ENNA: FINALMENTE LA MONTAGNA HA PARTORITO IL TOPOLINO.

Adesso che abbiamo acquisito tutti gli elementi inerenti la vicenda legata alla  prosecuzione dei contratti di diritto privato dei lavoratori ex art.23 la cui scadenza è fissata al 31 dicembre p.v., riteniamo doveroso informare i diretti interessati e la pubblica opinione di come sono andate realmente le cose. La problematica era stata già ampiamente sviscerata nei mesi scorsi, in sede di commissione capigruppo, allorquando si affrontò la difficoltà relativa alla stabilizzazione delle cat. C e D, problema risolto grazie ad un intervento legislativo dell’assemblea regionale siciliana. Nelle scorse settimane, abbiamo appreso di un incontro tra l’amministrazione, il segretario generale e i rappresentanti RSU dei lavoratori, in seno al quale era emerso come, nonostante due trasferte della dott.ssa Caponetti in quel di Palermo (non si sa in quale Assessorato, con quale funzionario o dirigente sia avvenuto l’incontro, e di cosa abbia discusso), alla luce del c.d. decreto Brunetta, era  praticamente impossibile  la prosecuzione dei rapporti di lavoro, tanto da ritenersi improcrastinabile un intervento legislativo della Regione per ovviare al problema.
Queste notizie hanno creato un forte disorientamento ed allarmismo negli stessi lavoratori e nelle forze politiche (gruppi consiliari), che si sono subito attivati (Gargaglione e Incardone)  organizzando un incontro con l’on Galvagno e i lavoratori diretti interessati.
Focalizzata la problematica, l’Onorevole si attivava immediatamente chiamando un funzionario dell’assessorato al lavoro, il quale in pochi istanti, senza parafrasare,  ha fornito ampie delucidazioni sul punto, suggerendo anche come la soluzione all’inesistente problema che ha tolto il sonno e la tranquillità familiare a tutti e 59 lavoratori ex art. 23, poteva tranquillamente trovarsi applicando semplicemente il disposto di cui all’art.7 della L.R. 24/2010.
Oggi prendiamo atto della deliberazione della giunta municipale del 9.12.2011 avente ad oggetto conferma contratti di diritto privato ai sensi dell’art.4 della l.r. n.16/2006, e scopriamo che dopo tanto scalpore portato alla ribalta delle cronache cittadine e regionali dello sciopero della fame dell’Ill.mo Sig. Sindaco; dalla conferenza stampa con il presidente dell’ANCI Sicilia Scala e dalla convocazione dell’assessore Chinnici, la prosecuzione poteva benissimo essere garantita applicando la citata L.R. 24/2010 e nient’altro, per come hanno fatto tutti gli altri Enti locali Siciliani interessati, compresa la Provincia Regionale di Enna.
Pertanto, in considerazione di quanto sopra, si ritiene che le plateali azioni  di protesta poste in essere dal Sindaco di Enna (finalizzate forse a qualcos’altro?), ci sembrano strumentali visto l’inesistente ostacolo alla prosecuzione del rapporto di lavoro dei precari del Comune di Enna, precari che, con l’apporto quotidiano che danno agli uffici ove lavorano, consentono all’Ente Comune di svolgere le proprie funzioni istituzionali che, altrimenti, sarebbero gravemente compromessi, con palpabile danno per l’intera comunità Ennese.
Si stigmatizza indi tale atteggiamento posto in essere dal Sindaco di Enna e dall’amministrazione Comunale, che non può di certo prendersi gioco della serenità e della dignità di intere famiglie, soprattutto considerando che, attingendo al contributo regionale (80% per i Comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti, 100% per i Comuni dichiarati dissestati o che lo sono stati nell’ultimo quinquennio), la prosecuzione del rapporto non comporta altro che un costo per le casse comunali pari a zero, poiché il Comune di Enna non è ancora uscito dallo stato di dissesto, o pari al 20% del costo del lavoro, ammontante all’incirca ad € 150.000,00, poiché il nostro Comune supera i 15.000 abitanti.

F.to

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