L’ON PAOLO COLIANNI CONTRARIO ALL’ABOLIZIONE DELLE PROVINCE DI ENNA E CALTANISSETTA.

La mazzata che alla vigilia di Ferragosto ha colpito gli italiani  con la ennesima manovra finanziaria  per anticipare il pareggio di bilancio, se non  avesse trovato gli italiani  distratti dal periodo feriale  ha rischiato di provocare una rivolta  popolare incontrollabile e di difficile comprensione  specie se la visione egoistica dell’economia,  la mancanza di una visione globale e l’impreparazione economica endemica non fanno comprendere appieno la vera portata politica della vicenda. Non c’è dubbio alcuno che i soliti noti che ,certamente sono i più, inevitabilmente saranno toccati dalla manovra non  comprenderanno appieno la dinamica con la quale il governo ha preparato ed intende attuare la stretta  economica, se qualcuno con grossi interessi politici e partitici  continua a soffiare sul fuoco della disinformazione, della provocazione e   della  istigazione  alla rivolta, senza  mai indicare le misure alternative che si intendono proporre, nascondendosi dietro la facile affermazione che  spetta  sempre agli altri predisporre le misure e a loro giudicarle, certo assunto vero, ma in situazione normale e non eccezionale come riconosciuto dagli stessi. La regola della democrazia, sempre valida, del ruolo delle parti in situazioni di grave crisi  deve essere accantonata e sostituita dalla regola della solidarietà e, la ricerca  delle responsabilità  e delle colpe,se ci sono come certamente ci sono devono essere rimandata  al dopo.
Il terreno è fertile  l’esasperazione di chi in una situazione  cosiddetta normale non riesce a sbarcare il  lunario, e vede avvicinarsi lo spettro di altre difficoltà, non è predisposto a ulteriori sacrifici. Bisogna avere il coraggio e la responsabilità politica di fare una attenta analisi  dello stato della crisi e convincersi che la mancanza di una adeguata medicina avrebbe comportato l’aggravarsi della stessa crisi con effetti certamente più gravi e devastanti per il Paese e per le generazione future.
La globalità dell’economia, non mette a riparo nessun governo nazionale dalla crisi incombente, la globalità delle iniziative per far fronte alle difficoltà non può prescindere da una visione globale e coinvolgente di tutti.
Per sgombrare il campo da qualsiasi facile strumentalizzazione diciamo subito che la mazzata la subiamo e la contestiamo  e perché  non ci soddisfa, stiamo cercando di spiegarci semplicemente  il fenomeno sul piano politico.
Altro discorso è  lo SCIPPO” o la  eliminazione delle province con una popolazione inferiore a 300 mila abitanti quale la provincia di Enna e quella di Caltanissetta. Provvedimento alquanto improvvisato, ingiusto, raffazzonato e privo di quei crismi essenziali per una rivoluzione istituzionale di tale portata. Infatti non  si spiega  come non si sia tenuto conto delle peculiarità della Regione a Statuto Speciale quale la Sicilia che dall’approvazione  della legge n.9 del ’86 ha creato le province regionali e i liberi consorzi dei comuni, e comunque UNICA istituzione con la competenza sugli enti locali dell’isola.  Grande scoramento ci ha assalito per alcune frasi inopportune, infantili e provocatorie pronunziate da taluni che si immaginano la soddisfazione del presidente della Regione on. Raffaele Lombardo  per la eliminazione della provincia di Enna, chissà perché !!!
Siamo certi e riassicuriamo quanti in mala fede dovessero pensare il contrario per cercare, pensiamo, l’inesistente vantaggio, persino elettorale, di qualcuno, che la battaglia che da ora in avanti faremo e ci impegniamo a fare insiemi a quanti responsabilmente hanno a cuore il nostro territorio come entità politico – economica –  sociale  e territoriale vedrà  il Governo regionale nella sua interezza, gli enti locali, le forze  produttive – politiche – sociali e tutta la nostra gente uniti nella battaglia certamente non facile per la salvaguardia della nostra sacrosanta integrità territoriale.
Ci dispiace che qualche pseudo agenzia di informazione tenta maldestramente di non dare il dovuto spazio a tutte le posizioni emerse per la serissima quanto importantissima e grave vicenda  in questione, le rivalse e le differenziazioni soni cose  che in questo momento non ci dovrebbero appartenere.
E’ l’ora della responsabilità, uniamoci perché uniti si vince, avremo modo  e tempo, se vogliamo, di dividerci  dopo aver acquisito il risultato da tutti agognato e sperato.
Ecco perché  da subito chiediamo alle istituzioni territoriali alla classe dirigente alle forze politiche,alla forze sindacali,alle forze categoriali  senza fughe in avanti, ma con grande senso di responsabilità, la mobilitazione generale con la convocazione in un unico giorno del Consiglio Provinciale dei Consigli Comunali e delle  rispettive Giunte, un tavolo permanente delle deputazioni Regionali e Nazionali della Provincia,  i Consigli Generali delle forze sindacali, e di tutti gli enti  professionali e categoriali, i consigli pastorali della chiesa delle due Diocesi di Piazza Armerina e Nicosia, perché forte  e univoca possa  elevarsi e farsi sentire la voce della nostra provincia che non può e non deve morie , forte e ferma la posizione di chi difende non una sigla ma la storia di un popolo che non può e non deve subire questa ulteriore mortificazione legata forse anche alla emigrazione che  certamente non ha contribuito a mantenere gli standard della popolazione tanto semplicisticamente e inopportunamente stabiliti con decreto. NO ai tagli orizzontali e indiscriminati, la politica quella economica in modo particolare non può essere relegato a matematica economica e basta.