PIAZZA ARMERINA: “SI SEPARA DALLA CONVIVENTE, ED INIZIA A PORRE IN ESSERE UNA PERICOLOSA CONDOTTA PERSECUTORIA, AGGREDENDOLA, INGIURIANDOLA, E MINACCIANDO DI MORTE”

Nella giornata odierna, gli uomini del Commissariato di Piazza Armerina – diretti dal Commissario Capo Gabriele Presti –  hanno eseguito  l’arresto – in esecuzione della misura cautelare richiesta dalla Procura della Repubblica di Enna, ed accolta  dal G.I.P. presso il Tribunale ereo, a carico di un pregiudicato armerino, MANTELLINA Concetto, classe 1970 – con precedenti penali – poiché gravemente indiziato dei reati di stalking, danneggiamento a mezzo incendio, violazione di domicilio e danneggiamento (artt.81, 612/bis, 614 e 424, 635 c.p.), nei confronti della ex convivente, per avere – con più azioni del medesimo disegno criminoso – posto in essere delle ripetute condotte illecite, minacciando e molestando la donna, cagionandole un perdurante e grave stato di ansia e di paura, ingenerandole altresì il fondato timore per la propria incolumità e per quella dei propri cari, giungendo persino a minacciarla di morte. Altresì, lo stesso viene ritenuto responsabile dell’incendio di una parte dell’abitazione della donna, nonché di aver provocato, in un’altra occasione, l’allagamento di parte della stessa. Inoltre, lo stesso è indagato per  il reato di danneggiamento a mezzo incendio delle autovetture, del nuovo fidanzato della donna, nonché della zia di quest’ultima.
I fatti-reato ascrivibili al MANTELLINA Concetto, mettevano in evidenza la pericolosa escalation criminale che stava assumendo il predetto soggetto, per le reiterate condotte delittuose consumate nell’ultimo anno, in danno della ex convivente e dei suoi cari.    
In particolare, la donna, lo scorso agosto, subiva delle lesioni ad opera dell’odierno indagato MANTELLINA Concetto, precisando che con lo stesso aveva avuto una relazione sentimentale, e di convivenza. La donna, altresì, già l’anno scorso, era stata picchiata per futili motivi dall’uomo.
Assunta la donna la decisione di troncare la relazione, a causa del  carattere instabile ed irascibile del MANTELLINA, il pregiudicato iniziava a seguirla ovunque, tempestandola di telefonate, allo scopo di riprendere ad ogni costo la relazione
La donna, avendo intrapreso una nuova relazione, veniva fatta oggetto, di una serie di condotte persecutorie, quali telefonate contenenti minacce, aggressioni, richieste insistenti di incontri, sfociati anche in aggressioni verso il nuovo compagno di lei, talvolta anche con oggetti atti ad offendere
La condotta persecutoria posta in essere dal MANTELLINA, negli ultimi tempi, degenerava in una escalation di azioni delittuose sempre più plateali e pericolose, tanto che la povera donna aveva ormai paura di spostarsi per assolvere le occupazioni giornaliere, per raggiungere il posto di lavoro e soprattutto di rimanere a casa da sola.
Infatti, a casa della donna, lo scorso agosto divampava un incendio, che distruggeva alcune stanze dell’abitazione. Nella medesima abitazione, alcune settimane dopo, veniva provocato l’allagamento della caldaia. Inoltre lo stesso iniziava a minacciarla con frasi dal tenore macabro, annunciando la sua prossima morte, ed esternando la sua mancanza di paura al riguardo, a costo di “farsi trenta anni di galera”.
L’escalation di violenza del MANTELLINA, culminava con due recenti episodi danneggiamento a mezzo incendio, nei confronti della zia della donna, nonché del nuovo compagno della perseguitati. I due, infatti, venivano ritenuti responsabili dal pregiudicato, l’una, ovvero la zia, di essersi intromessa nella vicenda della loro separazione, e l’altro, poiché aveva instaurato una relazione con lei, che lui riteneva essere una cosa sua, a tutti i costi.  
Le positive risultanze sui fatti sopra descritti, raccolte dagli investigatori armerini, venivano rassegnate alla procura della repubblica erea, che proponeva il MANTELLINA per la misura cautelare della custodia in carcere.
Misura quest’ultima adottata dal G.I.P. ennese, ed eseguita dai poliziotti armerini nella giornata odierna, che, dopo averlo rintracciato, ed ultimati gli atti di rito, associavano il pregiudicato armerino, alla casa circondariale di Enna.