ANCE ENNA CONTINUA A DENUNCIARE LA GRAVE CRISI DEL COMPARTO

“Da mesi denunciamo insieme con le organizzazioni sindacali la grave crisi che non è solo economica in cui versa la Sicilia. Stiamo rischiando seriamente l’implosione del sistema produttivo con gravi conseguenze anche sul piano della coesione sociale. Ciò va scongiurato con iniziative concrete sia a livello regionale che soprattutto da parte del Governo nazionale che conosce bene la situazione della Sicilia”. Lo dichiarano Salvo Ferlito, Presidente di ANCE Sicilia ed Antonello Montante, Presidente di Confindustria Sicilia. “Le imprese non possono essere stritolate dalla morsa dei crediti vantati nei confronti della Regione e degli enti locali. – aggiunge Antonello Montante-  Occorre mettere in atto concreti strumenti ed azioni per consentire alle aziende private che forniscono beni e servizi alla P.A. di  pagare correntemente  le retribuzioni ai propri dipendenti. Il problema investe molti settori, ma in particolare quello che sta pagando il prezzo maggiore è il settore edile che non riesce a riscuotere la massa di crediti che vanta nei confronti delle più svariate amministrazioni pubbliche per lavori realizzati o in corso d’opera che stanno letteralmente mettendo in ginocchio un intero comparto. Ed a  mio avviso se non facciamo ripartire il settore edile che muove un insieme di altri comparti, cemento e manufatti, impiantistica, marmo e piastrelle, acciaio, trasporti, macchine operatrici, sarà difficile far ripartire l’economia.” Pirrone – Presidente dei costruttori ennesi rilancia l’allarme accusando la cattiva gestione pubblica “Assistiamo da troppo tempo all’incapacità delle amministrazioni pubbliche di gestire gli enti. Il patto di stabilità è cosa nota da anni, continuare a prenderlo come alibi è semplicemente vergognoso. Ad agosto l’assessorato regionale all’economia ha diramato una nota interna che dispone il blocco di tutti i pagamenti, anche di quelli le cui somme erano state già accreditate, e di procedere al pagamento solo dei forestali e dei precari. Tutta la nostra comprensione per i lavoratori forestali, ma dei nostri lavoratori edili che ne facciamo? Non è più possibile ribaltare sulle imprese l’incapacità di gestire i bilanci pubblici. Continueremo a chiedere che dal patto di stabilità siano esclusi gli investimenti, ma nel frattempo non possiamo portare le nostre aziende e le famiglie dei nostri lavoratori sul lastrico.

Gia i vertici nazionali dell’ANCE avevano nella mattinata diffuso una nota – “Nel panorama del blocco generalizzato dei pagamenti, dovuti per stati di avanzamento lavori maturati dalle imprese di costruzioni da parte delle amministrazioni appaltanti, l’Anas si distingueva per la propria consolidata prassi di puntualità.Invece, a partire dal mese di giugno, anche le erogazioni della società che gestisce la rete stradale nazionale hanno subito forti rallentamenti.”

“Non possiamo accettare che anche il maggior ente appaltante d’Italia si adegui al sistema scorretto di scaricare sulle imprese le inefficienze dello Stato”. Questo il commento del presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, ai ritardi dei pagamenti operati dall’Anas.
“Nonostante le assicurazioni avute – continua Buzzetti – circa il superamento della situazione di stallo entro l’estate, per effetto di trasferimento di fondi da parte del Ministero delle Infrastrutture e ricorso a nuovi finanziamenti bancari, i ritardi sono continuati”.

“I crediti vantati dalle imprese edili superano ormai  1,5 miliardi di euro – secondo Salvo Ferlito, che ha curato un analitico monitoraggio attraverso le sezioni edili provinciali ed il centro studi nazionale. –  “Non riusciamo più a mantenere i livelli occupazionali di quelle aziende che hanno lavori in corso d’opera o consegnati, ma non vengono pagate . Dal 2008 al 1° semestre 2012 il settore ha perso qualcosa come 46.300 occupati (che corrispondono a -30% in termini percentuali) e circa 30.000 nell’indotto, ed ha registrato il fallimento, nello stesso periodo, di 475 imprese. Capisco che ci avviamo ad una campagna elettorale per il rinnovo dell’Assemblea regionale e che abbiamo un Governo regionale che fino al 28 ottobre si occuperà solo dell’ordinaria amministrazione. Certamente però le imprese non potranno attendere il 2013 per sapere quando potranno riscuotere i loro crediti, mentre in Europa le imprese vengono pagate a 60 giorni. Nel frattempo le nostre imprese – conclude  Ferlito- dovranno pagare i propri dipendenti, pagare i contributi previdenziali, pagare le imposte e magari ricevere una cartella esattoriale per avere ritardato di qualche settimana  un’imposta o qualche tassa e riscuotere i loro crediti dopo 400 giorni , se non di più come in alcuni casi che ci sono stati segnalati.”
“Ho l’impressione – conclude Montante – che ancora non ci si renda a pieno conto della gravità della situazione che il Presidente Ferlito ha ben rappresentato o che non si abbia piena consapevolezza che siamo di fronte all’implosione di un sistema produttivo”


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ANCE Enna

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