Il 18 ottobre 2011, in sede di direttivo del Partito Democratico, il dott. Giuseppe Litteri, a nome di un gruppo di 14 dirigenti, pur riconfermando l’attaccamento alle idee ed ai valori ispiratori del partito, ha annunziato le dimissioni dall’organo dirigente che a loro dire non è riuscito a tracciare un percorso politico ed a valorizzare tutte le risorse umane presenti. Senza entrare nel merito delle accuse, cosa che sarà fatta nei luoghi a ciò deputati, il Partito esprime un sincero rammarico per la spiacevole frattura alle cui motivazioni sente di dare come unica risposta che, se i problemi fossero stati davvero quelli esposti nel documento reso pubblico, si sarebbe dovuto fare ricorso agli strumenti democratici previsti nello Statuto del PD proprio per creare situazioni alternative o di differenziazione dentro gli organismi direttivi.
La verità, invece, è che i malumori, la mancata partecipazione a varie Primarie locali e nazionali, le differenziazioni all’interno del gruppo consiliare, le fughe in avanti e le dimissioni vengono da lontano e sono figlie della delusione per la mancata soddisfazione di mire politiche o personali. Il poeta Esopo già nel V secolo a.C scriveva nelle sue fiabe che la volpe non potendo arrivare all’uva la dichiarava acerba. Mi auguro che la loro scelta non sia il miserabile frutto di decisioni strategiche prese in altri comuni (CENTURIPE- VALGUARNERA) volte a creare una scissione del partito esclusivamente per agevolare il generale di turno a danno dei cittadini leonfortesi.
Il riconfermato attaccamento dei 14 al Partito Democratico, che insieme abbiamo fortemente voluto, stona a dir poco, in quanto proprio nei momenti più drammatici e difficili per la politica ogni aderente dovrebbe ricostruire il tessuto democratico e rassicurare il proprio elettorato dimostrando di essere all’altezza delle responsabilità che la difficile situazione del Paese richiede. Rimango fortemente convinto che gli strumenti guida sono gli Statuti del Partito Democratico e il suo Codice Etico, e che il fine assoluto sia il bene della collettività
IL SEGRETARIO
Nino Di Naso