L’ASSOCIAZIONE COSTRUTTORI CHIEDE CHE VENGANO INTRODOTTE ANCHE IN SICILIA LE REGOLE SULLA REGIONALIZZAZIONE DEL PATTO DI STABILITÀ

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Pirrone – Presidente ANCE- “non riusciamo più a fare fronte ai nostri impegni nei confronti di fornitori e dipendenti. La situazione in cui la Pubblica Amministrazione ci ha portato è prossima ad essere irreversibili. E’ necessario che gli Amministratori Locali diano uno scatto e provvedano in ogni caso possibile a pagare le imprese. Da una stima approssimativa le Imprese ennesi vantano oltre 20milioni di euro e di questi 6 dalle Amministrazioni della provincia. Si comprende facilmente che non è possibile pensare che un sistema imprenditoriale in forte affanno per le poche opportunità di lavoro, per lo scarsissimo sostegno bancario, per la forte pressione fiscale, vessato da Equitalia possa fare da bancomat per sindaci ed amministratori vari che non si sono preoccupati di verificare, come la legge impone, la certezza della fonti finanziarie dei lavori che hanno appaltato.” “Occorre uno scatto di dignità. Prendere atto che bisogna tagliare costi impropri e onorare gli impegni con chi aspetta spesso da oltre 1 anno. La normativa degli enti locali consente da tre anni la cosiddetta regionalizzazione verticale del patto di stabilità interno, in base alla quale le regioni possono compensare sforamenti autorizzati da parte degli enti locali e finalizzati al pagamento in conto capitale dei debiti. Altra soluzione è offerta dalla possibilità di regionalizzare orizzontalmente gli obiettivi del patto di stabilità. Un principio in base al quale enti con differenziale positivo, cedono questa loro capacità a enti con differenziale negativo, al fine di recuperarlo nel biennio successivo. Sono strumenti di legge, recentemente riproposti con il decreto della ragioneria generale dello stato del 6 ottobre, e che solo l’insensibilità politica non ha consentito il loro utilizzo in Sicilia. Insomma si fa un gran parlare di federalismo e di delocalizzazione delle funzioni, ma quando lo Stato mette le regioni in condizioni di farlo, queste ultime (con le solite eccezioni di efficienza) non si adoperano. E’ incredibile assistere ad un continuo proliferare di spese per consulenze e per il funzionamento di una macchina burocratica sempre più grassa ed elefantiaca e contemporaneamente ignorare strumenti che potrebbero contribuire ad uscire dallo stallo economico in cui siamo stati cacciati dalla cecità politica ed amministrativa degli ultimi 10anni.”