Siamo riuniti oggi per celebrare le esequie del dott. Umberto Tornabene , che a causa della malattia che aveva reso debole il suo corpo, assistito amorevolmente dall’affetto dei suoi cari, ha raggiunto nella patria celeste sua moglie Annamaria. Il Dr.Umberto Tornabene, nato ad Enna il 22 settembre 1936 è stato un fedele laico impegnato, che ha vissuto con passione la vita confraternale nella Confraternita di Maria SS.Addolorata e a servizio delle Confraternite della città di Enna e della nostra Diocesi , che si è distinto per la pratica cristiana e l’attaccamento alla Chiesa ha meritato l’ onorificenza pontificia di cavaliere dell’Ordine equestre di san Silvestro Papa. Il nostro fratello Umberto è stato anche insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana, ha svolto vari qualificati servizi presso la Pubblica Amministrazione soprattutto nel campo sanitario come direttore Amministrativo dell’Ospedale Umberto I°; in campo ecclesiale si è impegnato nel promuovere nella città di Enna e nella Diocesi le Confraternite come Rettore della Confraternita di Maria SS. Addolorata in Enna, Presidente del Collegio dei Rettori delle Confraternite di Enna, Presidente del Centro Diocesano delle Confraternite e Vice Coordinatore della Regione Ecclesiastica della Sicilia della Confederazione Nazionale delle Confraternite d’Italia. Ha collaborato attivamente con il Delegato Vescovile per le Confraternite don Antonino Tambè per l’organizzazione dei Ritiri spirituali dei Responsabili delle Confraternite, dell’annuale Convocazione diocesana e del Pellegrinaggio Diocesano delle Confraternite e ed ha partecipato a varie manifestazioni confraternali in Italia e all’estero facendo conoscere a apprezzare le manifestazioni religiose della Settimana Santa ennese.
Oggi la Vergine Addolorata, della quale ha zelato con entusiasmo e passione il culto in questa chiesa e nelle manifestazioni religiose della settimana santa, lo accoglie fra le sue braccia materne, come accolse Gesù sceso dalla croce.
La morte di una persona ci invita a riflettere sul mistero della vita e sul suo significato ultimo.
Per noi credenti l’ultima parola è una parola di speranza nella vita eterna fondata sulla fede nella resurrezione dei morti e nella vita eterna.
La parola di Dio che abbiamo ascoltato apre il nostro cuore alla speranza e ci da la forza di affrontare con fiduciosa serenità anche il dramma della morte.
Il messaggio del brano del libro della sapienza di fronte alla morte dei nostri cari , non ostante le tribolazioni che hanno dovuto affrontare, è carico di speranza fondata sulla certezza che essi sono nella pace, che assume il senso gioioso della più completa intimità d’amore con Dio. Questa speranza è piena di immortalità e da un senso a tutte le sofferenze viste come sacrificio e rituale offerto a Dio e da lui gradito.
San Paolo ci dice che la morte per noi cristiani è un addormentarsi nel Signore in attesa del risveglio alla venuta gloriosa di Cristo Risorto e ci invita a non affliggerci come coloro che non hanno speranza nella vita eterna ma a confortarci e consolarci a vicenda nella certezza che nulla ci potrà separare dall’amore di Cristo e che noi saremo sempre con il Signore.
Il Vangelo di Luca che ci parla della morte e della resurrezione del Signore ci dice che il destino di Gesù non si compie sulla croce, ma che la sua morte è sfociata nella risurrezione. Ed è nella risurrezione di Gesù che si radica la nostra speranza. Le parole di Gesù: ”Padre nelle tue mani affido il mio spirito” ci insegnano come deve essere la morte del cristiano che affronta fiduciosamente il dramma della morte consapevole che essa non è la fine di tutto, ma un passaggio che ci conduce alla casa del Padre. Non ci sono solo tenebre nel mistero della morte: c’è anche la presenza di Colui che ha detto di essere la Risurrezione e la Vita. E chi crede in Cristo, anche se muore, vivrà.
La vita di Gesù non termina con la morte , ma culmina con la resurrezione, pegno e garanzia di resurrezione per il cristiano che associato alla passione di Gesù Cristo e alla sua agonia ,come il dr. Umberto, completa ciò che manca nella sua carne alla passione di Cristo a favore del suo corpo che è la Chiesa.
Nella comunione misteriosa dei santi le sue sofferenze e le preghiere di tutti noi hanno delle conseguenze incalcolabili di bene nella vita della chiesa.
“Alle anime dei defunti, – ha scritto il Santo Padre nell’enciclica sulla speranza- può essere dato « ristoro e refrigerio » mediante l’Eucaristia, la preghiera e l’elemosina. Che l’amore possa giungere fin nell’aldilà, che sia possibile un vicendevole dare e ricevere, nel quale rimaniamo legati gli uni agli altri con vincoli di affetto oltre il confine della morte – questa è stata una convinzione fondamentale della cristianità attraverso tutti i secoli e resta anche oggi una confortante esperienza. Chi non proverebbe il bisogno di far giungere ai propri cari già partiti per l’aldilà un segno di bontà, di gratitudine o anche di richiesta di perdono? Le nostre esistenze sono in profonda comunione tra loro, mediante molteplici interazioni sono concatenate una con l’altra. Nessuno vive da solo. Nessuno pecca da solo. Nessuno viene salvato da solo…. La mia intercessione per l’altro non è affatto una cosa a lui estranea, una cosa esterna, neppure dopo la morte. Nell’intreccio dell’essere, il mio ringraziamento a lui, la mia preghiera per lui può significare una piccola tappa della sua purificazione… La nostra speranza è sempre essenzialmente anche speranza per gli altri; solo così essa è veramente speranza anche per me”.
In questa celebrazione siamo chiamati a rinsaldare la nostra fede pasquale, a rinnovare la nostra speranza e ad attuare la nostra carità, illuminando il mistero della morte del nostro fratello alla luce del mistero pasquale di Cristo e del paradosso della morte come passaggio dalla morte alla vita, come giorno natalizio, come una nuova nascita.
Questa celebrazione del mistero pasquale si traduce in rendimento di grazie per tutto il bene che il Signore ha operato per mezzo del nostro fratello Umberto, uomo affettuoso verso i familiari, mite, garbato, rispettoso, stimato per la sua bontà d’animo , la sua amorevole autorevolezza, la sua disponibilità verso tutti. Noi siamo sicuri che il nostro fratello sarà accompagnato dalle sue buone opere nella sua vita familiare, nella sua professione svolta con diligenza, nella sua pratica religiosa comunitaria svolta nella confraternita dell’Addolorata, dalla sua fede di fervente cristiano che si è approfondita in questi ultimi tempi di sofferenza.
La Chiesa offrendo il sacrificio eucaristico per questo nostro fratello defunto vuole che si rinsaldi la comunione esistente fra tutte le membra del Corpo di Cristo riunite dallo Spirito Santo in un solo corpo e questo nostro fratello Umberto riceva un aiuto spirituale dalle nostre preghiere e dalle nostre opere di carità e noi che viviamo nella condizione di pellegrini abbiamo la consolazione dello Spirito e il conforto della speranza nella vita eterna.
Questo conforto della speranza cristiana oggi noi lo invochiamo per i figli Wiliamm e Viviana, per i quattro nipoti, per i parenti, per i confratelli della Confraternita dell’Addolorata e del Collegio dei Rettori e gli amici e per tutti coloro che lo hanno stimato ed amato pregando assieme: L’eterno riposo donagli a Signore e risplenda a Lui la luce perpetua, riposi in pace. Amen.
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