FALSI I DATI FORNITI DA ALCUNI ORGANI DI STAMPA E SITI INTERNET SULL’ASILO NICO COMUNALE

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In relazione ai dati forniti da alcuni siti internet e organi di stampa sui costi dell’asilo nido comunale Miriam Schillaci il sindaco Fausto Carmelo Nigrelli rilascia le seguenti dichiarazioni. «i dati forniti da alcuni siti internet e organi di stampa sui costi dell’asilo nido comuale sono palesemente falsi e generano solo un qualunquistico rigetto rispetto alle attività dell’ente locale e confusione attorno a problemi importanti per la comunità, mescolando colpevolmente buona e cattiva amministrazione. In particolare, come si evince dalla relazione del dirigente del settore Politiche sociali del comune dott. Giuseppe Notaro, scaricabile dal sito internet del Comune, il costo previsto per il 2011 per l’asilo nido è di circa 540 mila euro, di cui 176 mila per il personale comunale, 363 mila per la cooperativa affidataria del servizio e 66 per le spese di mantenimento e funzionamento. Il numero dei lavoratori e la loro qualifica dipendono da un rapporto minimo educatore-bambino che deve essere garantito in base al D.P. 29 giugno 1988. Presso l’Asilo Nido Comunale “M. Schillaci”, operano costantemente quattordici operatori (tra cui undici educatrici) che fanno capo alla Ditta affidataria del servizio socio-educativo in aggiunta a tre operatrici, impiegate comunali.

Come può facilmente constatare qualunque persona in buonafede visitando il sito dell’Assessorato Regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro che ha pubblicato un monitoraggio degli Asili Nido Comunali in Sicilia, i dati relativi all’asilo nido di Piazza mostrano una struttura che, oltre che erogare un servizio di qualità, lo fa un rapporto costi/benefici positivo, soprattutto dopo i recenti interventio voluti dalla Giunta comunale.
Infatti se fino all’anno scorso la percentuale media dei costi a carico degli utenti si attestava al 3,45%, a fronte del dato regionale del 6,01%, con l’adeguamento delle rette operato dall’Amministrazione il dato è stato portato a un livello poco superiore alla media regionale.
Il rapporto numerico, bambino-personale, a prescindere dalla qualifica di appartenenza, ha un valore medio, in Sicilia, di 2,84, ossia meno di 3 bambini per operatore, quello del “M. Schillaci” è pari a 3,53% (17 operatori per 60 bambini). Cosideriamo che il minimo registrato in Sicilia è 1,46, il massimo è 7.
Se si fa riferimento solo agli educatori il rapporto bambino/educatore è pari a 5,5 nell’asilo nido di Piazza a fronte di un dato nazionale di 6,9 bambini/educatore nelle città tra 20 mila e 60 mila abitanti e un dato di 5,8 bambini/educatore in Sicilia (dati desunti dal Rapporto ANCI Ifel sugli asili nido scaricabile da internet)

Il costo medio per utente dell’asilo nido “M. Schillaci” si attesta su 9.673,30 euro, poco più del costo medio regionale per utente che è pari a €.9.125,93, mentre molti asili comunali in Sicilia hanno costi molto più elevati come a Palermo 17.168 euro per utente o ad Avola (14.893 euro/utente) o nella vicina S. Michele di Ganzeria (14.197 euro/utente).
Tutto dunque o nella media o in situazione migliore rispetto alla media regionale.

Per quanto riguarda il confronto con talune strutture private, faccio presente che non esistono asili nido privati autorizzati in Città e dunque attività similari non rispettando le normative vigenti per lo svolgimento del servizio di asilo nido non possono essere considerati equivalenti al serv izio erogato dal Miriam Schillaci.

Infine l’affermazione secondo cui si è mandato al Consiglio comunale un atto d’indirizzo solo per farlo bloccare dal consesso cittadino è quasi diffamatoria poiché la normativa vigente prescrive che la modalità di erogazione dei servizi deve essere inserita in documenti programmatici generali di competenza del Consiglio. Pertanto se fosse stato approvato il bilancio con l’allegata relazione previsionale e programmatica non sarebbe stato necessario un atto d’indirizzo. Infatti in essa si legge:

“Per quanto riguarda l’asilo nido, dopo attenta analisi di buone prassi e studio della fattibilità tecnica e giuridica, dal prossimo mese di settembre, in via sperimentale, il servizio dovrebbe essere “concesso” ai sensi dell’art.30 del Codice dei Contratti, nella sua interezza (servizio educativo, cura e igiene personale del bambino, fornitura di generi alimentari con preparazione, distribuzione e assistenza ai pasti, gestione ordinaria dell’immobile, igiene e pulizia dei locali). La controprestazione a favore del concessionario consisterà nel diritto di gestire funzionalmente e di sfruttare economicamente il servizio (immobile, arredi, cucine, attrezzature, ecc.). Il Comune prevederà, in sede di gara, un contributo forfettario annuo, poiché verrà imposto al concessionario di praticare, nei confronti degli utenti, delle rette massime ed essendo necessario assicurare al concessionario il perseguimento dell’equilibrio economico-finanziario degli investimenti e della connessa gestione in relazione alla qualità del servizio da prestare che non dovrà subire involuzioni qualitative.
E’ di tutta evidenza che, se la sperimentazione avrà esito positivo, il risparmio economico per l’Ente sarà davvero notevole, continuando a garantire gli standard quali-quantitativi attuali.”