Nei giorni scorsi si è tenuto un incontro tra i rappresentanti del Partito della Rifondazione Comunista e la Segreteria provinciale della CGIL di Enna in merito allo sciopero generale contro la manovra economica del governo indetto per martedì 6 settembre. Gli esponenti provinciali del partito guidato dall’ex ministro Paolo Ferrero hanno espresso in quella sede il pieno sostegno all’iniziativa e l’assoluta condivisione delle proposte del sindacato, cui è stato riconosciuto il coraggio di riscattare la propria autonomia in un fase in cui ignobilmente le destre al governo, come anche alcuni settori del centro-sinistra, lavorano alla sua marginalizzazione. “Lo sciopero generale di martedì prossimo è la cartina al tornasole dello stato di crisi in cui le destre hanno gettato il Paese – afferma Carmelo Albanese, della Segreteria provinciale del PRC -. Quando il più grande sindacato italiano decide di intraprendere la strada della lotta attraverso lo sciopero vuol dire che la situazione ha superato il livello di guardia, e noi crediamo che questo elemento non solo debba far riflettere, ma condurre tutti, e in primo luogo le forze del centro-sinistra, quanto meno ad una forma di rispetto, se non alla piena mobilitazione a fianco della CGIL come facciamo noi.
Del resto, la cancellazione delle festività del 25 aprile e del 1 maggio è il vero biglietto da visita di questa manovra che individua un obiettivo chiaro: il mondo del lavoro. Per annullare ogni diritto e ridurre i salari, il governo Berlusconi traduce in legge la richiesta di Marchionne di demolire il contratto nazionale di lavoro e di avere mano libera nei licenziamenti cancellando l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori; dopo il blocco della contrattazione e delle assunzioni, mette in discussione la tredicesima e sequestra il TFR per due anni; taglia per 40 miliardi nel prossimo triennio le agevolazioni fiscali colpendo in primo luogo il lavoro dipendente e le famiglie con figli a carico. Più che combattere la crisi, la finanziaria, così come è stata annunciata, determinerà una ulteriore recessione economica poiché riduce nei fatti diritti e potere d’acquisto dei lavoratori.
Un governo che voglia sinceramente “fare cassa” e riavviare lo sviluppo economico del Paese – continua Albanese – dovrebbe al contrario combattere innanzitutto la speculazione, fatta dalle banche, mettendo regole ai mercati finanziari, impedendo la vendita allo scoperto dei titoli e obbligando la Banca Centrale Europea a comprare direttamente i titoli di stato come, del resto, fanno le Banche Centrali degli Stati Uniti, del Giappone e della Gran Bretagna. Ma nel documento economico dell’esecutivo non c’è nulla di tutto questo; si potrebbe dire che il governo Berlusconi fa il forte con i deboli ma è debole con i forti, vale a dire con quel 10% della popolazione che possiede la metà della ricchezza italiana e che, appunto, viene salvaguardato nei propri benefici ed interessi”.
“Per queste ragioni facciamo appello ai lavoratori, agli studenti e all’intera cittadinanza ad aderire allo sciopero generale e a partecipare alla manifestazione che si terrà in piazza S. Francesco a partire dalle ore 10. Come Rifondazione Comunista – conclude Albanese – saremo presenti con un banchetto informativo sulle ragioni della nostra opposizione alla finanziaria e lanceremo la nostra campagna nazionale “Indignati a favore della patrimoniale”, una raccolta di firme a sostegno di una politica economica opposta a quella di Berlusconi e Tremonti incentrata su cinque punti: tassa sui grandi patrimoni; lotta all’evasione fiscale; dimezzamento degli stipendi delle caste e delle spese militari; imposizione alle aziende che delocalizzano di restituire i finanziamenti pubblici; blocco delle grandi opere inutili e dannose per l’ambiente (come il Ponte sullo Stretto) e utilizzo delle stesse per un grande piano di risparmio energetico, sviluppo delle fonti rinnovabili e riassetto del territorio”.