Se dovesse passare all’ARS l’idea di avviare il modello consortile attraverso la libera ed autonoma scelta dei Comuni di aderire a qualunque consorzio, il territorio della provincia di Enna rischia di scomparire. Non ritengo che la nostra classe politica e dirigente sia all’altezza di avviare un processo centripeto finalizzato ad estendere i confini della provincia ai comuni del messinese seguendo la dorsale della costruenda nord-sud. Temo, nostro malgrado, che si possa assistere ad un processo centrifugo dei nostri Comuni, attratti soprattutto dall’area metropolitana di Catania. Il paradosso sarebbe che al posto di sopprimere le Province Regionali che si trovano all’interno delle aree metropolitane, come vuole oggi la legge, si farebbero morire di morte naturale le Province Regionali piccole che, al contrario, hanno una tradizionale funzione a difesa dei territori piccoli ed interni, mantenendo un’identità provinciale. In questo modo il territorio della provincia di Enna, che ha già subito negli ultimi dieci anni il ridimensionamento di importanti Aziende pubbliche e private (Enel, Telecom, Banca d’Italia) e la recente riduzione di un seggio elettorale (da tre a due), si trasformerebbe in una triste borgata formata da Comuni destinati nel giro di pochi anni allo spopolamento.