MOVIMENTO DEI FORCONI: LA CIA SICILIA CHIEDE UN IMMEDIATO INCONTRO AI GOVERNI NAZIONALE E REGIONALE

Il presidente della CIA siciliana, Carmelo Gurrieri, ha chiesto ai Ministri degli Interni e delle Risorse agricole, al Presidente della Regione e all’Assessore regionale alle Risorse agricole interventi urgenti per garantire il diritto al trasporto dei prodotti ortofrutticoli e del latte e per evitare pericolose contrapposizioni tra produttori agricoli e soggetti attuatori del fermo dell’autotrasporto. Agli stessi la Cia siciliana ha chiesto un immediato incontro per fronteggiare la grave situazione in atto. La protesta degli autotrasportatori e di quanti si sono uniti alle loro iniziative, seppur comprensibile, non può essere condivisa allorquando contribuisce a peggiorare le condizioni economiche di migliaia e migliaia di agricoltori che sono costretti a far marcire il prodotto sulle piante e a dover buttare il latte prodotto nei propri allevamenti. La protesta purtroppo ha già prodotto un risultato purtroppo negativo:  danni per milioni di euro a carico del comparto e dei produttori agricoli vittime del fermo. Continuando così il danno non potrà che crescere in maniera esponenziale.    

La CIA siciliana riconosce il diritto alla protesta di quanti vogliono manifestare, ma non può riconoscere il diritto a danneggiare così profondamente gli agricoltori che, primi fra tutti, subiscono l’aumento del costo dei carburanti  e l’inasprimento del carico contributivo e fiscale e che si trovano, adesso nel pieno della campagna ortofrutticola, a non poter ricavare dal mercato il riconoscimento del proprio lavoro.

La CIA siciliana da tempo denuncia l’aggravarsi della crisi economica del tessuto produttivo della Regione anche a causa del crollo della redditività delle produzioni agricole. La recente manovra del Governo Monti ha ulteriormente esasperato la pressione fiscale e contributiva sul debole tessuto produttivo della Sicilia e reso insostenibile quella operante sul settore agricolo. L’assenza di interventi a sostegno della ripresa economica e per lo sviluppo del Mezzogiorno e quindi del settore agricolo e la distanza, sempre più marcata, evidente e crescente della politica dai problemi reali delle popolazioni e dei ceti produttivi, sono la causa vera che alimenta la rabbia, la disperazione e il sovversivismo di frange sempre più estese di cittadini e imprenditori che giorno dopo giorno si vedono respinti ai margini del processo produttivo e verso la povertà e il fallimento aziendale.