“Ripristinare i fondi per il buono scuola a favore delle famiglie meno abbienti”. Così l’on. Elio Galvagno, deputato regionale del Pd, e primo firmatario di in un Ordine del giorno sottoscritto anche dai parlamentari democratici Giuseppe Lupo, Roberto Ammatuna, Massimo Ferrara, Franco Rinaldi e Salvatore Termine. “I principi ispiratori della legge regionale 3 ottobre 2002, n. 14, istitutiva del buono scuola – si legge nel documento – sono riconducibili alla fondamentale esigenza di riconoscere e garantire la libertà delle famiglie nell’educazione dei figli attraverso la rimozione degli ostacoli di ordine economico, sociale e culturale che si frappongono al diritto allo studio per tutti gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado, nel quadro dei principi sanciti dagli articoli 2, 30, 31 e 33 della nostra Costituzione. Per l’attuazione dei suddetti principi – prosegue – la citata legge regionale assegna ai genitori degli alunni residenti nella regione che frequentano le scuole del “sistema nazionale d’istruzione” costituito sia dalle scuole statali che da scuole paritarie, un contributo al pagamento delle rette scolastiche per le scuole di ogni ordine e grado, sostenute dalle famiglie durante l’anno scolastico per ciascun figlio, pari a 260 euro con un massimo di 1500 euro”.
Tra l’altro – continua l’on. Galvagno – con questo provvedimento legislativo e con l’introduzione del quoziente familiare, per la prima volta nella nostra regione si è voluto anche sostenere le famiglie numerose e con disabili, con un contributo medio di 800 euro che, nell’ultimo anno di erogazione del beneficio (2007/2008), ha riguardato circa 23.000 famiglie siciliane. Famiglie che ora, con l’azzeramento del capitolo di spesa, – rileva il deputato del Pd – vedono ricadere interamente sui propri bilanci il costo delle rette di frequenza, con il rischio concreto di limitare e comprimere il diritto dei genitori, sancito dalla Costituzione, di scegliere per i propri figli la scuola più confacente alla natura del giovane e all’educazione familiare ricevuta”.
Per questo Galvagno considera “urgente il rifinanziamento del buono scuola, con uno stanziamento non inferiore a 20 milioni di euro (sulla base del dato storico di erogazione degli ultimi tre anni), per evitare gravi disagi alle famiglie meno abbienti che hanno scelto per i loro figli scuole paritarie laiche o cattoliche o d’ispirazione cristiana e alle quali, per via delle ricadute sul bilancio familiare, verrebbe preclusa detta libera scelta, con grave pregiudizio al pluralismo dell’istruzione in un momento di grave crisi come quella che stiamo attraversando e che, prima che economica e finanziaria, è crisi culturale e rischia di trasformarsi in una vera e propria emergenza “educativa”. Avendo il coraggio, oggi più che mai, – conclude l’on. Galvagno – di destinare maggiori risorse al sistema dell’istruzione, perché solo con un adeguato sistema educativo integrato, statale-privato, è possibile uscire dai marosi di una crisi che sta pesantemente penalizzando le famiglie”.