Cappello a falde tese, sigaretta tra le mani, occhiali scuri, sorriso solare. Così ti accoglie Milena nella mostra fotografica a lei dedicata, pensata, organizzata e messa in piedi da Anna Schirò e da Teresa Rizza che ne ha curato il CD con le foto e la loro diffusione nella rete internet. La mostra fotografica è aperta presso la cosiddetta “Casa della Memoria” ad Enna in piazza Vittorio Emanuele presso i locali che furono sede del P.C.I., del PDS e dei DS. Locali comprati con una sottoscrizione popolare tra gli iscritti e non. Milena bambina stretta tra gli affetti dei genitori, Milena abbracciata dai suoi alunni e dai colleghi dell’Istituto Tecnico Commerciale di Enna, Milena a Leningrado (oggi San Pietroburgo) all’inizio degli anni ’80 del secolo scorso in gita nell’allora Unione Sovietica, Milena coccolata dal marito Alberto e dai figli Elisabetta e Roberto ed infine un accenno fugace alla sua esperienza politica. Lei ti guida nella mostra con garbo, con riservatezza, con la spensieratezza e la bonomia che l’hanno sempre contraddistinta.
Quasi nulla delle sue battaglie civili per l’approvazione del referendum sul divorzio, per quello per l’abolizione dalla pratica degli aborti clandestini e dell’interruzione volontaria di gravidanza, quasi niente delle sue battaglie per l’affermazione dei diritti delle donne. Eppure, nella sua attività, con la sua Fiat 500 bianca e impolverata, aveva solcato l’intera provincia e la regione siciliana, sempre instancabile e appassionata, sapendo coinvolgere le donne, aldilà del loro credo politico e delle impostazioni ideologiche. Quasi niente, in questa mostra, del suo impegno politico che avrebbe meritato molto di più permettendole, per esempio, di rappresentare la nostra provincia ai livelli regionali e nazionali. Tant’è… Non si è potuto o non si è voluto?
Una donna che ha lottato fino all’ultimo contro la sua malattia ritenendo di potere vincere, un’immagine di donna attuale, quindi, intellettualmente vivace e attenta, pronta alle novità e ai cambiamenti, une delle donne che ha egregiamente rappresentato la nostra provincia e che, ad un anno dalla sua scomparsa a causa di un male che non perdona, può essere tranquillamente classificata come un pezzo della storia recente della provincia di Enna.