La Compagnia della Guardia di Finanza di Enna con la collaborazione del Nucleo di Polizia Tributaria di Catania, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica del capoluogo etneo, ha portato a compimento un ulteriore tranche dell’operazione “Bufala” che aveva già portato nel recente passato ad un arresto ed al sequestro di beni per circa 8 milioni di euro. In data odierna i finanzieri hanno tratto in arresto nove persone e sottoposto a sequestro ulteriori beni per un milione e cinquecentomila euro circa. L’attività di indagine, diretta dalla Procura della Repubblica di Catania in persona dei Sost. Proc.ri Dr. Setola e Dr. Sturiale, coordinati dal Procuratore Aggiunto Dr. Serpotta, ha accertato le responsabilità degli arrestati circa il loro coinvolgimento in svariati episodi di truffa finalizzati all’indebita percezione di finanziamenti regionali e comunitari nel settore dell’allevamento di animali. In particolare, grazie alla connivenza di funzionari pubblici infedeli, a professionisti compiacenti ed ad un direttore di una filiale di banca, gli associati riuscivano a dimostrare falsamente l’avvenuta effettuazione di lavori e l’acquisto di animali in realtà mai avvenuti. La certosina attività di indagine che ha comportato il riscontro di una moltitudine di documenti risultati il più delle volte alterati o falsi, ha permesso di acclarare l’esistenza di una vera e propria associazione a delinquere operante nelle provincie di Catania ed Enna e specializzata nella intercettazione di flussi di finanziamenti pubblici destinati ad attività produttive che nelle intenzioni dell’ente erogatore sarebbero serviti a promuovere lo sviluppo dell’area ma che, abilmente distorti, sono in realtà serviti solo all’arricchimento personale degli indagati.
I soggetti arrestati, qui di seguito riportati, risultano residenti nelle province di Enna e Catania:
– Grasso Vittorio, di 60 anni, residente a Catenanuova;
– Messina Michele, di 52 anni, residente a Mascalucia;
– Costanzo Gaetano, 66 anni, residente a Catania;
– Barbera Alberto, 43 anni, residente a Catania;
– Moschitto Antonino, 45 anni, residente a Catania;
– Lentini Prospero, 44 anni, residente a Catenanuova;
– Zuccarello Salvatore, di 52 anni, residente a Belpasso;
– DI Salvo Celso Pietro, di 55 anni, residente ad Acicatena;
– Grasso Giuseppe, di 30 anni, residente a Catania.
Il procedimento penale riguarda complessivamente 17 soggetti, ciascuno dei quali indagato per una o più delle seguenti ipotesi di reato:
– 416 c.p. associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe per il conseguimento di provvidenze pubbliche, falso e riciclaggio;
– 476 – 482 c.p. falsità materiale in atti commessa da privato e da pubblico ufficiale in concorso;
– 479 – 482 c.p. falsità ideologica in atti commessa da privato e da pubblico ufficiale in concorso;
– 483 c.p. falsità ideologica in atti commessa da privato in atto pubblico;
– 640-bis c.p. truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche;
– 468 e 469 c.p. contraffazione di pubblici sigilli e uso di pubblici sigilli contraffatti;
– 648-bis c.p. riciclaggio.
In particolare, a capo dell’associazione figurava il predetto Grasso Vittorio che, utilizzando alcune società fittizie (cioè solo formalmente costituite ma sprovviste di qualsivoglia struttura produttiva) facenti capo allo stesso, ha formulato richiesta di pubblici finanziamenti apparentemente destinati all’esecuzione di lavori in realtà mai avvenuti.
Per perpetrare le varie truffe, il Grasso ha avuto la necessità di avvalersi di vari professionisti che fossero disponibili a falsamente certificare la regolare esecuzione dei lavori. In tale contesto, entrano in gioco Moschitto Antonino, perito agronomo e socio di uno dei maggiori studi di consulenza del settore in Sicilia, lo studio Spata s.r.l. con sede in Catania, nonché l’amministratore dello stesso studio di consulenza, Barbera Alberto, i quali hanno assecondato i progetti di Grasso Vittorio producendo false documentazioni attestanti il possesso dei requisiti necessari all’ottenimento dei finanziamenti.
Simile condotta criminale si rileva in capo a Lentini Prospero, noto professionista di Catenanuova, il quale ha messo a disposizione il proprio studio di geometra per la produzione di documentazione varia rigorosamente “falsa” ma anche questa propedeutica all’ottenimento dei fondi.
Per la realizzazione dei falsi documenti sono state utilizzate decine di timbri falsi già in precedenza rinvenuti durante le perquisizioni, ed intestati ai più disparati uffici pubblici, tra cui Comuni e Servizi comunali, Asl, Cancellerie, Tribunali, Ordini professionali, Camere di Commercio, Agenzie delle Entrate e del Territorio.
È da rilevare come sia stata determinante per l’attuazione della truffa la connivenza di alcuni funzionari pubblici infedeli, Messina Michele, Costanzo Gaetano e Di Salvo Celso Pietro, tutti funzionari dell’Ispettorato Provinciale Agricoltura di Catania, i quali hanno attestato, in mancanza di qualsivoglia requisito, l’avvenuta realizzazione e messa in opera dei progetti finanziati.
Il ruolo di Grasso Giuseppe, figlio di Grasso Vittorio, è invece da riscontrare nell’attività di riciclaggio delle somme illecitamente percepite, impiegate in altre attività imprenditoriali o per l’acquisto di beni immobili.
Figura di primo piano nell’ambito dell’associazione è l’ex direttore della filiale della Banca Popolare di Lodi di Catania, Zuccarello Salvatore, già allontanato dal proprio incarico a seguito delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza. Lo stesso aveva messo a disposizione degli associati gli sportelli della filiale, permettendo la gestione finanziaria delle somme in totale spregio delle disposizioni in materia di antiriciclaggio, con il risultato di interromperne la tracciabilità.
Con riferimento ad alcuni degli arrestati, Lentini Prospero, Messina Michele, Barbera Alberto, Di Salvo Giuseppe Celso Pietro e Grasso Giuseppe, l’Autorità Giudiziaria ha disposto la misura degli arresti domiciliari.
Nella mattinata la Guardia di Finanza ha inoltre provveduto a notificare altri provvedimenti nei confronti di ulteriori soggetti che avevano prestato i propri infedeli servigi per l’effettuazione della truffa. Tra questi, alcuni veterinari che attestavano il buono stato di salute dei capi di bestiame mai esistiti o la loro avvenuta identificazione con microchip, nochè altri funzionari dell’I.P.A. di Enna, per i quali è stato disposto il divieto di svolgere attività professionale o imprenditoriale nonché la sospensione dall’esercizio di un pubblico servizio.
Su tutto il territorio nazionale sono state delegate inoltre perquisizioni e sequestri finalizzati ad acquisire documentazione sulla quale l’Autorità inquirente incentrerà ulteriori attività.
L’attività dell’associazione a delinquere si è protratta anche quando i soggetti sono venuti a conoscenza dell’indagine nei loro confronti, continuando ad inoltrare agli enti preposti nuove richieste di finanziamento per centinaia di migliaia di euro.
L’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare pone quindi fine all’attività di tale associazione impedendo che gli appartenenti potessero continuare a perpetrare i propri atti criminosi e produrre ingenti danni alla collettività.