La Guardia di Finanza di Enna ha scoperto tredici lavoratori “in nero” impiegati negli ultimi due anni presso un’impresa edile della Provincia di Enna, per i quali è stata accertata l’assenza della comunicazione preventiva di instaurazione del rapporto di lavoro. Tale risultato è scaturito da un’attenta e specifica attività espletata nei giorni scorsi dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria a seguito di un accesso presso l’azienda edile finalizzato a verificare sia la posizione fiscale della ditta che la regolarità della posizione contributiva. Attraverso una capillare ispezione documentale sui libri, i registri ed i documenti acquisiti presso la sede aziendale è stato accertato, infatti, l’utilizzo sistematico di lavoratori completamente in nero da parte dell’impresa edile per complessive 2.068 giornate di lavoro nei due anni di imposta sottoposti a controllo.
All’imprenditore, oltre alla posizione irregolare dei 13 lavoratori “in nero” – da cui sono scaturite sanzioni pecuniarie amministrative per un ammontare superiore ai 100 mila euro – sono state contestate altre violazioni amministrative derivanti dall’omesso versamento all’erario di imposta sul valore aggiunto e di ritenute operate ai propri dipendenti “in regola”.
L’attività di servizio fa parte del programma di lotta al sommerso che, sotto il coordinamento del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Enna, i Reparti del Corpo di stanza nella provincia attuano costantemente a contrasto del fenomeno dell’impiego di lavoratori in nero.
Il fenomeno del lavoro sommerso, infatti, genera molteplici effetti negativi: incertezza per i lavoratori sulla stabilità del rapporto d’impiego, sulla tutela del proprio diritto alla salute ed alla sicurezza del luogo di lavoro e sulla possibilità di godere, negli anni della maturità, di una vita sufficientemente agiata; inoltre, ai minori introiti per l’erario che derivano dalla illecita pratica si aggiunge l’alterazione del sistema virtuoso della concorrenza, grazie agli indebiti risparmi ottenuti dal datore di lavoro che impiega manodopera irregolare, con pari danno per gli operatori corretti, nonché la riduzione del finanziamento del sistema di sicurezza sociale, senza dimenticare l’agevolazione che il fenomeno fornisce a forme criminali più pericolose (quali ad esempio l’immigrazione clandestina ed il “caporalato”) che incidono sul livello generale di sicurezza dei cittadini.
La piena consapevolezza degli effetti negativi che il lavoro nero produce spinge la Guardia di Finanza a mantenere alta l’attenzione e costante l’azione di contrasto, adottando strategie operative che mirano a colpire tutte le diverse azioni illecite che l’impiego di lavoratori in nero comporta, verso un recupero della crescita dell’economia legale.