La Chiesa Evangelica Valdese – diaspora di Enna aderisce ufficialmente al Comitato Enna città laica – Mazzini resti dov’è, unendosi alla richiesta di mantenere la statua di Giuseppe Mazzini nella piazza omononima. Tale piazza, infatti, è stata al centro della mobilitazione risorgimentale sviluppatasi nella nostra città e rappresenta un luogo-simbolo non sostituibile con altre collocazioni, tanto più che l’intitolazione a Mazzini della stessa fu fortemente voluta dal popolo e la statua pagata con una raccolta di fondi tra gli ennesi. L’adesione della Chiesa Evangelica Valdese al Comitato è, inoltre, giustificata dal grande ruolo storico che Mazzini ebbe nella diffusione della Bibbia in italiano, ruolo che anche le gerarchie cattoliche certamente apprezzano dopo il Concilio Vaticano II, momento a partire dal quale anche la Chiesa cattolica romana consiglia, e non più reprime, la lettura diretta della Parola di Dio. Ci opponiamo, inoltre, alla posizione di una nuova statua commemorativa del sei centenario della Madonna della visitazione, poiché crediamo che lo spazio pubblico debba essere occupato da simboli istituzionali condivisi e non dai simboli religiosi di una pur cospicua comunità di fede. Come Mazzini ebbe modo d’insegnare, infatti, la libertà religiosa di ciascuno e la democrazia sono effettivamente garantite solo se le istituzioni, statali e locali, rispettano egualmente tutte le confessioni religiose, non favorendone nessuna.
Auspichiamo, pertanto, una soluzione condivisa del problema, nel dialogo tra il Comune e le diverse componenti religiose, sociali e culturali della città, che rispetti pienamente l’art.8 della Costituzione, per il quale tutte le confessioni religiose sono «egualmente libere davanti alla legge», senza distinzione di numeri o radicamento storico locale.
Anche L’Associazione culturale Terra Matta di Enna comunica la sua piena adesione al comitato “Enna città laica”.
Riteniamo sia connaturato nello spirito di un’associazione culturale che opera a livello cittadino la partecipazione e l’impegno nelle dialettiche di idee e nei confronti della vita civica di Enna. Le discussioni sulla statua di Giuseppe Mazzini sono sorte dopo varie dichiarazioni sui media del Sindaco e corroborate da prese di posizione del Rettore della Confraternita della Visitazione Mimmo Valvo. Come ass. culturale Terra Matta siamo assolutamente convinti che la presenza della statua di Mazzini in quel luogo abbia un profondo significato storico che solo le persone superficiali possono considerare svalutabile nel tempo: prima di tutto per la memoria storica risorgimentale che appartiene a tutti come cittadini della Repubblica Italiana, in secondo luogo per l’importanza che la collocazione di quella statua ha rivestivo per la Costituzione Italiana dopo vent’anni di regime fascista e sei anni di guerra. Il 1 maggio 1950 infatti, 28 consiglieri comunali (repubblicani, monarchici, democristiani, comunisti) all’unanimità decisero di ergere un monumento alla memoria di Mazzini e di collocarlo dove sta adesso. Tale decisione venne presa perché «da tempo era nei voti della cittadinanza», come si legge nel verbale di quella adunanza conservato presso l’Archivio storico comunale. La statua di Mazzini fu, quindi genuina e ricca espressione dello spirito della cittadinanza, e la decisione del Consiglio Comunale ratificò nei fatti questo desiderio. A dimostrazione di ciò, pur essendo un periodo difficile per l’economia di un paese appena uscito dalla guerra, i cittadini ennesi si autotassarono volontariamente per farlo costruire e, tra loro, una quota non irrilevante, 350.000 lire, fu donata dagli ennesi emigrati in America. Questi sono dati storici, è quindi una bufala l’aver cercato di fare passare per vera l’idea che la statua fosse prima collocata nella Piazza del Governo. Noi pensiamo che il passato e le sue vicende siano la ricchezza del presente, con la memoria i cittadini possono confrontarsi e comprendere meglio come agire nel quotidiano. Siamo rispettosi delle confessioni religiose e del loro grande bagaglio culturale ed umano e pensiamo che la valorizzazione di queste non può e non deve passare a scapito della memoria storica e comune del Paese; per questo aderiamo formalmente al comitato “Enna città laica” che ha proposto in un clima di grande cooperazione, discussione e informazione verso la cittadinanza tutta (facebook, assemblea aperta alla CGIL di Enna del 22 febbraio c.a.) un’alternativa valida e rispettosa di ogni espressività culturale e religiosa a questa sostituzione per noi inaccettabile allo stato attuale.