E’ stato notificato nei giorni scorsi al Direttore Generale dell’ASP di Enna dott. Nicola Baldari il nuovo ricorso al TAR che il Comune di Piazza ha presentato contro la chiusura del punto nascita e l’eliminazione dei posti letto per acuti destinati all’ostetricia. In particolare si chiede l’annullamento della nota del Direttore Generale 18/3/2011 e giunta al protocollo del Comune ricorrente n. 6394 del 21/4/2011, nella parte in cui è stata disposta la sospensione dei ricoveri in regime ordinario ed urgenza per tutte le patologie ostetrico-ginecologiche presso il P.O. “M. Chiello”. Diversi i motivi a sostegno della richiesta di sospensiva avanzata dal comune e affidata ancora una volta all’avv. Pietro Mela del Foro di Enna. Intanto l’azione del D.G. si pone in contrasto con i principi che ispirano la riforma del sistema sanitario regionale, poichè la decisione è stata adottata senza prima provvedere alla predisposizione di misure alternative, privando totalmente ed improvvisamente del servizio l’intero territorio (comunale e distrettuale) e aumentando i rischi per puerpere e nascituri anche perché non è stato attivato alcun percorso alternativo, né misure minime ed indispensabili per garantire un livello basilare di assistenza (su tutte, l’imprescindibile sistema di trasporto assistito materno e neonatale d’urgenza); in secondo luogo non sono stati utilizzati i criteri di valutazione previsti dal Piano Sanitario Regionale 2011/2013.
La riforma prevede, tra l’altro, che l’accorpamento a strutture viciniori è giustificato solo se assicura migliori condizioni assistenziali ed è sotto gli occhi di tutti che la situazione dell’ostetricia nel sud della Provincia di Enna è palesemente peggiorata con gravi disagi per le donne e le famiglie delle città più meridionali, per quelle delle città fuori provincia che facevano riferimento al Chiello, ma più in generale per tutte le partorienti, a causa del conseguente sovraffollamento del reparto di Enna.
Non si comprende perché, inoltre, Piazza Armerina, che è un Comune montano, non agevolmente collegato con i grandi nosocomi, abbia avuto un trattamento diverso rispetto ad altre città della stessa provincia le cui strutture ospedaliere erogano minori servizi del Chiello. A differenza di altri ospedali il P.O. “M. Chiello”, pur avendo un numero di parti inferiori a 500, conta su una copertura di guardia medico-ostetrica, anestesiologica e medico-pediatrica h 24 e su strutture di supporto (laboratorio analisi e servizio trasfusionale), a differenza di altre realtà connotate da carenze strutturali, tecnologiche ed organizzativo-funzionali.
“Al contrario di tante altre inziative che il dott. Baldari sta portano avanti in accordo con l’amministrazione e la comunità di Piazza, finalizzate al miglioramento e all’aumento dei servizi sanitari ospedalieri sul terriotiro, anche a vantaggio degli bitanti del tradizionale bacino del Chiello – afferma il Sindaco Fausto Carmelo Nigrelli – il taglio del punto nascita ci è apparsa una decisione finalizzata più a realizzare immediate economie finanziarie, che non a portare vantaggi sul piano della salute pubblica e della vita sociale. Inoltre, dal momento che l’assessore regionale Russo ha sospeso il decreto attuativo che prevedeva la chiusura di una ventina di punti nascita in Sicilia – possibile premessa ad un ripensamento della scelta – non si capisce per quale motivo Piazza dovrebbe essere l’unico ospedale a chiudere il punto nascita senza obbligo di legge. Sono convinto – conclude il Sindaco – che il TAR accoglierà la nostra richiesta presentata a nome e per conto delle nostre famiglie e delle famiglie di tutte le comunità tradizionalmente legate al Chiello.