colore rosso, marca Beta contenente varie chiavi da lavoro;

?    Nr. 1 gru idraulica manuale di colore arancione, utilizzata per il sollevamento dei motori dei veicoli;

?    Nr. 1 carrello/pianale con 4 ruote, di colore blu, utilizzato per consentire di lavorare sotto i veicoli.

Il capannone era usato per deposito da una nota ditta di Autoricambi di veicoli nuovi e usati di Barrafranca che lo aveva preso in affitto. I due titolari della ditta, T.V., 40enne nato a Mazzarino ma residente a Barrafranca (EN) ed L.S., 41enne anch’egli nato a Mazzarino e residente a Barrafranca, entrambi con precedenti specifici per reati affini, sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria di Enna per i reati previsti e puniti dagli art. 648 e 648 bis (ricettazione e riciclaggio).
Il capannone e il materiale ivi contenuto, che ammonta ad un valore complessivo superiore al milione di Euro, è stato posto sotto sequestro e messo a disposizione dell’A.G., ed è stato affidato in custodia giudiziaria al proprietario F. L., anch’egli come i due indagati nato a Mazzarino e residente a Barrafranca, che è stato reso edotto degli obblighi penali derivanti dalla custodia.

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