Lo abbiamo detto e ripetuto in tutte le lingue: la determinazione del costo del servizio dei rifiuti e la relativa tariffa sono di esclusiva competenza del Consiglio Comunale, il quale provvede attraverso l’approvazione di un proprio piano economico-finanziario, nel caso in cui non esiste una regolare gara di appalto ad evidenza pubblica. In parecchi hanno sposato la tesi che le delibere dei Consigli Comunali erano una cosa e il costo effettivo del servizio complessivo un’altra cosa. In parecchi hanno pensato che i Sindaci, riuniti in assemblea, potessero modificare il costo deliberato dai Consigli Comunali. Spesso i Sindaci sono stati invitati a modificare il costo dai 18 milioni ai 22-23 milioni di €uro l’anno, non tenendo conto che ciò non era possibile. La ciliegina sulla torta è stata messa dalla commissione di liquidazione, la quale ha proposto ricorso al Tar di Catania avverso la delibera di approvazione del costo del servizio del Comune di Gagliano e nei giorni scorsi abbiamo avuto notizia che stessa cosa è stata fatta avverso la delibera del Comune di Valguarnera e pensiamo che stessa cosa probabilmente, tranne smentite, sia stata fatta nei confronti di altri Comuni.
Il Tar ha confermato la nostra tesi e soprattutto la tesi del Comune di Gagliano che ha proposto il rigetto del ricorso presentato dall’ATO, esprimendosi e confermando la competenza esclusiva dei Consigli Comunali per quantificare il costo e determinare la tariffa dei rifiuti.
Per amore di chiarezza e verità dobbiamo anche dire ed affermare che i Comuni debbono concorrere alla integrale copertura del costo del servizio sostenuto dall’ATO; in pratica se il costo del servizio sfora quanto deliberato dai Consigli, i Comuni concorrono in maniera proporzionale allo sforamento.
In questi anni e dopo la sentenza del CGA del 2009, purtroppo, abbiamo assistito a delibere di contenimento della spesa che non sono state recepite da chi poi è stato chiamato ad amministrare l’ATO e il sistema dei rifiuti; in pratica non sono stati prodotti tagli dello stesso spessore praticati dai Consigli Comunali, tanto è vero che ben 10 Sindaci di questa Provincia si sono rivolti alla Corte dei Conti paventando un possibile danno erariale a carico dei Comuni per la spesa dei rifiuti in provincia che, a detta di chi amministra, supera di circa 5 milioni di €uro quanto coperto con le delibere dai Consigli Comunali.
Lo stesso fatto che l’ATO deve ancora approvare i bilanci dal 2008 al 2010 fa sorgere dei dubbi su cosa effettivamente c’è nei conti.
Tra le altre cose non sappiamo se i commissari liquidatori hanno fatto la ricognizione dei debiti e dei crediti al 31/12/2010, così come richiesto dalla legge di riforma delle ATO e vorremmo invitarli in tal caso a rendere pubblica, perché è un nostro diritto, la situazione debitoria reale.
Noi continuiamo a ritenere che per garantire una discontinuità con il passato e incanalarsi in un sistema provinciale dei rifiuti virtuoso, basato su efficienza, economicità, riduzione degli sprechi e al contempo iniziando una raccolta differenziata spinta porta a porta, occorre che i Sindaci e i Consigli Comunali deliberino la gestione diretta del servizio, in attesa della riforma e dell’adozione del nuovo piano rifiuti in Sicilia.
Solo in questo modo, rimettendo la palla nelle mani di Sindaci e consiglieri comunali, anche i cittadini potranno avere più fiducia nel sistema dei rifiuti e collaborare e controllare e al contempo fare il proprio dovere di utenti.
IL COORDINATORE PROV.LE
Dr. Carlo Garofalo