Carissimi Confratelli, Gentili autorità, fratelli e sorelle, in occasione di quest’anno giubilare mariano, che ricorda il VI centenario dell’arrivo della statua della Madonna patrona della città di Enna, siamo invitati ad associarci al canto di esultanza di Maria SS. che tutte le generazioni chiameranno beata. Quest’anno giubilare , caratterizzato da una serie di eventi di fede, tra i quali la benedizione del simulacro e delle corone del Bambino Gesù e di Maria SS. da parte del santo Padre Benedetto XVI , ha fatto conoscere la fervente devozione mariana degli Ennesi al di là dei confini di questa città mariana. La festa della Visitazione della Madonna è una festa cristiana. Maria Ss. Madre di Dio è presentata dalla tradizione ecclesiale non come una dea madre, ma come una vera donna, inserita nella storia che grazie alla sua fede è riempita della grazia divina .
Il culto a Maria Ss. Madre di Dio non è, una infiltrazione di miti pagani nelle fede della Chiesa, ma deriva la sua originalità dal mistero dell’incarnazione.
L’avvocato siracusano Firmico Materno nel quarto secolo critica i miti pagani di Mitra e di Cerere e della Dee madri , descritti come creazioni umane artificiose, e presenta Maria come la nuova Eva, discendente di Abramo, la donna che par la sua fede e la sua obbedienza contribuisce alla salvezza dell’umanità ottenuta da Gesù Cristo e con la quale tutti i cristiani possono identificarsi.
C’è quindi una continuità nella discontinuità fra miti pagani e devozione mariana che tuttavia utilizza simboli universali, comuni alla storia delle varie religioni, che vengono ancorate però al mistero di Cristo , Verbo incarnato nella storia concreta dell’umanità.
Questa festa può diventare una festa pagana nella misura in cui ci si comporta da pagani separando la fede cristiana dalla vita e sottomettendosi agli idoli del neo paganesimo: il potere, il denaro, il piacere, il successo.
Non si può essere cristiani solo per i giorni della festa, ma bisogna esserlo sempre nella nostra vita quotidiana.
Il salto di qualità operato dal cristianesimo rispetto al paganesimo sta nello stretto rapporto fra culto e vita.
Per questo nella lettura di questa sera San Paolo raccoglie un insieme di esortazioni per la condotta cristiana, che vanno dalla carità sincera ed operosa all’umiltà, alla stima reciproca, alla premura nell’ospitalità, alla gioia che scaturisce dalla speranza, alla fortezza nella tribolazione, alla preghiera fervorosa.
La condotta cristiana è una condotta animata dalla virtù della carità dono di Dio, che è il risultato della nostra figliolanza divina nello Spirito e della nostra fratellanza in Cristo nel quale siamo un solo corpo.
La carità deve essere autentica, sincera, genuina, deve caratterizzare i nostri rapporti interpersonali ed interecclesiali.
Questa condotta cristiana nuova che realizza l’ unità fra fede e vita ci è testimoniata dalla Madonna.
Il viaggio di Maria per trovare la cugina Elisabetta è metafora della fede, operante attraverso la carità.
Maria, “figlia del suo figlio”, che va portando il Verbo di Dio è a sua volta portata per le strade del mondo, dalla misericordia di Dio.
Portare il figlio di Dio in noi è l’immagine suprema di ogni credente. Passare nel mondo portando il Verbo, portando colui che ci porta, in cammino verso l’intera umanità, una vita con dentro un’altra vita, come la madre e il bambino dentro il suo grembo, ci fa sperimentare la pienezza del mistero : Cristo in ciascuno di noi, in modo tale che possiamo ripetere con San Paolo” non vivo più io, ma Cristo vive in me”(Gal 2,20).
Ogni credente vive due vite, la sua e quella di Dio che lo abita, lo plasma, e a poco a poco lo trasfigura in immagine somigliante di Cristo, in cui abita corporalmente tutta la pienezza della divinità(Col 2,9).
Questa sera in questi vespri solenni con Maria anche noi siamo chiamati ad associarci al suo cantico con il quale rende lode al Signore.
Maria Ss. col canto del Magnificat è grande perchè vuole rendere grande il Signore ed esprime con ciò tutto il programma della sua vita: non mettere se stessa al centro, ma fare spazio a Dio incontrato sia nella preghiera che nel servizio al prossimo . Ella sa di contribuire alla salvezza del mondo non compiendo una sua opera, ma solo mettendosi a piena disposizione delle iniziative di Dio.
Il segreto della speranza è che Dio entra nel mondo non dal punto alto, ma dal punto basso , dal punto più umile, affinché nessuno si senta escluso dal suo abbraccio pieno di misericordia.
Il canto di Maria è l’inno dei “poveri del Signore”, che si affidano totalmente a Dio, al suo Spirito che muove ogni cosa. I poveri che non hanno storia, né azioni memorabili, irrompono nel canto del Magnificat e ci dicono che Dio fa storia non con i potenti e i superbi ma con i deboli e con gli umili.
La devozione autentica alla Madonna deve e far passare da una pratica religiosa di “atei devoti” ad una testimonianza cristiana coraggiosa e gioiosa presente nella costruzione della città degli uomini nella giustizia e nella pace e deve far sviluppare in ciascuno di noi una corresponsabilità missionaria.
La Vergine Maria, fervente nello Spirito, lieta nella speranza, forte nella tribolazione, perseverante nella preghiera, madre sollecita e premurosa per le necessità dei suoi figli, ci sostenga nella nostra testimonianza d’amore a servizio di Dio e del prossimo.
+ Michele Pennisi
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