Ultimo appuntamento di quest’anno per Libri sotto il gelso, la manifestazione tutta dedicata ai libri promossa dal Comune di Piazza Armerina e giunta alla seconda edizione. Il 2 settembre prossimo, alle 18,30, a Piazza Armerina nel Chiostro di Sant’anna, Mauro Mirci presenterà due romanzieri siciliani, giovani e promettentissimi. Veronica Tomassini, siracusana, narra nel suo libro d’esordio, Sangue di cane, una struggente storia d’amore tra una giovane italiana di famiglia borghese e un lavavetri polacco. Un romanzo che ha raccolto vasti consensi di critica e rappresenta il primo passo di una bella carriera letteraria. Siciliana di origini umbre, scrive sul quotidiano «La Sicilia» dal 1996. Sangue di cane è il suo primo romanzo. Per Antonio Pagliaro, palermitano, I cani di via Lincoln è invece il secondo romanzo, nel quale racconta una Palermo spietata dove i clan mafiosi stringono un turpe accordo con le triadi cinesi. Fatti romanzeschi certo, ma ai quali la realtà fa da costante riferimento. “I cani di via Lincoln” segue “Il sangue degli altri” (Sironi ed.) e precede di poco il romanzo breve “Il giapponese cannibale”, ricavato da un fatto realmente accaduto.
Antonio Pagliaro ha scritto di libri sui quotidiani Liberazione e La Repubblica (Palermo), sul magazine Milanonera e sul bisettimanale La Sesia. Gli articoli sono qui: Magazzini Pagliaro. Attualmente tiene la rubrica “Peñarol, il giallo e il nero” sul magazine di arte, cultura e società 21. Con Edo Grandinetti e Sauro Sandroni, ha fondato Cabaret Bisanzio, laboratorio di finzioni.
L’editore è comune. Laurana, di Milano, che dichiara sul suo sito: “Perché grazie alla narrativa le cose si possono far vedere, si possono mettere in scena, e così rendere evidenti … La letteratura ha dunque questo valore di farci vedere. E farci vedere quello che ci sta attorno, mentre lo abbiamo sotto gli occhi, crediamo di conoscerlo e invece non ne sappiamo nulla. È per questo che alla letteratura si è sempre chiesto di essere un luogo privilegiato della ricerca della verità … Se pensassimo che la letteratura è fatta soltanto di belle storie inventate non ci preoccuperemmo più di tanto di leggerla e di farla leggere, di studiarla e di farla studiare. Pensiamo invece che quelle belle storie inventate portino con sé ognuna una possibilità di vedere, e quindi di capire.”